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Nel corso del 2016 le imprese di assicurazione italiane ed estere operanti in Italia hanno ricevuto complessivamente dai consumatori ben 120.435 reclami: il dato complessivo per lo scorso anno è stato diffuso nei giorni scorsi dall’Ivass, l’Istituto di Vigilanza.

La rilevazione comprende anche i dati sui reclami ricevuti dalle imprese di assicurazione UE operanti in Italia in regime di stabilimento o in lps (cioè senza una sede stabile) che abbiano ricevuto più di 20 reclami.

Di questi 120.435 reclami, 24.834 (pari al 20,6% del totale) sono relativi ai rami vita, 55.618 (il 46,2%) al ramo R.c.auto e 39.983 (33,2%) per gli altri rami danni.

Per quanto riguarda le imprese italiane, il comparto nel quale si concentra il maggior numero di reclami è sempre quello della R.c. auto obbligatoria (48,1% del totale), mentre per le imprese UE risultano più numerose le lamentele che i consumatori presentano in relazione ai rami danni diversi dalla r.c. auto (47,8% del totale dei reclami).

I principali motivi di reclamo riguardano, per il ramo R.c. auto, l’area della liquidazione (in particolare, i tempi di definizione dei sinistri, l’attribuzione della responsabilità, la quantificazione dei danni). Per il comparto vita ricorrono, in particolare, problematiche connesse alla liquidazione delle prestazioni ed ai comportamenti della rete di vendita.

In merito all’esito, i reclami accolti sono stati pari al 33%, quelli transati circa il 10%, quelli respinti il 52%: il restante 5% risultava ancora in fase istruttoria al 31 dicembre 2016.

Quanto alle imprese destinatarie dei reclami, la compagnia che ne ha ricevuti di più è stata Generali Italia, con 18.437, seguita da UnipolSai (15.961) e Allianz (8.760). Ma è significativo anche il dato relativo al numero di reclami per milione di premi e qui, tralasciando compagnie, per lo più estere, con un numero residuale di premi, presentano rapporti alti imprese quali Admiral (21,97), Cardif (19,36), ma anche Zurich (10,56), Direct Line (10,31), Poste Assicura (9,54), Europe Assistance (9,51) e Linear (8,88), considerando che la media per le imprese italiane è di 1,78 e per quelle straniere di 7,67.

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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