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Neanche il tempo di registrare il sensibile calo degli infortuni sul lavoro nel 2020 in confronto al 2019, che i dati diffusi dall’Inail il 30 luglio 2021 relativi al primo semestre dell’anno fotografano una netta inversione di tendenza, a riprova che la diminuzione dell’anno precedente è stata determinata non dall’auspicato miglioramento delle condizioni di sicurezza ma dalle restrizioni alla circolazione stradale e alle attività dovute alla pandemia da Covid-19.

 

Nel 2021 quasi 245mila denunce di infortunio sul lavoro in sei mesi

Con il progressivo miglioramento della situazione sanitaria, dovuta in primis alla campagna vaccinale, infatti, anche se non siamo ancora in fondo al tunnel, e con il conseguente, progressivo ritorno alla normalità, le denunce di infortunio presentate all’istituto tra il primo gennaio e il 30 giugno 2021 sono puntualmente aumentate rispetto al primo semestre 2020, risultando 266.804, quasi 22mila in più, in percentuale +8.9%, rispetto alle 244.896 dei primi sei mesi dell’anno precedente. Un dato sintesi di un decremento delle denunce osservato nel trimestre gennaio-marzo (-10%) ma di un notevole incremento nel periodo aprile-giugno (+40%), nel confronto tra i due anni.

I dati rilevati al 30 giugno di ciascun anno evidenziano nei primi sei mesi del 2021 un aumento a livello nazionale sia degli infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (+17,9%, da 27.201 a 32.065 casi), che sono diminuiti del 33% nel primo bimestre di quest’anno e aumentati del 90% nel periodo marzo-giugno (complice il massiccio ricorso allo smart working nel 2020, a partire proprio dal mese di marzo), sia un incremento del 7,8% (da 217.695 a 234.739) di quelli avvenuti in occasione di lavoro, calati del 9% nel primo trimestre di quest’anno e aumentati del 34% nel successivo trimestre aprile-giugno.

 

La dinamica per settori, aree territoriali, sesso, età e nazionalità

Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati è aumentato del 6,7% nella gestione Industria e servizi (dai 209.118 casi del 2020 ai 223.162 del 2021), del 7,3% in Agricoltura (da 12.068 a 12.950) e del 29,4% nel Conto Stato (da 23.710 a 30.692). Si osservano incrementi generalizzati in quasi tutti i settori produttivi tranne, in particolare, in quello della “Sanità e assistenza sociale”, che nei primi sei mesi di quest’anno presenta una diminuzione del 35,8% (sintesi di un +163% del primo bimestre e di un -68% del periodo marzo-giugno) degli infortuni avvenuti in occasione di lavoro rispetto al pari periodo del 2020, pur distinguendosi ancora per numerosità di eventi, e nel settore dell’alloggio e ristorazione (-10,9%).

Dall’analisi territoriale emerge una diminuzione delle denunce soltanto nel Nord-Ovest (-5,5%), al contrario delle Isole (+19,0%), del Sud (+17,0%), del Centro (+17,0%) e del Nord-Est (+15,6%). Tra le regioni si registrano decrementi percentuali solo in Valle d’Aosta, Piemonte, Provincia autonoma di Trento e Lombardia, mentre gli incrementi percentuali più consistenti sono quelli di Basilicata, Molise e Campania.

L’aumento che emerge dal confronto dei primi semestri del 2020 e del 2021 è legato alla sola componente maschile, che registra un +17,6% (da 142.774 a 167.852 denunce), mentre quella femminile presenta un decremento del 3,1% (da 102.122 a 98.952).

L’incremento ha interessato sia i lavoratori italiani (+8,3%) sia gli extracomunitari (+15,4%) e comunitari (+2,2%). L’analisi per classi di età, infine, mostra un calo solo tra i 15-19enni (-10,5%), con incrementi per la fascia tra i 20 e i 49 anni (+10,3%) e tra gli over 50 (+4,2%).

