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Ha destato sorpresa e sdegno tra i familiari di Mara Visentin e i loro patrocinatori l’ennesima, infondata indiscrezione lanciata dai difensori di Ronnie Levacovic  

E’ pura immaginazione che i fanali dell’utilitaria di Mara Visentin fossero mal funzionanti o addirittura spenti”. Per i familiari della sessantatreenne di Preganziol, rimasta vittima con l’amica Miriam Cappelletto del terribile incidente sul Terraglio accaduto lo scorso 24 marzo e causato dal venticinquenne Rom Ronnie Levacovic, quest’indiscrezione sulla perizia cinematica priva di qualsiasi fondamento è stata l’ennesimo schiaffo di questa dolorosa vicenda, così come sono rimasti basiti e indignati il loro penalista, l’Avv. del foro di Treviso Andrea Piccoli, e Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini a cui i congiunti della donna si sono rivolti per essere seguiti, attraverso il responsabile della sede trevigiana, Diego Tiso.

Anche perché Studio3A ha seguito da vicino, per i propri assistiti, la consulenza tecnica per ricostruire la dinamica, le cause e le responsabilità del sinistro disposta dal Pubblico Ministero della Procura della Marca Giulio Caprarola, titolare del procedimento penale per omicidio stradale plurimo a carico del giovane, e affidata all’esperto ingegner Pierluigi Zamuner: alle operazioni peritali ha infatti partecipato passo passo anche l’ing. Mario Piacenti, quale consulente tecnico di parte della famiglia messo a disposizione da Studio3A e nominato dall’avv. Piccoli. 

Siamo rimasti sorpresi di quest’uscita, in primo luogo perché conosciamo bene la professionalità dell’ing. Zamuner e l’estrema riservatezza e discrezione con cui gestisce le consulenze tecniche che gli vengono affidate, in seconda battuta, soprattutto, perché la circostanza dei fari mal funzionanti o persino spenti non è mai stata posta né sollevata, è pura fantasia. I mezzi incidentati posti sotto sequestro sono stati esaminati dai periti, ma anche volendo seguire questa mera suggestione sarebbe impossibile provare alcunché, la Citroen della povera signora Visentin è solo un ammasso di lamiere, i fanali non esistono più” spiega l’avv. Piccoli. E contrattacca: “Quel tremendo tamponamento è successo solo ed esclusivamente a causa della scellerata condotta di guida di Levacovic, che peraltro a noi risulta procedesse a una velocità non di 120 ma di 150 km all’ora. Confidiamo che l’indagine possa continuare nelle sedi opportune e all’insegna dell’obiettività, e non sui giornali a forza di periodiche “boutade” per tentare di sgravare la posizione dell’indagato che offendono la memoria delle vittime e feriscono i loro cari”. 

Il consulente tecnico e il legale di Levacovic, infatti, prima avevano già sollevato il dubbio che la signora Visentin potesse essersi immessa con la sua auto sul Terraglio da qualche laterale.  I consulenti tecnici hanno battuto palmo a palmo tutto quel tratto di Terraglio dove si è verificato lo schianto arrivando a escludere in via categorica una turbativa del genere, per il semplice fatto che la strada laterale più vicina al punto d’urto dista cento metri – puntualizza Piccoli – Venuta meno questa ancora di salvataggio, ecco spuntare le luci. Tra poco ci diranno che la macchina delle due sfortunate e incolpevoli donne è planata dall’alto. E’ ora e tempo che i difensori prendano atto delle esclusive e gravissime responsabilità del loro assistito e che Levacovic se le assuma fino in fondo, dimostrandosi coerente con le richieste di perdono presentate dai suoi familiari”. 

Caso seguito da:

Diego Tiso

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Categoria:

Incidenti da Circolazione Stradale

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