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L’odissea di una 65enne rottasi il polso dopo essere scivolata in bici sull’insidioso ghiaino seminato dagli operai che stavano allacciando una casa alla rete telefonica

Già è dura riuscire a ottenere un risarcimento da un Ente pubblico se si cade (e ci si fa male) a causa di strade o marciapiedi dissestati, ma quando i soggetti coinvolti sono due o più, allora l’impresa diventa proprio improba, perché scatta la “legge” dello “scaricabarile”.

Da ormai dieci mesi una sessantacinquenne di Caorle sta portando avanti una battaglia assieme a Studio3A, che la assiste, per essere giustamente risarcita per le pesanti conseguenze riportate in seguito a una brutta caduta determinata indubitabilmente dalle pessime condizioni della strada del suo comune di residenza che stava percorrendo in bicicletta, e peraltro mentre stava tornando a casa dal lavoro.

E’ successo il 27 ottobre 2020, poco dopo le 19, nella frazione di San Giorgio di Livenza, in via Mazzini, dove alcuni operai per conto di Telecom stavano effettuando degli scavi per allacciare alla linea telefonica un’abitazione. Gli addetti, tuttavia, non hanno effettuato esattamente un’opera a regola d’arte né predisposto un cantiere degno di tal nome: nessun segnale di “lavori in corso”, nessuna transenna, e, soprattutto, “rattoppi” dell’asfalto non proprio impeccabili. In particolare, l’impresa ha lasciato un bel po’ di insidioso “brecciolino” seminandolo lungo tutta la carreggiata: per transitare non c’era alternativa, bisognava per forza passarci sopra. Ed è appunto su questo ghiaino che la ciclista è scivolata, rovinando per terra dalla bici e facendosi anche parecchio male. E’ stata subito condotta al pronto soccorso dell’ospedale di Portogruaro dove le hanno riscontrato, tra le varie lesioni, la frattura pluriframmentaria del polso sinistro, con tutto ciò che ne consegue: dolori, gesso, riabilitazione, spese mediche, svariati giorni di malattia dal lavoro e postumi permanenti.

La malcapitata dunque, per essere risarcita, attraverso il responsabile della sede di San Donà di Piave, Riccardo Vizzi, si è rivolta a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha subito raccolto tutta la documentazione medica, fotografica del luogo incriminato, nonché la certificazione dell’Inail che, trattandosi (anche) di un infortunio in itinere, in quanto accaduto nel percorso casa-lavoro, ha appunto “certificato” i giorni di inabilità temporanea e il grado di invalidità permanente. Tutto puntualmente allegato alla richiesta danni inviata al Comune di Caorle.

Il quale però, dopo aver assunto il parere della propria compagnia di assicurazione per la responsabilità civile verso terzi, Allianz, ha denegato qualsiasi responsabilità nell’accaduto, non disconoscendolo, ma invitando a rivolgersi a Telecom che aveva fatto eseguire i lavori in questione. Una posizione che però configge con la legge che disciplina la responsabilità per le cose in custodia, visto che il Comune, in quanto proprietario e gestore di via Mazzini, strada comunale a tutti gli effetti, aveva comunque il dovere di garantirne la sicurezza e di verificarne le condizioni, indipendentemente dal fatto che l’intervento stradale fosse stato effettuato da terzi. Per la cronaca, anche adesso le condizioni di quella via restano precarie.

Comunque, naturalmente, Studio3A ha esperito più tentativi anche con Telecom Italia, ma altrettanto “naturalmente” la risposta è stata la stessa: “non si evidenzia alcuna responsabilità in capo all’azienda”. Risultato? Bisognerà andare per le vie legali.

Caso seguito da:

Dott. Riccardo Vizzi

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