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Nel terribile incidente successo un anno fa sulla Circonvallazione di Catania era rimasta gravemente ferita anche una coetanea della vittima. Udienza preliminare il 18 gennaio

A quasi un anno da quella tragedia che ha scosso tutta Catania, si avvicina l’ora della giustizia per i familiari di Claudia Russo, la ragazzina di soli 14 anni travolta con un’amica mentre attraversava la strada a piedi da un’auto e deceduta in ospedale dopo cinque giorni di agonia. Riscontrando la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura etnea per il conducente della vettura, G. M., 53 anni, di Caltagirone, con decreto del 4 novembre 2021 il Gip del Tribunale dott.ssa Marina Rizza ha fissato per il 18 gennaio 2022, alle ore 9.30, nel palazzo di giustizia di Piazza Verga, l’udienza preliminare di un processo da cui congiunti della vittima, assistiti da Studio3A-Valore S.p.A., si aspettano una condanna congrua.

Com’è tristemente noto, il 17 novembre 2020, alle 20.50 circa, Claudia e una sua coetanea stavano attraversando viale Bolano, la Circonvallazione di Catania, all’altezza dell’intersezione con via Filippo Eredia, quando l’imputato, una guardia giurata, che procedeva in direzione est-ovest, sulla corsia di sinistra, alla guida di una Ford Fiesta di proprietà dell’agenzia di vigilanza privata per la quale lavorava, le ha investite in pieno, impedendo loro di raggiungere il lato opposto della strada. Un impatto terribile, ulteriore elemento da cui la polizia municipale di Catania, che ha effettuato i rilievi, ha dedotto come il cinquantatreenne procedesse a una velocità “particolarmente smoderata, per usare la stessa definizione data nel loro rapporto: le due ragazzine sono state caricate sul cofano sfondando il parabrezza della macchina e quindi sbalzate a diversi metri di distanza, rovinando sull’asfalto. 

Le condizioni di Claudia sono apparse subito disperate: la quattordicenne è stata trasportata in ambulanza all’ospedale Cannizzaro, in stato di coma, e poi trasferita, proprio in ragione dell’estrema delicatezza del suo quadro clinico, nel reparto di Rianimazione del San Marco, dove però, nonostante tutti i tentativi dei medici di salvarla, il suo cuore ha cessato di battere cinque giorni dopo, il 22 novembre 2020: troppo gravi i politraumi riportati. Si è invece miracolosamente salvata la sua amica, che però ha riportato lesioni pesanti, tra cui svariate fratture, per una prognosi ben superiore ai quaranta giorni.

Il Pubblico Ministero della Procura cittadina dott.ssa Anna Trinchillo ha subito aperto un procedimento penale iscrivendo nel registro degli indagati l’investitore e lo scorso 6 settembre, a chiusura delle indagini preliminari, ne ha chiesto il processo per il reato di omicidio stradale con l’aggravante di aver causato anche lesioni personali stradali gravi a un’altra persona. Il Sostituto procuratore gli imputa di aver percorso la circonvallazione a unavelocità non adeguata, per citare l’atto, e di aver “omesso di dare la precedenza ai due pedoni che si accingevano ad attraversare il viale”, per colpa generica consistita “in imprudenza, negligenza e imperizia”, e colpa specifica consistita “nella violazione della normativa sulla circolazione stradale”, in particolare degli articoli 141 commi 1 e 2 del Codice della Strada, che impongono al conducente di regolare la velocità del veicolo, di conservarne sempre il controllo e di essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza, specialmente l’arresto tempestivo. E a nulla rileva il fatto, come ha più volte chiarito anche la Corte di Cassazione, che le due minori stessero attraversando al di fuori delle strisce pedonali: le più vicine, peraltro, non erano esattamente “alla portata”, trovandosi a circa 60 metri. Conclusioni che rendono in qualche modo giustizia anche alla condotta della vittima. 

I familiari di Claudia, per fare piena luce sui drammatici fatti e sulle responsabilità e per avere giustizia, attraverso il consulente legale Salvatore Agosta, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha già ottenuto per i propri assistiti un equo risarcimento dalla compagnia di assicurazione della vettura investitrice, ma ora si aspettano una risposta forte anche sul fronte penale, pur nella consapevolezza che nessuna pena sarebbe mai commisurata alla perdita che hanno patito. 

Caso seguito da:

Salvatore Agosta

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Categoria:

Incidenti da Circolazione Stradale Press

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