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Il 30 giugno 2021 l’Inail ha pubblicato i dati relativi al fenomeno infortunistico riferiti ai primi cinque mesi del 2021, e le risultanze sono sempre più allarmanti. Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto tra gennaio e maggio sono state 219.262, in aumento del +5,7% rispetto alle 207.472 dello stesso periodo del 2020. E’ vero che il raffronto va preso con estrema cautela per via della variabile “Covid”, ma è altrettanto vero che la pandemia ha inciso sul fronte lavorativo, sia pur in misura minore, anche nei primi mesi del 2021.

Non a caso l’aumento del 5,7% dell’intero periodo è la sintesi di un calo delle denunce osservato nel primo trimestre gennaio-marzo rispetto ai primi tre mesi del 2020 (-9%) e di un aumento di ben il 44% nel bimestre aprile-maggio, con il progressivo allentamento dell’emergenza.

 

Quasi 220mila denunce d’infortunio: aumentano sia quelli in itinere sia in occasione di lavoro

I dati rilevati al 31 maggio di ciascun anno evidenziano nei primi cinque mesi del 2021 un aumento a livello nazionale del 10%, da 22.717 a 24.982 casi, degli infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (complice il massiccio ricorso allo smart working nello scorso anno, a partire dal mese di marzo), e un incremento del 5,2%, da 184.755 a 194.280 denunce, di quelli avvenuti in occasione di lavoro, che sono calati dell’8% nel primo trimestre di quest’anno ma aumentati del 37% nel bimestre aprile-maggio.

Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati è aumentato del 4,4% nella gestione Industria e servizi (dai 174.845 casi del 2020 ai 182.561 del 2021), dell’8,0% in Agricoltura (da 9.672 a 10.447) e del 14,4% nel Conto Stato (da 22.955 a 26.254).

Si osservano incrementi generalizzati in quasi tutti i settori produttivi tranne, in particolare, in quello della “Sanità e assistenza sociale”, che nei primi cinque mesi di quest’anno presenta una diminuzione del 36% (sintesi di un +163% del primo bimestre e di un -71% del periodo marzo-maggio) degli infortuni avvenuti in occasione di lavoro rispetto al pari periodo del 2020 (chiara l’indecenza dei contagi da Covid), pur distinguendosi ancora per numerosità di eventi, e nel settore dell’alloggio e ristorazione (-22,4%).

Dall’analisi territoriale emerge una diminuzione delle denunce soltanto nel Nord-Ovest (-9,5%), al contrario delle Isole (+17,3%), del Sud (+15,1%), del Centro (+14,3%) e del Nord-Est (+12,5%). Tra le regioni si registrano decrementi percentuali solo in Valle d’Aosta, Provincia autonoma di Trento, Piemonte e Lombardia, mentre gli incrementi percentuali più consistenti sono quelli di Basilicata, Molise e Campania.

L’aumento che emerge dal confronto dei primi cinque mesi del 2020 e del 2021 è legato alla sola componente maschile, che registra un +15,0% (da 117.868 a 135.498 denunce), mentre quella femminile presenta un decremento del 6,5% (da 89.604 a 83.764). L’incremento ha interessato i lavoratori italiani (+5,0%) e quelli extracomunitari (+12,6%), al contrario dei comunitari (-1,0%). Dall’analisi per classi di età, infine, emergono cali solo tra i 15-19enni (-25,7%) e tra i 45-49enni (-1,5%), con incrementi per la fascia tra i 20 e i 44 anni (+10,9%) e tra gli over 50 (+3,0%).

 

I casi mortali sono stati 434, quasi tre morti al giorno

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto entro il mese di maggio sono state 434, due in più rispetto alle 432 registrate nei primi cinque mesi del 2020 (+0,5%). L’aumento ha riguardato solo i casi in itinere, passati da 68 a 72, mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro sono stati due in meno (da 364 a 362).

L’aumento ha riguardato solo le gestioni assicurative dell’Agricoltura (da 32 a 45) e del Conto Stato (da 22 a 30), mentre l’Industria e servizi segna un -5,0% (da 378 a 359 denunce). Dall’analisi territoriale emerge un aumento nel Nord-Est (da 79 a 94 casi mortali), nel Centro (da 72 a 81) e nel Sud (da 96 a 130). Il numero dei decessi, invece, è in calo nel Nord-Ovest (da 157 a 103) e nelle Isole (da 28 a 26).

L’incremento rilevato nel confronto tra i primi cinque mesi del 2020 e del 2021 è legato solo alla componente femminile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 38 a 44, mentre quella maschile è passata da 394 a 390 casi. L’aumento riguarda solo le denunce dei lavoratori italiani (da 366 a 380), mentre calano quelle dei lavoratori comunitari (da 23 a 15) ed extracomunitari (da 43 a 39). Dall’analisi per classi di età si segnalano gli incrementi per la classe 40-54 anni (+26 decessi, da 137 a 163) e i decrementi in quella 55-64 anni (-18 decessi, da 179 a 161 casi).

 

In crescita anche le denunce di malattie professionali

Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi cinque mesi del 2021 sono risultate 23.921, anche queste in aumento, 7.237 in più rispetto allo stesso periodo del 2020 (+43,4%), sintesi di un calo del 26% nel periodo gennaio-febbraio e di un aumento del 161% in quello di marzo-maggio, nel confronto tra i due anni. Le patologie denunciate tornano quindi ad aumentare, dopo un 2020 condizionato fortemente dalla pandemia, con denunce in costante decremento nel confronto con l’anno  precedente.

L’incremento ha interessato le tre gestioni Industria e servizi (+41,9%, da 13.814 a 19.605 casi), Agricoltura (+52,4%, da 2.679 a 4.082) e Conto Stato (+22,5%, da 191 a 234) e tutte le aree territoriali del Paese: Nord-Ovest (+28,1%), Nord-Est (+57,4%), Centro (+47,6%), Sud (+49,4%) e Isole (+11,5%).

In ottica di genere si rilevano 5.259 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 12.229 a 17.488 (+43,0%), e 1.978 in più per le lavoratrici, da 4.455 a 6.433 (+44,4%). In aumento sia le denunce dei lavoratori italiani, che sono passate da 15.512 a 22.172 (+42,9%), sia quelle dei comunitari, da 403 a 569 (+41,2%), e degli extracomunitari, da 769 a  1.180 (+53,4%).

Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi cinque mesi del 2021, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite da quelle del sistema respiratorio e dai tumori.

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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