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L’imputato ha patteggiato la pena oggi in tribunale a Modena: gli è stata anche sospesa la patente per un anno. L’incidente costato la vita all’anziana era successo il 31 Dicembre

Nessuna pena sarebbe mai stata commisurata alla loro perdita, ma hanno quanto meno ricevuto una parziale risposta anche dalla giustizia penale i familiari di Maria Lugli, l’ottantaduenne di Modena investita da un’auto nella sua città mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali il 31 dicembre 2020 e spirata dopo due giorni di agonia. Oggi, 9 novembre 2021, avanti il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale modenese, dott. Andrea Scarpa, il conducente della vettura, M. S., 35 anni, con residenza in provincia di Como ma domiciliato nella stessa Modena, accusato del reato di omicidio stradale, ha patteggiato la pena di un anno e tre mesi di reclusione con la sospensione condizionale: gli è stata comminata anche la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida per un anno. 

Quel maledetto mattino dell’ultimo dell’anno l’anziana, che nonostante l’età godeva ancora di ottima salute, come faceva ogni giorno si era recata al mercato servendosi di un carrellino, non perché avesse grosse difficoltà motorie, ma perché, essendo notoriamente le strade e i marciapiedi di Modena parecchio dissestati, si sentiva più sicura appoggiandosi al deambulatore, e lo utilizzava anche per trasportare più agevolmente le borse della spesa. Erano le 7.35 quando la signora ha attraversato a piedi viale Vittorio Veneto, all’altezza del civico 119, utilizzando regolarmente le apposite strisce pedonali. E’ stato allora che è sopraggiunta la Volvo V90 condotta dall’imputato che procedeva in direzione di piazzale Risorgimento e che ha travolto in pieno il pedone, mentre camminava sulla strada da sinistra a destra rispetto al senso di marcia del veicolo: un impatto tremendo che le ha causato lesioni gravissime, tra cui un importante trauma cranico, emorragie interne, fratture multiple compresa quella al bacino. 

Trasportata in condizioni disperate all’Ospedale Civile di Baggiovara, nonostante tutti gli sforzi dei medici per salvarla, il 2 gennaio il cuore di Maria Lugli ha smesso di battere. Un dramma che ha colpito tutta la città, anche perché la donna era molto conosciuta e stimata per aver lavorato per oltre vent’anni come infermiera, prima di andare in pensione, nel principale nosocomio cittadino, il Policlinico, in particolare al reparto “Dozzinanti”, facendosi apprezzare per la sua professionalità e le sue doti umane da colleghi e pazienti.

M. S., subito iscritto nel registro degli indagati dal Pubblico Ministero titolare del relativo procedimento penale, il dott. Pasquale Maffei, per l’ipotesi di reato di omicidio stradale, ha dichiarato di non aver visto l’anziana non accennando neppure a una frenata, e ha giustificato l’accaduto con la scarsa visibilità determinata anche dalle condizioni del parabrezza della vettura, che di notte all’aperto si era totalmente ricoperto di brina per il freddo: il trentacinquenne ha spiegato di aver attivato la ventola, ma ha ammesso di essere partito ugualmente nonostante il vetro fosse sbrinato e disappannato solo in parte. Una leggerezza fatale. Le sue giustificazioni non gli hanno tuttavia evitato il processo, anche perché gli si imputava l’ulteriore violazione di aver impegnato un tratto stradale precluso al traffico ordinario trattandosi di una corsia riservata a taxi e bus: la sua macchina lì non ci sarebbe neanche dovuta essere ed è l’ennesimo motivo di rimpianto per i congiunti della vittima, che sono stati assistiti da Studio3A. 

Di qui dunque la richiesta di rinvio a giudizio per aver causato la morte di Maria Lugli “per colpa consistita genericamente in imprudenza, imperizia e negligenza – per citare l’atto del magistrato -, nonché specificamente nell’inosservanza delle norme che disciplinano la circolazione stradale”, in primis degli art. 191 commi 3 e 4 del Codice della Strada, che impongono ai conducenti dei veicoli di fermarsi e dare la precedenza ai pedoni che transitano sugli attraversamenti pedonali, tanto più in presenza di persone che si muovono con ausili come bastoni, deambulatori e carrozzelle. Richiesta riscontrata da Gip con la fissazione dell’udienza preliminare odierna, culminata con il patteggiamento della pena.  

Il marito Amos, i figli Monica e Giuseppe, la nuora e i due nipoti dell’anziana, per essere assistiti, attraverso la consulente legale dott.ssa Sara Donati si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e si aspettavano un po’ di giustizia per la loro cara anche sul fronte penale. Risposta che è arrivata e che consente anche loro di chiudere almeno il capitolo giudiziario di una ferita che purtroppo, per il resto, non si rimarginerà mai. 

Caso seguito da:

Dott.ssa Sara Donati

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Categoria:

Incidenti da Circolazione Stradale Press

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