Anche Cattolica Assicurazioni ha chiuso in attivo il primo trimestre 2016. Il gruppo di recente ha dovuto far fronte a non pochi problemi. Nel 2015 è stata l’ottava compagnia più sanzionata dall’Ivass, la quinta per le ordinanze di ingiunzione sulla Rc Auto con un ammontare di sanzioni di 368mila euro; sempre lo scorso anno, Cattolica si è vista comminare dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato una sanzione di ben due milioni di euro per “pratiche commerciali scorrette, in quanto aggressive”, messe in atto per recuperare i crediti.
Non solo. La compagnia di Verona ha pagato pesantemente il fatto di essere il primo azionista storico e istituzionale che ha un rapporto di partecipazione incrociata con la Banca Popolare di Vicenza, protagonista del noto crack. Cattolica Assicurazioni detiene tuttora lo 0,89% del capitale dell’istituto di credito. Quei titoli (894.674 pezzi) valevano fino a un anno fa quasi 56 milioni di euro: oggi, con il valore del collocamento a 0,1 euro, valgono quasi zero. Cattolica ha già dovuto svalutare pesantemente la sua quota nel bilancio del 2015. Il bilancio dei primi tre mesi del 2016 della compagnia risulta penalizzato da oneri non ricorrenti per 7 milioni, tra cui spicca, appunto, la rettifica della quota di Popolare di Vicenza al prezzo di sottoscrizione da parte del fondo Atlante dell’aumento dell’istituto, dieci centesimi ad azione.
Eppure, pur con questi “guai” non da poco, Cattolica ha chiuso il primo trimestre di quest’anno con un utile netto di 25 milioni e la raccolta premi complessiva ha raggiunto il miliardo e 227 milioni di euro, il che è tutto dire.
Scritto da:
Dott. Nicola De Rossi
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