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Una carneficina. Va in archivio un anno, il 2023, terribile per i pedoni sulle strade del Paese. Dai dati, e peraltro ancora provvisori, riportati dall’apposito Osservatorio dell’Asaps, l’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, con cui Studio3A ha appena avviato un’importante collaborazione, dal primo gennaio al 31 dicembre dello scorso anno risultano ben 440 decessi tra gli utenti deboli per eccellenza della strada, 283 uomini e 157 donne. Più di metà, 231, avevano oltre 65 anni.

440 pedoni deceduti sulle strade: Lazio, Lombardia e Campania le regioni più a rischio

Grazie alla geolocalizzazione di tutti gli incidenti, l’Asaps è in grado anche di rilevare la loro distribuzione geografia. Da essa emerge che la regione più a rischio per chi va a piedi è il Lazio, con 71 morti, un sesto del totale nazionale, dei quali 42 nella sola Roma, dove attraversare la strada risulta un terno al Lotto. Seguono Lombardia con 51 e Campania con 44. Poi troviamo il Veneto con 40, l’Emilia Romagna con 37, la Sicilia con 33, la Toscana con 28, la Puglia con 21, le Marche con 19, la Sardegna con 18, la Calabria con 17, il Piemonte con 16, la Liguria con 11, l’Umbria con 9, il Friuli Venezia Giulia con 7, l’Abruzzo con 6, le province autonome di Trento e di Bolzano, entrambe con tre, e il Molise, la Basilicata e la Valle d’Aosta, con una vittima ciascuno.

I numeri del report dell’associazione, realizzato in collaborazione con Sapidata, sono inquietanti. Anche perché, come anticipato, si tratta di dati ancora parziali non potendo tenere conto dei pedoni investiti e rimasti gravemente feriti negli ultimi giorni del 2023 che si trovano ricoverati nei reparti di terapia intensiva dei vari ospedali italiani e che potrebbero non farcela: nell’ultima settimana dell’anno le vittime sono state sei. Il dato Istat finale relativo ai pedoni che hanno perso la vita sulle strade nel 2022 indicava 485 decessi. Il rischio che nel 2023 venga superato è molto alto.

Il dieci per cento delle vittime sono state travolte da pirati

Molti pedoni sono stati uccisi nel luogo più sicuro, sulle strisce pedonali dei centri urbani, nonostante sia prevista la perdita di otto punti dalla patente in caso di mancata precedenza da parte dei conducenti di veicoli. O addirittura mentre camminavano tranquilli sul marciapiede o in attesa alla fermata del bus.

E sono ancora troppi, come certifica l’Asaps, i casi di pirateria stradale, oltre una quarantina. Il 10 per cento di tutti gli investimenti mortali ha visto la fuga del conducente che ha provocato il sinistro mortale. Le forze dell’ordine, grazie ai sistemi di videosorveglianza e alle indagini tecnologiche, riescono a rintracciare il responsabile nell’80 per cento dei casi, ma nonostante l’introduzione del reato di omicidio stradale che ha inasprito le pene, la fuga rimane un comportamento troppo frequente da Nord a Sud d’Italia, con utenti della strada ubriachi o con la patente sospesa o revocata, o con veicoli privi di copertura assicurativa.

L’osservatorio rileva anche la distribuzione temporale degli investimenti mortali. Suddivisi per mese, sono avvenuti 53 decessi a gennaio, 36 a febbraio, 31 a marzo, 18 ad aprile, 21 a maggio, 32 giugno, 38 a luglio, 37 ad agosto, 52 a settembre, 47 a ottobre, 32 a novembre e 43 a dicembre.

 

Dei 440 morti, 231 avevano più di 65 anni, ma 17 meno di 18

Come si è già ricordato, più di metà dei pedoni deceduti, 231, avevano più di 65 anni, a conferma di come siano gli anziani i più indifesi e i soggetti più rischio a causa di riflessi ridotti e parziali difficoltà nella deambulazione. Per contro, però, non può passare sotto silenzio il fatto, ancora più doloroso, che 17 vittime avevano meno di 18 anni. Di questi, due deceduti ad aprile, uno a giugno, un piccolo in Veneto e una bimba di appena sei anni che era riuscita a fuggire con la sua famiglia dalla guerra in Ucraina per poi trovare la morte sulle strade di Potenza. E ancora, in luglio, un tredicenne travolto a Negrar di Valpolicella, nel Veronese, da un pirata, poi arrestato; un diciassettenne bergamasco in agosto, un quindicenne nel Lazio a settembre, sempre una quindicenne nella stessa regione e un sedicenne a Torino in ottobre.

Preoccupante anche il numero delle vittime tra gli operai dei cantieri stradali

Altro fenomeno allarmante, infine, è che molti investimenti hanno visto protagonisti operai nei cantieri stradali, dove emerge spesso anche un tema di sicurezza sul lavoro e di idonea segnaletica stradale che preallerti gli automobilisti. Stesso dicasi per i non pochi anziani investiti da mezzi della nettezza urbana lungo le strade cittadine. E sono decine anche i casi di automobilisti scesi da auto in panne e poi travolti da veicoli in transito, tragedie che ripropongono l’assoluta necessità di rendersi visibili con l’apposito giubbetto retroriflettente di cui tutti devono essere dotati a bordo dei veicoli.

 

Il commento del Presidente dell’Asaps, Giordano Biserni

Si conclude un altro anno con centinaia di pedoni morti: in ogni giorno del 2023 più di una persona, uomo, donna, anziano o bambino, non è più tornata a casa a causa di un veicolo che gli ha tolto la vita – commenta amaro il dott. Giordano Biserni, Presidente dell’Asaps Occorre che il Disegno di legge ora in Commissione Trasporti alla Camera dei Deputati venga approvato con urgenza, temiamo infatti che i lavori parlamentari necessitino di molti mesi, come accaduto con la legge sull’omicidio stradale. Asaps chiede anche di rivedere la positiva proposta che introduce la mini-sospensione della patente in caso di numerose violazioni al codice della strada, limitata però solo a chi ha meno di 20 punti, che rappresenta soltanto il cinque per cento di tutti i patentati in Italia. Questa misura va estesa per tutti senza distinzione dei punti posseduti. Molto spesso è proprio la distrazione da cellulare che fa perdere la concentrazione alla guida, con pedoni che volano via dopo l’urto sulle strisce pedonali. Servono poi più pattuglie dedicate e sanzioni certe, anche se i segnali delle ultime settimane del 2023 denotano un maggior numero di controlli da parte di tutte le forze dell’ordine, Polizia Stradale, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e le Polizie Locali: una “stretta” che dovrà proseguire anche per il 2024 appena iniziato”.

Scritto da:

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Dott. Nicola De Rossi

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Categoria:

Incidenti da Circolazione Stradale

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