Alla vigilia dell’assemblea del gruppo, il 28 aprile a Trieste, il Presidente di Generali, Gabriele Galateri, in una lunga intervista al Piccolo, ha tracciato un bilancio delle attività e illustrato gli obiettivi futuri e le strategie di crescita.
Per sua stessa ammissione, nel 2015 Generali ha fatto registrare “le performance migliori degli ultimi anni. Abbiamo conseguito risultati di business che sono punti di svolta decisivi“.
Nel dettaglio, il gruppo ha chiuso lo scorso anno con utili netti in crescita a oltre 2 miliardi di euro (+22%) e con un utile operativo superiore a 4,7 miliardi, che sale del 6%. I premi complessivi superano i 74 miliardi.
“Siamo un gruppo solido patrimonialmente, come dimostra la crescita di 16 punti dell’Economic Solvency, in salute e pronto ad affrontare le prossime sfide” ha concluso il Presidente (leggi l’intervista integrale nell’articolo allegato).
Ma questa enorme ricchezza e solidità si traduce in un vantaggio e in una maggiore tutela per gli assicurati? Non proprio, anzi. Generali lo scorso anno si è classificata al terzo posto assoluto nella poco edificante classifica delle compagnie più sanzionate dall’Ivass, l’Istituto di Vigilanza, per violazioni varie nelle liquidazioni dei risarcimenti, per lo più in materia di RcAuto: a suo carico sono state emesse ben 205 ordinanze di ingiunzione, per un ammontare complessivo di sanzioni pari a 824mila euro.
Della serie, ricchi sfondati e tirchi: i Paperon de’ Paperoni del terzo millennio.
Scritto da:
Dott. Nicola De Rossi
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