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Andrà anche su Rai Uno il tanto assurdo quanto doloroso caso dell’urna con le ceneri di una defunta perduta un anno fa al cimitero di Gambarare di Mira, in provincia di Venezia: mercoledì 23 novembre il programma dalla parte del consumatore “Tempo & Denaro”, condotto in studio da Elisa Isoardi e in onda dalle 11.05 (in foto, una precedente partecipazione di Studio 3A), dedicherà un servizio alla vicenda, che ha destato scalpore e unanime indignazione, con un’intervista alle due figlie dell’anziana di cui non si trovano più i resti e alla dottoressa Pisana Riccò liquidatrice di Studio 3A, che le assiste: la location dell’intervista sarà piazza Nove Martiri, di fronte al municipio di Mira.

I fatti risalgono a dicembre 2015. Annalisa e Renata Cagnin, residenti a Mira, come gli altri loro familiari, ricevono la lettera dal Comune che la salma del papà Gino, deceduto nel 1991, sarà esumata il 29 dicembre, nell’ambito di una sessantina di esumazioni “di emergenza” per ricavare spazi al cimitero di Gambarare, con i lavori fissati a cavallo di Natale: un periodo inopportuno e che ha anche costretto le famiglie dei defunti al riconoscimento delle spoglie del caro estinto durante le feste natalizie.

All’interno della tomba a terra dove l’uomo è sepolto, sopra la sua testa e protetta da un pozzetto, c’è anche la teca con le ceneri della moglie, Livia Bottacin, scomparsa nel 2011 e cremata. Le figlie hanno voluto riunirli da subito e sono state autorizzate a riporre provvisoriamente l’urna della mamma nella tomba del papà, in attesa di spostarli entrambi nell’ossario dopo l’esumazione di quest’ultimo. Che le ceneri fossero lì non c’è dubbio: nella lettera del Comune di Mira, che riceve anche l’Art.co, la cooperativa che ha in appalto i servizi cimiteriali, lo si specifica chiaro.

Il giorno stabilito Annalisa Cagnin si reca in cimitero, ma quando arriva gli addetti dell’Art.co sono già avanti coi lavori: gli operai hanno già rimosso la lapide, aperto la tomba e scavato con una ruspa per arrivare alla cassa. Sono già pronti a consegnarle le ossa del padre, ma quando la signora chiede di avere anche l’urna con le ceneri della madre, cadono dalle nuvole. La Cagnin, comprensibilmente sotto choc, continua a fare presente che lì sotto le ceneri dovevano esserci e che la loro presenza era chiaramente certificata dalla lettera del Comune, ma l’operatore dell’impresa prima prima mette in dubbio la circostanza, poi allarga le braccia. Si trattava di una teca a forma di pallone ovale di una certa grandezza e con il talloncino del nome sopra, ma nonostante questo non ve n’è più traccia.

Le sorelle Cagnin, il fratello e gli altri familiari si recano subito in municipio, e lo faranno più volte, chiedono spiegazioni, scongiurano i funzionari preposti a recuperare l’urna, ricevono mille scuse e la garanzia che la Art.co ritroverà le ceneri, ma i giorni passano invano. Di qui la decisione di presentare una querela presso la stazione dei carabinieri di Camponogara e di rivolgersi, attraverso la consulente personale, dott.ssa Elisa Sette, a Studio 3A, la società specializzata a livello nazionale nella valutazione della responsabilità civili e penali a tutela de diritti dei cittadini, per far luce sulla vicenda e ottenere giustizia.

Anche Studio 3A ha cercato di far pressione sul Comune di Mira e sull’impresa per trovare l’urna, ma senza esito. Del resto, il timore più che fondato è che purtroppo il pozzetto e l’urna siano stati travolti dalla scavatrice e le ceneri disperse nel terreno rivoltato. Difficilmente, dunque, tanto più a distanza di un anno, la famiglia Cagnin recupererà qualcosa delle spoglie della povera signora Livia. Studio 3A si è quindi attivato per ottenere un equo risarcimento per il grave danno morale subito dai propri assistiti, ma in questi mesi si è trovato di fronte al solito scaricabarile. A una prima richiesta danni all’impresa il legale della Art.co Servizi con sede a Palmanova, che peraltro non ha neanche fornito le coperture assicurative richieste, ha avuto risposto, testuale: “La cooperativa declina ogni responsabilità in ordine al mancato rinvenimento delle ceneri della signora Livia Bottacin, operazione avvenuta, tra l’altro, in presenza dei familiari”.

Studio 3A sì è rivolto anche all’Amministrazione comunale di Mira chiedendone le coperture assicurative, ma la compagnia di assicurazione del Comune, Generali, ha risposto scaricando ogni responsabilità sulla ditta: “Non riteniamo impegnata la responsabilità del nostro assicurato, in quanto il lavoro di esumazione è stato commissionato alla ditta Art.co Servizi (…) che era stata debitamente e dettagliatamente informata della presenza del pozzetto all’interno della tomba del sig. Cagnin, contenente l’urna con le ceneri della sig.ra Bottacin, e alla quale vi invitiamo a rivolgere le Vostro pretese risarcitorie”. Cosa che Studio 3A ha ri-fatto, ottenendo però dall’avvocato dell’impresa la stessa risposta della prima lettera: “Nessuna responsabilità può essere iscritta alla mia cliente che, quindi, declina ogni obbligo in merito”.

Morale della (triste) favola, per ottenere giustizia le sorelle Cagnin e i loro familiari dovranno intentare una lunga e dolorosa causa per il tramite del servizio legale di Studio 3A.

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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Categoria:

Blog Responsabilità della Pubblica Amministrazione

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