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Il 26 agosto 2023 l’Asaps, Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, ha diffuso i dati relativi al 2022 del sesto rapporto riguardante gli incidenti che hanno visto vittime i pedoni in Italia e i numeri sono purtroppo impressionanti.

 

Nel 2022, 17.765 investimenti di pedoni, con 485 vittime e 19.062 feriti

Lo scorso anno sono acceduti qualcosa come 17.765 investimenti di pedoni (nel 2021 furono 17.164), mediamente 48 al giorno e due l’ora, in cui sono morte 485 persone, 325 uomini e 160 donne (nel 2021 furono 471, 330 uomini e 141 donne), il 3 per cento in più, dunque, rispetto all’anno precedente e il 18,6% in più a paragone del 2020, quando furono 409: a fronte di queste cifre è solo una molto parziale consolazione il fatto che il dato sia invece in diminuzione, del 9,2%, rispetto al 2019, l’ultimo anno ante-Covid, quando morirono 534 persone.

Ma a preoccupare è anche l’elevato numero di pedoni feriti, alcuni con danni permanenti, che ha raggiunto i 19.062, rispetto ai 16.693 del 2021, ben 52 al giorno, con un aumento di ben 2.369 unità rispetto all’anno precedente.

E quasi la metà, 7.995 con 181 morti, avvengono sugli attraversamenti pedonali

L’Asaps ha poi analizzato i dati relativi ai luoghi degli investimenti del pedone, come quelli su marciapiede (30 decessi in 733 sinistri), mentre esso camminava regolarmente sul margine della carreggiata (29 decessi in 798 incidenti), mentre lavorava sulla carreggiata protetto da apposito segnale (5 decessi e 32 sinistri), ma emergono soprattutto i tanti, troppi investimenti sugli attraversamenti pedonali (sia protetti da semaforo o da agente, sia non protetti ma segnalati), ben 7.995 sinistri con 181 morti (166 in ambito urbano e 15 in ambito extraurbano), il 37,5%  di tutti i pedoni morti nel 2022: nel 2021 erano stati molti meno, 6.762, i sinistri sul genere, anche se con eguale numero di morti, 180 (157 in ambito urbano e 23 extraurbano) e oltre 10.000 feriti, in quello che dovrebbe essere il luogo più “sacro” e protetto della strada, in cui la precedenza è diritto del pedone e dove la tutela dovrebbe essere maggiore, come negli altri Paesi europei.

 

In più della metà dei casi l’unico responsabile è il conducente del veicolo investitore

Complessivamente, poi, gli investimenti in cui il responsabile è stato il conducente del veicolo sono stati 9.151, ben più della metà, con 247 decessi di cui 201 in ambito urbano e 46 in area extraurbana. Non bisogna però scordare che anche i pedoni sono sottoposti alle norme del Codice della Strada e gli incidenti provocati dai loro comportamenti irregolari sono stati 3.460, con 106 decessi e oltre cinquemila feriti, con 1.915 casi in cui il pedone attraversava la strada irregolarmente, in 690 incidenti camminava in mezzo alla carreggiata, in 481 occasioni usciva improvvisamente da dietro un veicolo in sosta o fermata, in 256 situazioni attraversava al passaggio pedonale non rispettando i segnali, con 7 decessi. I casi in cui la responsabilità è stata assegnata sia al conducente che al pedone si attestano a 1.780, con 91 decessi.

I periodi dell’anno più a rischio

Il mese più a rischio per i pedoni è risultato settembre con 55 decessi (33 uomini e 22 donne), quello meno a rischio maggio, con 27. Come numero di feriti, il maggior numero è stato rilevato nel mese di novembre con 2.086 persone costrette alle cure mediche, quello con meno episodi agosto con 1.093 casi.  L’oscurità e la mancanza di attenzione sono fattori molto delicati che necessiterebbero di adeguate campagne di sensibilizzazione, ad oggi totalmente assenti dai mass-media piuttosto che nelle iniziative governative.

Tantissime le vittime over 65

Nettamente peggiorati anche i dati relativi ai pedoni minorenni. Sono stati ben 19 i giovani sotto i 18 anni morti in Italia nel 2022 (15 ragazzi e 4 ragazze), a fronte degli 8 del 2021 (6 maschi e 2 femmine): sette avevano meno di 5 anni (sei bambini e una femminuccia), mentre i feriti sotto i 18 anni sono stati ben 2.445 di cui 471 con meno di 5 anni.

Ma le notizie più tragiche riguardano la “terza età” perché alla fatidica data dei 65 anni il numero di episodi tragici “esplode”, con ben 287 morti (più due unità rispetto al 2021) con 183 maschi e 104 femmine, il 60% di tutti i morti, in pratica quasi due pedoni su tre deceduti sono over 65, persone che perdono la vita attraversando una strada, certo con riflessi meno reattivi e con un passo meno veloce ma che necessitano di maggiore tutela. La regione con il più alto numero di morti tra gli ultrasessantacinquenni è la Lombardia con 42 decessi (28 uomini e 14 donne), seguita dal Lazio con 39 (23 uomini e 16 donne), e dalla Toscana con 29 (20 uomini e 9 donne). I feriti over 65 sono stati ben 6.056 (2.784 uomini e 3.272 donne), a fronte dei 5.201 del 2021 (2.401 uomini e 2.800 donne).

