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Luglio, mese d’inizio saldi estivi per eccellenza. Stavolta partiranno sabato 2 luglio; a differenza degli anni scorsi, si è scelto di farli partire alla stessa data in tutta Italia e non lasciando la decisione a ogni singola regione, anche per evitare inutili concorrenze tra imprese nei diversi territori. Confcommercio prevede una spesa media di 232 euro per famiglia, con un giro d’affari attorno ai 3,6 miliardi di euro, in linea con quanto avvenuto dodici mesi prima.

Occhio all’affare ma occhi anche altre truffe, perché qualche negoziante potrebbe approfittarne. Gli inviti a fare attenzione dell’associazione di categoria restano sempre gli stessi; intanto la possibilità di cambiare il capo dopo l’acquisto è di solito lasciata alla discrezionalità del commerciante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 1519 ter cod. civile introdotto da D.L.vo n. 24/2002). In questo caso scatta l’obbligo per il rivenditore a provvedere alla riparazione o alla sostituzione del prodotto e, nel caso sia impossibile, ridurre o restituire il prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto. E poi la prova dei vestiti: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante, mentre quest’ultimo dovrà pure accertare il pagamento con carta di credito. Quanto in svendita deve avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibile di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Nulla vieta di mettere in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso.

Infine il negoziante ha l’obbligo di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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