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E’ tristemente noto che in Italia i premi assicurativi sono in più cari d’Europa, ma ci si aspetterebbe almeno che a questo corrispondessero risarcimenti altrettanto congrui, o, almeno, è quello che viene spesso e volentieri “spacciato”. E invece non è così. Un recente studio, realizzato peraltro da un gruppo assicurativo, e quindi al di sopra di ogni “sospetto”, mette bene in luce il falso mito secondo cui l’elevato costo dei premi assicurativi nel nostro Paese sarebbe direttamente proporzionale al costo loss event/claim (e quindi alle liquidazioni dei danni).

Com’è noto gli operatori del ramo RCA, che rappresentano la deep pocket delle compagnie di assicurazione, contestano da anni la presenza di criteri tabellari di compensation relativi a NED – Non Economic Damage (danni non patrimoniali, biologici, morali ed esistenziali) eccessivamente elevati, invitando il Parlamento italiano a dare attuazione all’art. 138 C.d.A. e così a far entrare in vigore le tabelle risarcitorie ministeriali (con una riduzione dei risarcimenti stimabile nell’ordine del 30-40%) quale presupposto per garantire che i premi polizza siano livellati ai ben più economici standard europei.


Dall’altra parte, i
plaintiff lawyer italiani e gli operatori del settore, che rappresentano e tutelano i danneggiati, come Studio 3A, hanno sempre contestato la declamata eccessiva onerosità dei risarcimenti, rilevando come i dati forniti dal Centro Studi ANIA non potessero essere il più delle volte considerati un vero e proprio bench marck circa lo stato dell’arte del mercato assicurativo/risarcitorio, considerato soprattutto che molte di quelle analisi tralasciavano la per niente trascurabile componente ED – Economic Damage (danni patrimoniali, spese mediche di cura di assistenza generica/specialistica presente e futura) fondamentale nella valutazione completa del costo del sinistro (senza poi contare i costi esterni, quali quelli per le spese legali, di consulenza, imposte ecc).

Ebbene, lo studio in questione in questo senso scioglie molti dubbi e conferma le perplessità circa l’esistenza di risarcimenti fuori controllo nel nostro Paese: l’Italia non risarcisce affatto più di altri Paesi, anzi, è vero il contrario, eccezion fatta per i danni da morte (perdita del rapporto parentale) che, però, incidono statisticamente in misura marginale sul totale dei risarcimenti erogati e che incideranno sempre meno per effetto degli obbiettivi programmatici che l’Italia si è data con l’Unione Europea, essendosi in questo settore registrata una significativa riduzione del 18% negli ultimi 5 anni di sinistri mortali (abbattimento legato all’adeguamento delle infrastrutture stradali ed al parco auto circolante sempre maggiormente dotato di presidi salvavita).

Ben maggiore è invece la ricorrenza statistica dei sinistri non mortali che cagionano lesioni macro-permanenti (I.P. 10-100%) e rispetto ai quali una valutazione comparativa mostra differenze significative soprattutto se si valuta la sommatoria della componente relativa a danni non patrimoniali (Non Economic) con quella relativa a danni patrimoniali (Economic).

La tabella in foto, ad esempio, prende in considerazione il danneggiato di 41 anni (tetraplegico con paralisi completa di tutti e quattro gli arti) maschio, dipendente con un utile netto annuo di 40mila euro, coniugato con due figli (6 e 9 anni di età). Come si vede, sommando le componenti Economic e Non Economic, lo stesso danno è pagato 8,29 milioni di euro nel Regno Unito, 4,7 milioni in Germania, 6,11 in Francia, 3 in Italia e 1,2 in Spagna: siamo quasi il fanalino di coda del continente.

Si tratta di un dato aggregato mediante la somma di poste di danno non omogenee (ED + NED) sufficientemente completo e redatto da un operatore qualificato particolarmente affidabile, molto utile per dimostrare come la situazione relativa ai risarcimenti erogati in Italia sia ben differente da quella percepita. Un dato che dovrebbe indurre una seria riflessione circa la distorsione che il mercato assicurativo italiano presenta circa l’elevato costo dei premi polizza.

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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