Tra i veicoli investitori nei casi di decessi la parte del leone è svolta dall’autovettura, con ben 347 casi (compresi tre taxi e un veicolo delle forze dell’ordine): troviamo poi 67 autocarri, 41 motocicli, 15 autobus e tram, 2 biciclette, una bicicletta elettrica, in sei casi nessuna notizia della tipologia di veicolo è stata riportata perché si tratta di episodi di pirateria senza un colpevole.

 

Grandi città pericolosissime per chi va a piedi, Roma su tutte

Brutte notizie arrivano anche dalle grandi città, dove aumenta il numero di decessi tra i pedoni, che passa dai 114 del 2019, ai 102 del 2020 agli 86 decessi del 2021, arrivando ai 117 nel 2022 (81, 5 uomini e 36 donne) con un più 26% rispetto all’anno prima. Roma rimane un caso a sé, superando i dati del periodo pre-pandemia con ben 44 decessi (29 uomini e 15 donne): nel 2021 erano state 32 le croci sulle strade romane, 22 uomini e 10 donne: sempre nella Capitale i pedoni morti nel 2017 furono 49, nel 2018 59, nel 2019 42 e ancora 40 nel 2020 nonostante il lockdown.

Al secondo posto tra le grandi città, sale Milano con 15 decessi – 10 uomini e 5 donne –, che supera Torino con 11 persone morte, 7 maschi e 4 femmine. Seguono Napoli con 9 vittime, Messina e Firenze con 7, Palermo con 6, Bari e Catania con 5, Genova con 3, Bologna e Verona con 2, Trieste un decesso.

Ma nelle grandi città aumenta di molto anche il numero di feriti, che passa dai 4.442 del 2020 ai 5.767 del 2021 e ai 6.459 del 2022. Roma detiene anche il record di feriti con 2.056 rispetto ai 1.721 pedoni che nel 2021 sono ricorsi alle cure dei medici, in netto aumento anche rispetto ai 1.351 del 2020; in pratica in ogni giornata sono 5 le persone che subiscono lesioni quando camminano per le strade della Capitale. Seguono Milano con 1.140 feriti e Torino con 1.024.

 

La dinamica per regione

Il Lazio, in generale, è anche la regione che ha fatto segnare il maggior numero di decessi di pedoni, 70 (46 uomini e 24 donne) di cui ben 39 ultrasessantacinquenni, seguita dalla Lombardia con 69, da Sicilia e Piemonte con 40, dal Veneto con 39, dalla Campania con 36. Come dati sui pedoni feriti, al primo posto troviamo invece la Lombardia con 3.295, seguita dal Lazio con 2.855 persone, e al terzo posto la Toscana con 1.727 feriti. In Valle d’Aosta nel 2022 nessun pedone deceduto e solo 42 feriti. Come numero di incidenti con investimento di pedone svetta ancora la Lombardia (3.063), seguita dal Lazio (2.649), Toscana (1.641), Emilia Romagna (1.552) e Veneto (1.126).

La pirateria che lascia i pedoni a terra al loro destino senza soccorrerli si segnala purtroppo per ben 1.079 episodi, con 53 morti e 1.458 feriti, in netto aumento rispetto ai 599 sinistri del 2018. Un fenomeno criminale che non conosce soste, nonostante le pene più severe introdotte nel 2016 con la legge sui nuovi reati di omicidio stradale e lesioni personali stradali.

 

Il commento del Presidente Biserni

Nell’elaborare il “sesto Rapporto nazionale sui pedoni abbiamo constatato un aumento di molti dati rispetto al 2021, dai decessi ai feriti, ai minori morti e feriti sulle strisce pedonali. Ci preoccupa anche l’incremento dei casi di pirateria stradale, nonostante le forze dell’ordine abbiano aumentato il numero di coloro che vengono individuati e denunciati” spiega il presidente dell’Asaps, Giordano Biserni, definendo il rapporto “l’ennesimo campanello d’allarme per tutti, per le istituzioni, il Governo, i parlamentari, gli enti proprietari delle strade che devono investire nelle infrastrutture con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, così come nel miglioramento della segnaletica luminosa agli attraversamenti pedonali, in alcune parti d’Italia totalmente assente o non manutenuta correttamente”.

L’attraversamento pedonale, in Italia – lo dicono tristemente i dati appena elaborati – è terra di conquista per i più indisciplinati che non rallentano neppure di fronte agli anziani che rimangono vittime sei volte su dieci – prosegue il Presidente dell’Associazione – Servono controlli e la riforma seria del codice della strada e qui ci rivolgiamo alla politica, nonostante gli appelli, che ad oggi non ha ancora iniziato a valutare le proposte. Le poche campagne di sensibilizzazione sulla conoscenza delle norme che prevedono la decurtazione di ben otto punti dalla patente, in caso di mancata precedenza ai pedoni sulle strisce, vanno incrementate.

Ora più che mai – conclude Biserni – servono maggiori controlli e pesanti sanzioni, che unite a veicoli più sicuri e con maggiori dispositivi salva-pedoni, potrebbero ridurre di molto questa carneficina, che al 20 agosto ha già superato le 260 vittime anche nel 2023. Occorre un cambio di mentalità alla guida, perché nasciamo tutti pedoni e, se ci va bene, lo torniamo ad essere tutti”.

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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Categoria:

Incidenti da Circolazione Stradale

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