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Lo Stato sembra finalmente volersi assumere le proprie responsabilità, dal Governo stanno arrivando segnali importanti, ma adesso ci si aspetta verità e giustizia. Il 18 gennaio 2019 ricorre il secondo anniversario della catastrofe di Rigopiano, la più immane tragedia della montagna mai successa in Italia: 29 persone hanno perso la vita nel resort travolto e sepolto dalla valanga.

Una tragedia anche di Stato perché quell’hotel non avrebbe dovuto restare aperto, per la verità non avrebbe neanche potuto essere ampliato in quella posizione così a rischio, e soprattutto per i ritardi nei soccorsi, per la fatale sottovalutazione da parte della autorità preposte del pericolo che incombeva su dipendenti e ospiti della struttura ricettiva, e anche per le “falsificazioni” a posteriori.

L’inchiesta della Procura di Pescara sulla strage si è chiusa il 26 novembre con la richiesta di rinvio a giudizio per 25 indagati (24 persone fisiche e una società): sono coinvolti Regione d’Abruzzo, Provincia e Prefettura di Pescara e Comune di Farindola. Non solo. A dicembre, la Procura pescarese ha aperto un’inchiesta bis ipotizzando i reati di frode in processo penale e depistaggio e tra i sette indagati figura l’ex prefetto Francesco Provolo. Nelle pagine dei faldoni della magistratura su questa terribile storia di dolore e tragiche responsabilità le parole che ricorrono più di frequente sono negligenza, imperizia e imprudenza.

Sarà anche perché le indagini hanno scoperchiato queste gravissime responsabilità da parte dei propri organi periferici, sta di fatto che l’atteggiamento delle istituzioni sembra essere cambiato nei confronti di una tragedia che molti hanno definito “dimenticata” dallo Stato. Alla vigilia del secondo anniversario è arrivata la conferma dello stanziamento di dieci milioni di euro per risarcire i familiari delle vittime: sono nel pacchetto di quattro emendamenti del Governo al decreto Semplificazioni, all’esame delle commissioni Affari costituzionali e lavori pubblici del Senato. Alla cerimonia per ricordare i 29 morti, inoltre, saranno presenti entrambi i vice premier, il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio.

Le famiglie delle vittime si aspettano adesso fatti concreti e soprattutto risposte dalla magistratura. Se lo aspettano anche i tanti orfani di quella tragedia, bambini e ragazzi che in quell’hotel hanno perduto uno o entrambi i genitori. Come Gaia Matrone, che aveva solo 5 anni (oggi ne ha sette) quando mamma Valentina, che tanto l’amava, esalava l’ultimo respiro tra le macerie del resort e il papà Giampaolo lottava disperatamente per resistere assieme a Valentina e per tornare dalla sua bimba: è stato tratto in salvo dal soccorso alpino dopo due giorni e mezzo di sofferenze indicibili, diventando uno dei simboli di Rigopiano. Ha perso la moglie, è uscito menomato, con un braccio quasi inservibile e una gamba che è costretto a strascinare, ma vivo e deciso ad ogni costo e con ogni mezzo a rendere giustizia alla sua Valentina, alle altre 28 vittime, a tutti gli orfani, come sua figlia, e agli altri familiari.

Perché, anche se il 18 gennaio sarà il giorno dedicato al dolore, al ricordo, e le polemiche saranno al bando, il pensiero di tutti sarà uno solo: giustizia e impegno affinché disastri evitabili come questo non abbiano mai più a ripetersi.

Scritto da:

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Dott. Nicola De Rossi

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Categoria:

Blog Danni Ambientali

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