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Il Pm, riscontrando l’esposto dei familiari, ha disposto l’autopsia sulla salma di Luigia Petrachi, spirata in circostanze da chiarire il 29 agosto, ed iscritto nel registro degli indagati un sanitario

Ripetute crisi respiratorie, fino al traumatico trasporto in ambulanza e al decesso, a soli 68 anni. Riscontrando l’esposto presentato dal marito e dai figli, rivoltisi a Studio3A, la Procura di Taranto, per il tramite del Pubblico Ministero dott. Antonio Natale, ha aperto un procedimento penale con l’ipotesi di reato di omicidio colposo in ambito sanitario per fare piena luce sulla morte di Luigia Petrachi, residente a San Giorgio Jonico, avvenuta il 29 agosto 2022. Il Sostituto Procuratore, anche come atto dovuto per consentirgli di nominare eventuali consulenti di parte per gli accertamenti tecnici non ripetibili, ha altresì iscritto nel registro degli indagati un infermiere di 46 anni dell’ospedale Santissima Annunziata e disposto l’autopsia sulla salma, posta sotto sequestro presso l’obitorio dello stesso nosocomio, scegliendo come consulente tecnico d’ufficio il noto medico legale dott. Biagio Solarino: l’incarico è stato conferito stamani, venerdì 2 settembre, e la perizia del Ctu, che procede a seguire con l’esame, sarà determinante per fornire le prime risposte, in particolare le esatte cause della morte, se questa potesse essere evitata e se sussistano eventuali responsabilità da parte di terzi. 

La donna soffriva di pressione alta e obesità, pesava oltre 150 kg, ma le sue condizioni di salute erano sotto controllo fino a tre mesi fa quando ha cominciato a essere colpita da importanti cali di ossigenazione che le provocavano affanno e affaticamento. Il primo episodio di rilievo si era verificato il 28 maggio e per approfondire la situazione la signora si era rivolta a uno specialista e a inizio giugno era stata ricoverata due giorni per accertamenti all’ospedale villa Anthea Hospital di Bari, da dove però era stata dimessa essendo risultati tutti a norma gli esami a cui era stata sottoposta. Ad ogni modo, su indicazione del suo medico di base, praticava l’ossigenazione ogni due ore al giorno. 

Il mese scorso, però, le crisi di ipossiemia sono riprese: un secondo, importante episodio era accaduto il 6 agosto, con successiva visita pneumatologica all’ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto, dove però le avevano solo prescritto di perdere peso e praticare attività fisica. Il problema si è riproposto ancora il 28 agosto e, soprattutto, l’indomani, 29 agosto, in cui neppure la terapia dell’ossigeno a casa è bastata. Di fronte alla nuova, grave crisi, alle 9 del mattino il figlio ha allertato il 118 riferendo all’operatore i parametri di ossigeno molto bassi della madre. Mezzora dopo è giunta nell’abitazione di San Giorgio Jonico l’ambulanza dal SS Annunziata e i sanitari, preso atto della gravità della situazione, qualificata con codice rosso, hanno stabilizzato la paziente, le hanno sostituito la maschera dell’ossigeno riuscendo a farla riprendere un po’ e hanno chiesto l’ausilio dei vigili del fuoco per poterla trasportare nell’autolettiga (e di qui in ospedale) nel modo più indolore possibile senza “stressarne” oltre le già precarie condizioni: dovendo farla scendere dal secondo piano, dove si trova l’appartamento in cui risiedeva, e trattandosi di un soggetto che pesava un quintale e mezzo, i sanitari hanno chiesto ai pompieri di poter utilizzare un montacarichi per farla scendere direttamente dal balcone dell’alloggio e di qui farla entrare senza problemi in ambulanza. 

Purtroppo però i vigli del fuoco intervenuti il montacarichi non lo avevano a disposizione e così la sessantottenne è stata posizionata e “costretta” in una barella e di qui trasportata giù per le scale, ma l’averla bloccata in questo modo in una posizione inadatta a ricevere l’ossigenazione non le ha certo giovato, così come il tempo perso nel travagliato trasporto: già durante la discesa dalle scale Luigia Petrachi era diventata cianotica. Ha fatto appena a tempo ad arrivare al pronto soccorso del SS Annunziata: dieci minuti dopo è spirata.

Sconvolti dalla perdita e dal modo traumatico in cui essa è avvenuta, i congiunti della vittima, attraverso l’area manager e responsabile della sede di Taranto, Luigi Cisonna, si sono dunque affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, con la collaborazione dell’avvocato del foro di Taranto Daniele D’Elia, e, come da prassi in questi casi, il 30 agosto hanno presentato una denuncia presso la stazione dei carabinieri di Taranto che, come detto, è stata prontamente riscontrata dalla Procura cittadina con l’apertura di un fascicolo e i primi provvedimenti del Pm. 

Caso seguito da:

Luigi Cisonna

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Categoria:

Malasanità Press

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