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Lunedì 19 giugno 2023 il presidente dell’Ivass, l’organo di vigilanza sulle assicurazioni, Luigi Federico Signorini, ha presentato la relazione sull’attività svolta dall’istituto nel corso del 2022, una miniera di dati e notizie sul settore, tra i quali non può non fare specie il divario ancora enorme tra il costo delle polizze per l’assicurazione obbligatoria del proprio veicolo in Italia rispetto a quelle degli altri principali partner europei.

E questo nonostante non se la passino affatto male le compagnie di assicurazione operanti nel nostro Paese, 88 imprese nazionali e quattro rappresentanze di imprese extra See (Spazio Economico Europeo): solo per dare due numeri, nel 2022 la raccolta danni è ulteriormente aumentata del 4,6 per cento rispetto al 2021, e il loro risultato di esercizio, per quanto in flessione rispetto all’anno precedente, si è attestato sui 2,3 miliardi di euro.

 

In Italia la Rc-Auto costa oltre cento euro in più rispetto a Francia e Spagna

Prendendo ad esame i dati del 2021, in Italia si registrava un premio medio per la Rc-Auto, al netto di oneri fiscali e parafiscali (cioè il premio di tariffa al netto delle tasse), pari a 289 euro, con un costo dei sinistri (premio puro) di 230 euro, contro una media degli altri Paesi considerati, rispettivamente pari a 228 e 171 euro: il premio medio in Spagna e Francia è di soli 177 euro, oltre cento euro in meno.

Una differenza legata in primo luogo, secondo l’Istituto, al diverso grado di sinistrosità, e poi, sempre secondo le interpretazioni dell’Ivass, vanno considerati il costo della vita, le caratteristiche dei sistemi nazionali fiscali, risarcitori e di welfare, in particolare nel trattamento del danno alla persona (biologico e patrimoniale) e la presenza negli altri Stati di un più efficiente trasporto pubblico che scoraggia l’uso della vettura privata: ad esempio, il rapporto tra numero di veicoli assicurati e abitanti è particolarmente contenuto nel Regno Unito (il 37%) rispetto alla media degli altri Paesi.

Ma il maggior prezzo pagato in Italia rifletterebbe soprattutto il più elevato costo medio dei sinistri, superiore di 59 euro alla media degli altri Paesi, e le spese di acquisizione e gestione, più elevate di 6 euro. Il premio puro rappresenta il 79,5% del premio medio contro il 74,8% della media degli altri Paesi.

 

Il gap si allarga se si considerano i soldi effettivamente pagati dagli assicurati con le tasse

Non solo, Il gap per l’Italia aumenta ancora di più se si considera il prezzo effettivamente pagato dagli assicurati, incluse le componenti fiscali e parafiscali. In Italia la componente parafiscale (Ssn) è pari al 10,5% del premio imponibile, a fronte dell’1,5% in Spagna. Gli oneri fiscali e parafiscali incidono per il 26,2% sul premio italiano contro il 9,5% in Spagna, il 12% nel Regno Unito, il 35% in Francia e il 19% in Germania.

Nel 2023 le polizze sono aumentare ancora

E le cose negli ultimi due anni non sono migliorate, anzi. Il prezzo medio pagato rilevato nell’indagine sui prezzi effettivi per la garanzia Rc-Auto è risultato di 368 euro per i contratti stipulati nel primo trimestre del 2023, con una variazione del +4,0% su base annua, in aumento per il secondo trimestre consecutivo. Anche qui l’Ivass sostiene che il contesto di elevata inflazione e la graduale ripresa della mobilità al termine delle restrizioni associate alla pandemia avrebbero comportato un aumento del costo dei sinistri Rc-auto.

Senza poi contare che i prezzi sono ancora molto eterogenei tra le macro-aree del Paese, con un differenziale tra il Sud e il Nord Ovest di 49 euro nel primo trimestre 2023. Gli assicurati residenti al Sud pagano in media un premio più elevato del 14,2% rispetto agli assicurati del Nord Ovest (395 contro 346 euro).

 

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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Categoria:

Incidenti da Circolazione Stradale

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