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L’infortunio, causato da una “prassi” contraria a ogni norma di sicurezza, è accaduto l’11 luglio nel Padovano: vittima un appena 18enne operaio di un’azienda agricola del Vicentino

Quando, nella sede di Treviso di Studio3A a cui si è rivolto per essere assistito, gli è stato chiesto come fosse finito investito e schiacciato dal mezzo agricolo condotto dal datore di lavoro, la sua risposta, pronunciata con il “candore” dei suoi poco più che 18 anni, e quasi con un senso di colpa per aver “mancato” la consegna, ha lasciato tutti di sasso: “il titolare non vuole fermarsi con il trattore, vuole che saliamo al volo”. E’ a causa di questa “prassi” che contrasta con il buon senso, oltre che con tutte le più elementari norme antinfortunistiche, che un appena diciottenne bracciante di Noventa Vicentina (Vi) ha rischiato grosso di lasciarci la pelle sui campi e, pur essendosela cavata, ha riportato pesantissime lesioni che gli lasceranno postumi invalidanti per tutta la vita.

Teatro dell’ennesimo infortunio sul lavoro, avvenuto l’11 luglio 2022 alle 14.30, un terreno agricolo di BORGO Veneto, nel Padovano. Il giovanissimo, di origini senegalesi ma nato e sempre vissuto in Italia, a Noventa Vicentina, dove ha anche fatto le scuole, prestava la sua opera per conto di una società agricola del Basso Vicentino attiva nell’ambito della coltivazione di fondi rustici e allevamento di animali e specializzata nell’attività di contoterzista fornendo servizi agro-meccanici e tecnologici ad agricoltori terzi utilizzando i propri mezzi e macchinari. Il diciottenne peraltro era regolarmente assunto con contratto a tempo determinato per una durata di venti giornate lavorative.

Il ragazzo era impegnato nella raccolta delle patate che stava effettuando con altri colleghi sistemati tutti sopra il rimarchio del trattore agricolo condotto dal titolare. Finito di passare una fila, questi ha ordinato al diciottenne e ad un suo compagno di scendere per recuperare le patate che erano cadute per terra, cosa che hanno fatto. Quando però i due operai hanno ultimato la mansione assegnata, il titolare era già partito per raccogliere i tuberi lungo un’altra fila ed è appunto qui che i due lavoratori, per tornare sul rimorchio, hanno dovuto salire “al volo” perché il datore di lavoro in questi casi non arrestava mai la sua corsa per consentire ai sottoposti di “montare” in sicurezza, ma li “imbarcava” sempre al volo, nessuna sosta. Così facendo però il diciottenne, che ha dovuto passare dietro per raggiungere il lato destro del mezzo, visto che da quello sinistro, più diretto, era salito il collega, mettendo il piede sulla scaletta del trattore in movimento è scivolato, è caduto malamente a terra e la ruota del rimorchio del mezzo agricolo gli è letteralmente passata sopra, schiacciandolo, con conseguenze devastanti. E mentre era riverso sul terreno in preda a dolori lancinanti, il suo titolare lo ha pure redarguito e gli avrebbe detto, quasi con disprezzo: “In 25 anni non mi era mai capitata una cosa del genere, guarda cosa mi succede con te”. 

Sta di fatto che, a fronte della grave situazione, è stato chiamato il 118 per soccorrere il lavoratore, che è stato trasportato in ambulanza all’ospedale Madre Teresa di Calcutta di Monselice dov’è rimasto ricoverato fino al 15 luglio e gli hanno riscontrato una prognosi pesantissima per “politrauma ad elevata dinamica”: fratture multiple del bacino (frattura composta dell’ala sacrale di destra e frattura delle branche ileo-ischio pubiche di sinistra), contusione polmonare sinistra e pneumotorace post traumatico. Dovrà restare a riposo assoluto a letto per tre settimane seguendo una rigida terapia farmacologica, e non solo antidolorifica, e poi sottoporsi a radiografie, esami e visite di controllo ortopediche e pneumologiche, anche per pianificare le tappe della riabilitazione, fermo restando che gli residueranno comunque postumi invalidanti, tanto più gravosi data la sua giovane età e che gli impediranno in futuro si svolgere attività lavorative con eccessivo sforzo fisico: ne avrà per mesi. 

Il ragazzo, per essere tutelato, attraverso il responsabile della sede di Treviso Diego Tiso si è affidato a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che, oltre ad aver subito acquisito tutta la documentazione clinica, ha già richiesto anche quella relativa agli accertamenti su dinamica, cause e responsabilità dell’accaduto svolti dagli ispettori dello Spisal dell’Asl 6 Euganea, intervenuti in loco per i rilievi, e ha quindi chiesto i danni all’impresa agricola per la quale il giovane lavorava, che andrà risarcito fino in fondo per tutti i gravi pregiudizi fisici e morali patiti. Ma lo Studio sta attendendo anche gli sviluppi sul fronte penale della vicenda perché,  dinanzi a una prognosi di ben oltre i 40 giorni, il datore di lavoro dovrà automaticamente rispondere anche di lesioni personali gravissime: la “lezione”, se non altro, sembra essere servita, adesso l’imprenditore agricolo prima di far salire i braccianti sul suo trattore fermerebbe la marcia. Ma il ravvedimento è arrivato, al solito, troppo tardi. 

Caso seguito da:

Diego Tiso

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Categoria:

Infortuni sul Lavoro Press

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