 

In calo invece le denunce con esito mortale, 538

Sono invece in calo le denunce di infortunio mortale, ma anche qui, naturalmente, nella risultanza incide profondamente il Covid, e più precisamente i contagi sul lavoro responsabili di una massiccia percentuale di morti bianche nel 2020. Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Inail entro il mese di giugno sono state 538, 32 in meno rispetto alle 570 registrate nei primi sei mesi del 2020 (-5,6%). Per il primo semestre di quest’anno risultano in aumento solo i casi in itinere, passati da 85 a 94 (+10,6%), mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro sono stati 41 in meno (da 485 a 444, -8,5%).

L’aumento ha riguardato solo le gestioni assicurative dell’Agricoltura (da 41 a 58 denunce mortali) e del Conto Stato (da 24 a 33), mentre l’Industria e servizi segna un -11,5% (da 505 a 447 denunce). Dall’analisi territoriale emerge un aumento nel Sud (da 115 a 157), nel Nord-Est (da 107 a 118 casi mortali) e nel Centro (da 101 a 102). Il numero dei decessi, invece, è in calo nel Nord-Ovest (da 213 a 128) e nelle Isole (da 34 a 33).

Il decremento rilevato nel confronto tra i primi sei mesi del 2020 e del 2021 è legato sia alla componente femminile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 60 a 51 (-15,0%), sia a quella maschile, che è passata da 510 a 487 casi (-4,5%). Il calo riguarda le denunce dei lavoratori italiani (da 485 a 463) e comunitari (da 32 a 18), mentre quelle dei lavoratori extracomunitari passano da 53 a 57. Dall’analisi per classi di età si segnalano incrementi per le classi 20-29 anni (sei decessi in più) e 40-54 anni (+28 casi), e decrementi in quelle 30-39 anni (-7 casi) e over 55 (-59 decessi, da 307 a 248 casi).

Gli incidenti plurimi

Al 30 giugno di quest’anno risultano nove incidenti plurimi avvenuti nel primo semestre, per un totale di 23 decessi, 15 dei quali stradali (due vittime in provincia di Bari e due in quella di Torino a marzo, quattro in provincia di Ragusa ad aprile, sette in provincia di Piacenza a giugno).

Due lavoratori hanno perso la vita a seguito di un crollo di un fabbricato in provincia dell’Aquila a marzo (IN FOTO), due a causa di inalazione di vapori tossici in provincia di Pavia a maggio, due per esplosione/incendio di un capannone in provincia di Perugia a maggio, altri due, infine, per soffocamento durante la pulizia di una cisterna in provincia di Cuneo a giugno. Lo scorso anno, invece, gli incidenti plurimi registrati tra gennaio e giugno erano stati quattro, con otto casi mortali denunciati.

 

In aumento anche le denunce di malattia professionale

Infine, aumentano anche le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi sei mesi del 2021, che sono state 28.855, 8.518 in più rispetto allo stesso periodo del 2020 (+41,9%), sintesi di un calo del 26% nel periodo gennaio-febbraio e di un aumento del 114% in quello di marzo-giugno, nel confronto tra i due anni.

Le patologie denunciate tornano quindi ad aumentare, dopo un 2020 condizionato dalla pandemia, con i vari stop e ripartenze alle attività produttive che avevano ridotto l’esposizione al rischio di contrarre malattie professionali e, dunque, con denunce in costante decremento nel confronto con gli anni precedenti.

L’incremento ha interessato le tre gestioni Industria e servizi (+42,1%, da 16.676 a 23.704 casi), Agricoltura (+42,0%, da 3.442 a 4.887) e Conto Stato (+20,5%, da 219 a 264) e tutte le aree territoriali del Paese: Nord-Ovest (+31,8%), Nord-Est (+50,7%), Centro (+48,2%), Sud (+46,5%) e Isole (+8,5%). In ottica di genere si rilevano 6.119 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 14.919 a 21.038 (+41,0%), e 2.399 in più per le lavoratrici, da 5.418 a 7.817 (+44,3%). In aumento sia le denunce dei lavoratori italiani, che sono passate da 18.910 a 26.734 (+41,4%), sia quelle dei comunitari, da 478 a 676 (+41,4%), e degli extracomunitari, da 949 a 1.445 (+52,3%).

Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nel primo semestre del 2021, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite da quelle del sistema respiratorio e dai tumori.

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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