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Quasi 250mila cause pendenti: un’enormità. E la situazione non migliora. Il 21 marzo 2019 l’Ivass, Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni, ha pubblicato il Bollettino Statistico con i numeri del contenzioso nel comparto Rc-auto e natanti.

Poco meno di 250mila cause pendenti

Ebbene, alla fine del 2017, ultimo anno di riferimento dell’indagine, le cause civili e penali pendenti in ogni grado di giurisdizione ammontavano 245.476, in calo di appena il -0,75% rispetto al 2016 e del -19% rispetto al 2010.

Ma questo dato non deve trarre in inganno perché, nonostante la diminuzione in valore assoluto, la frequenza del numero delle cause sul totale dei sinistri per il quale è costituita una riserva è in realtà in progressivo aumento ed è passata dal 18,2% del 2010 al 21,6% del 2017: più di una causa ogni 5 sinistri.

Dunque, il livello di conflittualità tra i danneggiati che avanzano le loro pretese risarcitorie e le compagnie che vi si oppongono rendendo inevitabile il contenzioso è ben lungi dal regredire.

Scendendo nel dettaglio, sempre con riferimento ai dati al 31 dicembre 2017, si osserva che il numero complessivo delle cause civili pendenti è pari a 243.071 (-0,75% rispetto al 2016), mentre le cause penali sono 2.405.

Altro aspetto poco incoraggiante, la differenza tra le cause civili promosse e chiuse evidenzia per il 2017 un saldo pari a -2.708 cause, contro le -13.040 del 2016: il trend di dismissione del contenzioso in essere prosegue, ma con un sensibile rallentamento nella sua deflazione, dovuto soprattutto al minor numero di cause chiuse.

L’importo a riserva per le cause pendenti è pari a 6,2 miliardi di euro, con un peso del 33% (35% nel 2016) sulla riserva sinistri complessiva dei rami R.c. auto e natanti.

 

Statistiche sul contenzioso civile di primo grado

Per quanto concerne il contenzioso civile di primo grado (oltre 230 mila cause), la Campania da sola assorbe il 37% del totale nazionale (Napoli 24,5%) e il Lazio il 14,1% (Roma 9,9%). La riserva sinistri in causa complessiva delle due regioni è paria 2 miliardi, il 37,3% del totale nazionale (5,3 miliardi).

La frequenza delle cause a livello nazionale è pari, come detto, al 21,4% dei sinistri a riserva, con punte del 62% per Caserta e del 57% per Napoli. L’importo pagato a livello nazionale per cause chiuse (1.096 milioni, di cui 577 milioni per transazioni), è pari al 20% del riservato all’inizio dell’esercizio, che rappresenta l’8,8% dei premi lordi r.c. auto.

Ma il dato che forse dovrebbe far maggiormente riflettere le compagnie è che le sentenze favorevoli alle imprese costituiscono in numero appena il 20% del totale e in valore il 18%, meno di un quinto: il loro costo medio è di 7.872 euro, contro un importo medio della riserva caduta di 16.418 euro.

Le imprese registrano complessivamente un pagamento di 204 milioni, con un risparmio pari al 52% della riserva caduta (425 milioni).

Nei restanti e maggioritari casi le compagnie sono sempre costrette a pagare. Le cause chiuse con transazione sono pari in numero al 44% e in valore al 53% del totale. Per esse si registra un pagato medio di 10.047 euro (un minimo in Campania di 6.797 euro e un massimo in Sardegna di 19.664 euro), a fronte di un riservato medio iniziale accantonato dall’impresa di 23.601 euro.

I contenziosi chiusi invece con la soccombenza dell’impresa sono pari in numero al 22% e in valore al 29% del totale: gli stessi registrano un costo medio di 10.878 euro, contro un riservato medio iniziale di 23.601 euro. L’importo a riserva complessiva per cause civili chiuse con transazione o soccombenza della compagnia ancora da pagare è pari a 516 milioni, di cui 63 riferiti a Napoli e 44 a Roma.

 

La velocità di eliminazione del contenzioso

Quanto poi alla velocità di eliminazione del contenzioso a livello nazionale, esso raggiunge in numero il 36% e in importo il 17%, con un minimo del 10% in Trentino Alto Adige e Molise e un massimo del 25% in Valle d’Aosta.

Il pagamento di acconti sulle cause pendenti è pari al 20,3% del totale in numero e al 28,6% in importo. L’importo della riserva per danni a persona rappresenta l’81% della riserva complessiva delle cause pendenti, mentre in relazione alla numerosità costituisce il 54%. A Napoli si registrano, rispettivamente, il 42% e il 68,2%, con una maggiore significatività dei danni a cose.

Da sottolineare poi che le cause civili pendenti segnano un picco (49.487, un quinto del totale) con riferimento ai sinistri accaduti nel 2015, in corrispondenza del termine prescrizionale di due anni. Nel 2017, inoltre, sono state promosse anche numerose cause civili di I grado, il 27,6% del totale, con anno di avvenimento del sinistro 2014 e precedenti, evidenziando, quindi, una lenta formazione del contenzioso.

 

Le cause civili di II E III grado

Il numero delle cause civili di I grado chiuse presso il Giudice di Pace e il Tribunale rappresenta rispettivamente il 37,6% e il 27,2% delle cause gestite nell’anno; le cause di II e III grado definite costituiscono il 27,3% di quelle gestite nell’anno. Le cause civili ultraquinquennali di I grado in numero sono il 26,3% delle relative cause totali, quelle di II e III grado rappresentano l’85,6%; per importi esse costituiscono rispettivamente il 46,8% e il 95,2%, evidenziando così una lenta eliminazione del contenzioso pendente.

Il riservato medio è pari a 23.053 euro per le cause civili di I grado (24.717 euro nel 2016); per quelle di II e III grado è di 40.366 euro (45.526 euro nel 2016), mentre per le cause penali raggiunge 164.226 euro (220.875 euro nel 2016). Nel 2017 si registra un decremento del riservato medio, con una riduzione dei costi dei sinistri, che potrebbe influenzare in modo positivo il processo di tariffazione.

Il contenzioso penale assicurativo, infine, si riferisce a un numero più contenuto di cause (2.405 a fine 2017, l’1% del totale) e presenta un importo a riserva al 31 dicembre 2017 di 395 milioni. Le cause sono relative quasi esclusivamente (96,1% del totale) a danni alla persona; un terzo è costituito da cause con anno di avvenimento del sinistro superiore a cinque anni.

Scritto da:

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Dott. Nicola De Rossi

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