Clamoroso epilogo della decennale battaglia legale sulla proprietà intellettuale del sistema “Tutor”, che controlla i limiti di velocità sulle autostrade italiane: secondo la Corte d’Appello di Roma, seguendo una sentenza della Cassazione del 2015, il brevetto è stato copiato dalla società Autostrade per l’Italia e perciò il sistema va tolto dalla circolazione.
A vincere in tribunale contro il “gigante” Autostrade è stata la piccola società toscana Craft srl del signor Romolo Donnini, ex tecnico della Galileo, nel frattempo alleatosi con Alessandro Patané, proprietario del sistema software che è l’anima del controllo elettronico.
Era stata la Craft, nel 1999, a brevettare il sistema di rilevamento della velocità media. Donnini sostiene che la sua creatura non piaceva ad Autostrade mentre Polstrada era interessata. Non ne seppe nulla finché nel 2004 scoprì che Autostrade e Polstrada annunciavano un brevetto simile al suo, salvo che nel “dispositivo di attuazione”, che per Autostrade sono alcuni sensori affogati nell’asfalto. Per i legali di Donnini e Patané, tuttavia, si trattava di una variante solo “secondaria e ininfluente”. E i giudici hanno dato loro ragione.
La sentenza ha subito innescato un fiume di preoccupazioni in ordine alla sicurezza stradale. Sono infatti quasi tutti d’accordo che, grazie a questo monitoraggio h24 introdotto nel 2005, che vede oltre 300 postazioni disseminate su 3.100 chilometri di autostrada, è cambiato il modo di guidare, e la mortalità sui tratti in cui è installato il Tutor è scesa del 70%. Una percentuale considerevole. Solo per fornire qualche altro dato, sulle strade italiane, prima dell’introduzione del Tutor, c’erano circa sette mila morti all’anno, di cui 700-800 sulle autostrade. In tutto il 2016 le vittime, pur restando sempre tante, si sono in generale dimezzate scendendo a 3.383, ma il calo più marcato si è registrato proprio sulle autostrade, dove sono decedute 274 persone. Ancora, in tutto il 2017 le violazioni rilevate in autostrada da questo dispositivo sono state 502.535, a cui vanno aggiunte le 114.650 rilevate da Vergilius, un sistema simile installato sulla Salerno-Reggio Calabria. In pratica, un quarto di tutte le multe contestate dalla polizia stradale in Italia.
Autostrade, tuttavia, ha annunciato che correrà subito ai ripari per non sguarnire di questo “salvavita” il servizio autostradale e non lasciare spazio agli utenti della (auto)strada indisciplinati. In primis, la società si è impegnata a pagare una penale di 500 euro al giorno finché non sarà in grado di sostituire “Tutor” con un sistema di seconda generazione. E nulla cambierà per coloro che saranno multati. Nel giro di 3 o 4 settimane, le autostrade saranno controllate dal nuovo sistema che si basa su un incrocio tra radar, telecamere ad alta definizione e computer. Il principio non cambia: il sistema controllerà la velocità media su un tratto che oscilla tra i 15 e 25 chilometri.
Dunque, nessun pericoloso vuoto nei controlli o ritorno a sistemi più criticati e insidiosi. Anche le associazioni dei consumatori, infatti, concordano sul fatto che il Tutor garantisce molta più sicurezza rispetto all’autovelox. Non solo la velocità media consente di evitare multe assurde, magari per il superamento del limite di pochi km/h, ma la postazione fissa scongiura anche il pericolo che l’automobilista freni all’improvviso o rallenti solo per un breve tratto.
Scritto da:
Dott. Nicola De Rossi
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