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Nel 1992, più di trent’anni fa, con la legge 257 l’Italia ha messo definitivamente al bando l’amianto. Purtroppo, però, le conseguenze dannose che questo agente cancerogeno provoca sulla salute umana sono ancora evidenti, a causa della lunghezza particolare del processo di sviluppo delle malattie asbesto correlate: il periodo di latenza, infatti, supera generalmente i 25 anni e le patologie conseguenti possono manifestarsi anche a 40 anni dall’esposizione.

Così oggi, dopo un trentennio, sono ancora tanti, in media quasi 1.500 all’anno, i lavoratori affetti da tali malattie a cui è stata riconosciuta dall’Inail l’origine professionale: per assicurare ai malati una tutela maggiore, infatti, la Legge di stabilità 2008 ha istituito presso l’Istituto il Fondo per vittime dell’amianto. A beneficiarne sono i titolari di rendita diretta Inail, a cui è stata riconosciuta una patologia asbesto correlata, e i titolari di rendita a superstiti di lavoratori vittime dell’amianto. Nel 2015 i benefici del Fondo sono stati estesi anche ai malati affetti da mesotelioma per esposizione ambientale o familiare. E di recente, la legge di stabilità 2021 ha stabilizzato queste prestazioni.

 

Dal 2017 al 2021 l’Inail ha riconosciuto malattie da amianto in media a 1429 lavoratori l’anno

Data quindi la persistente attualità della questione amianto, la Consulenza statistico attuariale dell’Inail cura l’aggiornamento periodico dei dati riguardanti questo comparto, e l’ultimo report, diffuso il 9 gennaio 2023, fornisce i numeri sulle malattie asbesto correlate riconosciute nel quinquennio 2017-2021, le rendite erogate, il numero dei beneficiari e le prestazioni una tantum per mesoteliomi di natura non professionale.

Dal rapporto emerge, come anticipato, che dal 2017 al 2021 mediamente ogni anno i lavoratori affetti da patologie asbesto correlate a cui è stata riconosciuta dall’Inail l’origine professionale sono stati 1.429, ma si sale a oltre 1.700 nel triennio 2017-2019 in cui i dati sono più consolidati. Va infatti precisato che i dati relativi agli anni più recenti, in particolare al 2021, non possono essere ritenuti consolidati a causa dei tempi di definizione della pratica e di osservazione dei postumi patologici.

L’effetto del consolidamento dei dati, come sopra ricordato, si ripercuote sulla gravità dei postumi causati dalle malattie: nel 2021 il 28% dei lavoratori affetti da queste patologie risulta deceduto a causa della malattia, mentre nel 2017 la percentuale si attesta al 44%. Nel giro di pochi anni, una cospicua parte dei tecnopatici con menomazione permanente compresa tra il 51% ed il 100% subisce un aggravamento dei postumi e l’esito diventa mortale, nel 2021 infatti i lavoratori presenti nella classe di menomazione 51%- 100% sono il 28%, nel 2017 il 6%.

Sempre in questo periodo, rileva il report dell’Inail, circa il 4% dei riconoscimenti ha riguardato le donne, per le quali la definizione dei postumi si è rilevata più severa. Nell’anno 2017 il 67% delle lavoratrici sono decedute, l’11% ha registrato una menomazione compresa tra il 51% ed il 100%, e solo il 22% una menomazione inferiore.

 

Le patologie asbesto correlate più diffuse

Nel triennio 2017-2019 a ricevere il maggior numero di riconoscimenti, con circa 600 casi l’anno, sono stati i tumori maligni di tessuto mesoteliale e dei tessuti molli, pari al 35% delle tecnopatie derivanti dall’esposizione ai minerali d’amianto. A seguire, le altre malattie della pleura con circa 580 casi l’anno (33%). Le malattie polmonari da agenti esterni e i tumori maligni dell’apparato respiratorio e degli organi intratoracici hanno ricevuto entrambi circa 270 riconoscimenti l’anno, pari al 15%.

Riveste particolare interesse anche la ripartizione territoriale condotta dallo studio Inail. Nell’anno 2021, nel Nord-Ovest la malattia professionale asbesto correlata di gran lunga più diffusa è il tumore maligno di tessuto mesoteliale e dei tessuti molli, con una percentuale del 75%. E in questo territorio risulta concentrato il 53% dei casi a livello nazionale. Analogamente, questo riconoscimento riguarda il 45% dei casi nel Nord-Est e del 42% nelle regioni centrali.  Nel Sud e nelle Isole, invece, lo scenario cambia, con il 35% dei riconoscimenti riguardanti le malattie polmonari da agenti esterni. Anche l’ultimo report conferma la concentrazione delle malattie asbesto correlate nel settore industria. Nel 2021 la percentuale in questo comparto è stata del 75%, con prevalenza dei casi nella metalmeccanica e nelle costruzioni, seguita dall’artigianato con il 15%.

Riguardo alle rendite di inabilità permanente, nel periodo 2017-2021 si registra una continua decrescita del loro numero, con una diminuzione quantificabile nell’11,2%. Anche qui il report aggiorna sulla ripartizione territoriale di erogazione, con la prevalenza di Campania (18%), Liguria (11%), Piemonte (10%) e Toscana (9%). A fronte di un decremento delle rendite di inabilità permanente, chiaramente collegate ai decessi, quelle a superstiti nel quinquennio 2017- 2021 sono aumentate di oltre il 12%.

 

Le prestazioni del Fondo vittime amianto, comprese quelle per il mesotelioma

La pubblicazione riepiloga infine i dati dei beneficiari professionali del Fondo: nel periodo 2008-2021 la loro platea risulta aumentata del 45%. In particolare, il numero dei tecnopatici percettori della prestazione aggiuntiva registra una flessione del 14%, mentre il numero dei superstiti beneficiari della prestazione si è incrementato dell’89%.

Come si è detto, dal 2015 la tutela del Fondo è prevista anche per i malati di mesotelioma dovuto a esposizione di natura ambientale o familiare, e per i loro eredi. La prestazione viene erogata una tantum ed è pari a deicimila euro. Come riporta lo studio, al 15 settembre 2022 sono pervenute all’Inail 2706 richieste di prestazioni, con anno di prima diagnosi collocabile tra il 2015 e il 2021, e con una media di 340 istanze l’anno. Delle 2706 richieste, l’80% sono state accolte, il 16% respinte e il restante 4% risulta in istruttoria. Oltre il 90% delle istanze accolte riguarda esposizioni di tipo ambientale, e in questa fattispecie i maschi sono poco più della metà. Nel caso di esposizione familiare, invece, l’86% dei malati è di genere femminile.

La regione con il maggior numero di richieste pervenute all’Inail al 15 settembre 2021 e anno prima diagnosi compreso tra il 2015 e il 2021 è la Lombardia (35%), seguono il Piemonte (15%) e l’Emilia Romagna (13%). Milano e Alessandria (rispettivamente con l’11%% e l’8% delle richieste sul totale Italia) sono le province dove si sono concentrate il maggior numero di istanze, segue Pavia (6% delle richieste).

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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Categoria:

Infortuni sul Lavoro

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