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La mamma e il papà della bambina di soli otto anni, di San Prisco, deceduta il 7 febbraio all’ospedale di Caserta chiedono alla Procura di accertare fatti ed eventuali responsabilità

Di cos’è morta la nostra bambina? E perché il giorno prima della tragedia dall’ospedale l’hanno dimessa? Si poteva fare di più per salvarla?”. Sono le angoscianti domande dei genitori di Giulia Rosa Natale, la bimba di appena otto anni, di San Prisco, nel Casertano, deceduta improvvisamente e inspiegabilmente il 7 febbraio 2024 all’ospedale di Caserta: una tragedia che ha profondamente scosso l’intera comunità. Domande alle quali la mamma e il papà della piccola, che per essere assistiti si sono rivolti a Studio3A, ora chiedono con forza una risposta da parte dell’autorità giudiziaria, confidando che possa presto riscontrare la denuncia querela che hanno presentato mercoledì 14 febbraio presso la stazione dei carabinieri del loro comune di residenza.

Come ha riferito la mamma nell’esposto dettato ai militari e indirizzato alla Procura, la notte di martedì 6 febbraio Giulia aveva accusato febbre molto alta, quasi 40: di qui la decisione di condurla assiema al marito al pronto soccorso del nosocomio di Caserta, anche perché, prima di partire, la bambina aveva avuto dei conati di vomito durante i quali era pure svenuta. In ospedale la piccola paziente è stata sottoposta agli accertamenti di rito, prelievo del sangue, misurazione della pressione, esame cardiologico: durante questa trafila la bimba ha perso conoscenza più volte e continuava a manifestare una febbre alta, nonostante l’antipiretico che le era stato somministrato. Eppure, alle 10.54 del mattino dello stesso 6 febbraio, è stata dimessa con il solo consiglio di effettuare a casa l’ecocardiogramma “Holter” per meglio monitorare nell’arco delle 24 ore della giornata il cuore e la pressione: i genitori hanno insistito più volte affinché i dottori di ricoverassero la figlia, debole e sofferente, per approfondirne le condizioni, ma secondo i sanitari non ve n’era la necessità, gli accertamenti avrebbero dato tutti esito negativo.

E invece, alle 4 di notte del seguente mercoledì 7 febbraio, il suo ultimo giorno di vita, Giulia Rosa ha iniziato a piangere e lamentare forti dolori alle gambe, che erano di ghiaccio. Nuova corsa da parte dei genitori all’ospedale di Caserta, dove stavolta, dopo gli esami di routine quali prelievi, cardiogramma e pressione, i medici devono essersi evidentemente resi conto che la situazione era seria tanto che si è reso necessario coadiuvare la respirazione della giovanissima paziente con l’ossigeno: da quel momento i genitori sono stati fatti uscire dalla sala dove la loro figlia veniva soccorsa e non l’avrebbero più rivista viva. I sanitari hanno riferito loro che poteva trattarsi di un problema di diabete, sospettavano anche una possibile meningite. Finché, nel pomeriggio, è stato deciso il trasferimento nel più attrezzato ospedale Monaldi di Napoli, che sarebbe dovuto avvenire in elisoccorso per accelerare i tempi ma che poi, nella realtà, è stato effettuato con una semplice ambulanza. Ormai però era troppo tardi: alle 19.50 del 7 febbraio, presso il nosocomio partenopeo, è stato certificato il decesso della bambina per “miocardite, insufficienza cardiorespiratoria”.

Sconvolti e disperati, a caldo i suoi genitori si sono chiusi nel loro immenso dolore e hanno solo pensato a dare l’estremo saluto alla loro figlioletta, in un funerale a cui ha partecipato, commosso, “il mondo”. Ma con il passare dei giorni sono maturati in loro sempre più forti il desiderio e la necessità di fare piena luce sui fatti, di capire il perché e, soprattutto, di verificare se nell’occasione del primo ricovero i medici abbiano preso tutte le precauzioni opportune e disposto accertamenti adeguati, nella convinzione che si sarebbe potuto fare molto probabilmente di più per salvare Giulia Rosa.

Per questo, per ottenere verità e giustizia e per evitare altre tragedie simili, la mamma e il papà della bambina, attraverso il consulente personale per la Campania dott. Vincenzo Carotenuto, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, ed è stato presentato un esposto ai carabinieri. “Siamo genitori e non vogliamo che quanto è accaduto a noi succeda ad altri bambini” hanno detto ai militari, chiedendo che vengano disposte indagini per accertare, oltre all’esatta causa della morte della loro figlia, eventuali inadempienze, mancanze e omissioni da parte dei sanitari, attraverso l’acquisizione e il vaglio da parte dell’autorità giudiziaria di tutta la documentazione clinica relativa a entrambi gli accessi all’ospedale di Caserta nonché al successivo, breve ricovero al Monaldi. Nella speranza che la loro istanza sia accolta al più presto.

Caso seguito da:

Dott. Vincenzo Carotenuto

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Categoria:

Malasanità

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