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Strage di turisti in Calabria

Esonda il torrente

Un’altra strage di turisti di immani proporzioni ha funestato questo mese di agosto drammatico per l’Italia, per Genova in primis. Sono salite a undici (nella notte uno dei feriti è deceduto all’ospedale per il grave trauma toracico riportato nell’esondazione) le vittime della piena delle Gole del Raganello, a Civita, in provincia di Cosenza, che lunedì 20 agosto ha sconvolto la Calabria, ma ci sono ancora tre dispersi e potrebbe non essere finita qui. La difficoltà ad avere un quadro chiaro di chi manca all’appello è infatti dovuta al fatto che gli escursionisti erano in gruppi sparsi e che ad essere travolti dall’ondata di piena sono state anche persone che avevano deciso di fare un semplice tuffo nel torrente: una delle vittime è stata rinvenuta in costume da bagno, senza l’attrezzatura necessaria per le escursioni. Questo dato, sommato alla mancanza di controllo degli accessi nella zona, rende difficile quantificare con certezza il numero dei dispersi da cercare. Le persone ricoverate sono 11, di cui 5 gravi: tra loro anche una bimba di 9 anni, recuperata in stato di ipotermia e trasferita in eliambulanza all’ospedale Cardarelli di Napoli per la criticità delle sue condizioni. Le ricerche dei dispersi non si sono mai interrotte, sono andate avanti anche tutta la notte e proseguono senza sosta.

La forza dirompente dell’acqua del torrente, alimentata dal violento temporale che si è abbattuto nella zona il giorno prima, ha fatto strage di turisti scaraventandoli anche a cinque chilometri di distanza dal luogo in cui sono state travolte. I sopravvissuti hanno raccontato di un boato, seguito da un muro di fango che ha trascinato via tutto. Per questo i soccorsi sono stati spostati anche più a valle, fino alla foce del torrente: c’è addirittura il timore che alcune persone possano essere finite a mare. Il torrente Raganello si incunea nei monti del massiccio del parco nazionale del Pollino, regalando scorci con cascate e rapide, ma si tratta di un’escursione sconsigliata ai non esperti. Al sito si accede liberamente e non tutti si rivolgono alle guide professioniste per visitare i canyon e fare rafting, preferendo il turismo fai-da-te.

La procura di Castrovillari ha aperto un’inchiesta per accertare eventuali risvolti penali: «Bisogna capire innanzitutto perché gli escursionisti si trovavano in quel luogo» nonostante le pessime condizioni meteo, ha dichiarato il prefetto Paola Galeone. Oltre al numero verde della Protezione civile (800 840 840), la Prefettura ha messo a disposizione una linea (0984 8980651) per i famigliari di chi manca all’appello.

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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Categoria:

Blog Danni Ambientali

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