Centoquattordici donne uccise nei primi dieci mesi del 2017: una carneficina che non accenna a diminuire. I dati sono del quarto rapporto Eures sul femminicidio in Italia, diffuso in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che si è celebrata il 25 novembre in tutto il mondo. In pratica, ogni due giorni e mezzo nel nostro Paese muore una donna per mano di chi dice di amarla: nel 2016 i femminicidi sono stati 150, nel 2015 142, con un aumento del 5,6% e più di 20 vittime in Lombardia e 17 in Veneto. Dal 2000 ad oggi le donne vittima di omicidio volontario in Italia sono state tremila, il 37,1% di tutte le persone uccise.
“Siamo di fronte a un fenomeno oscuro e incomprensibile, ad episodi ricorrenti di gravissime violazioni dei diritti umani. Non basta denunciare gli episodi di violenza, cosa indispensabile e prioritaria, ma bisogna impegnarsi anche a rimuovere le cause e le condizioni“, ha detto domenica 26 novembre il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo al Quirinale la Presidente della Camera, Laura Boldrini, e una delegazione delle partecipanti al convegno “InQuantoDonna” tenutosi nella stessa mattinata a Montecitorio.
Una delle tante iniziative organizzate nella Giornata: la manifestazione più imponente si è svolta a Roma, promossa dall’Associazione “Non una di meno”, con 150mila persone. “L’Italia civile si unisce per dire basta alla vergogna della violenza sulle donne” è stato invece il messaggio via Twitter del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, impegnato nella visita istituzionale in Africa.
Scritto da:
Dott. Nicola De Rossi
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