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Una carneficina senza fine, più di due morti bianche al giorno. L’Inail il 31 maggio 2023 ha reso noti i dati sul fenomeno infortunistico relativi al primo quadrimestre del 2023, da cui emerge che gli infortuni in generale, pur restando sempre tanti, troppi, sono in calo rispetto allo stesso periodo del 2022, ma quelli mortali continuano invece ad aumentare.

 

Oltre 187mila infortuni sul lavoro nei primi quattro mesi del 2023

Scendendo nel dettaglio, le denunce di infortunio presentate all’istituto entro il mese di aprile 2023 sono state 187.324, in calo rispetto alle 254.493 del primo quadrimestre del 2022 (-26,4%), ma in aumento rispetto alle 171.870 del 2021 (+9,0%) e alle 172.319 del 2020 (+8,7%).

A livello nazionale i dati rilevati al 30 aprile di ciascun anno evidenziano, per i primi quattro mesi del 2023 rispetto all’analogo periodo del 2022, un decremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 230.357 del 2022 ai 161.076 del 2023 (-30,1%), mentre quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, hanno fatto registrare un aumento dell’8,8%, da 24.136 a 26.248.

Le dinamiche per settore, territori, sesso, nazionalità ed età

Nell’aprile di quest’anno il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un -33,0% nella gestione Industria e servizi (dai 210.039 casi del 2022 ai 140.790 del 2023), un -0,2% in Agricoltura (da 7.946 a 7.930) e un +5,7% nel Conto Stato (da 36.508 a 38.604). Si osservano decrementi degli infortuni in occasione di lavoro in quasi tutti i settori produttivi, in particolare la Sanità e assistenza sociale (-77,2%), l’Amministrazione pubblica, che comprende l’attività degli organismi preposti alla sanità -Asl – e gli amministratori regionali, provinciali e comunali (-66,4%), e il Trasporto e magazzinaggio (-61,8%). In controtendenza alcuni settori del comparto manifatturiero, come quelli delle bevande (+23,7%) e dell’abbigliamento (+12,3%).

L’analisi territoriale evidenzia un calo delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più consistente nelle Isole (-33,3%), seguite dal Sud (-32,9%), dal Nord-Ovest (-29,7%), dal Centro (-26,0%) e dal Nord-Est (-17,9%). Tra le regioni con i maggiori decrementi percentuali si segnalano la Campania, la Liguria, il Molise e l’Abruzzo.

Il calo che emerge dal confronto dei primi quadrimestri del 2022 e del 2023 è legato sia alla componente femminile, che registra un -41,1% (da 115.567 a 68.072 casi denunciati), sia a quella maschile, che presenta un -14,2% (da 138.926 a 119.252). Il decremento ha interessato sia i lavoratori italiani (-29,4%) sia quelli comunitari (-23,2%) ed extracomunitari (-5,8%). Dall’analisi per classi di età emergono diminuzioni in tutte le fasce, tranne tra gli under 20 (+20,3%) e, in minor misura, tra gli over 74 anni (+2,7%), i più giovani e i più anziani, una circostanza inquietante, peraltro non nuova, che deve, anche questa, far riflettere.

 

In aumento i casi mortali

Per contro, però, le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nel primo quadrimestre 2023 sono state 264, tre in più rispetto alle 261 registrate nel primo quadrimestre 2022, anche se 42 in meno rispetto al 2021 e 16 in meno rispetto al 2020, anni però caratterizzati dalle numerose morti dovute a contagio professionale da Covid.

A livello nazionale i dati rilevati al 30 aprile di ciascun anno evidenziano per il primo quadrimestre 2023, rispetto al pari periodo 2022, pur nella provvisorietà dei numeri, un decremento solo dei casi mortali in itinere, scesi da 70 a 57, mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro passano da 191 a 207. L’aumento ha riguardato solo l’Industria e servizi (da 219 a 227 denunce), a differenza dell’Agricoltura (che scende da 31 a 28) e del Conto Stato (da 11 a 9).

Dall’analisi territoriale emerge un incremento nel Nord-Ovest (da 74 a 79 casi), al Centro (da 58 a 60) e nelle Isole (da 17 a 20), un calo nel Nord-Est (da 65 a 60) e al Sud (da 47 a 45). Tra le regioni con i maggiori incrementi si segnalano la Liguria, l’Umbria e la Campania (+6 casi mortali ciascuna), mentre i cali più evidenti sono quelli di Puglia (-6), Toscana, Emilia Romagna e Provincia autonoma di Bolzano (-4 ciascuna).

L’aumento rilevato nel confronto tra i primi quadrimestri del 2022 e 2023 è legato solo alla componente maschile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 233 a 243, mentre per quella femminile si registra un calo, da 28 a 21. Costanti le denunce dei lavoratori italiani (217 in entrambi i quadrimestri), in aumento quelle degli extracomunitari (da 29 a 39) e in calo quelle dei comunitari (da 15 a 8). Dall’analisi per classi di età, si registrano aumenti tra gli under 29 (da 28 a 36 casi) e tra gli over 49 (da 133 a 161) e diminuzioni nella fascia 30-49 anni (da 100 a 67).

Al 30 aprile di quest’anno risultano tre denunce di incidenti plurimi, per un totale di sei decessi, due dei quali stradali. Anche nel primo quadrimestre del 2022 gli incidenti plurimi erano stati tre per un totale di sei decessi, tutti stradali.

 

Le malattie professionali, anche queste in continuo aumento

Infine, le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nel primo quadrimestre del 2023 sono state 23.869, 4.582 in più rispetto allo stesso periodo del 2022 (+23,8%). L’incremento è del 28,1% rispetto al 2021, del 61,6% sul 2020 e del 12,5% rispetto al 2019.

I dati rilevati al 30 aprile di ciascun anno mostrano un aumento del 23,7% nella gestione Industria e servizi (da 15.848 a 19.605 casi), del 23,8% in Agricoltura (da 3.268 a 4.045) e del 28,1% nel Conto Stato (da 171 a 219). L’incremento delle denunce interessa il Nord-Est (+29,8%), il Centro (+27,8%), il Sud (+24,3%) e il Nord-Ovest (+23,6%), mentre le Isole registrano un calo (-2,0%).

In ottica di genere si rilevano 3.088 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 14.311 a 17.399 (+21,6%), e 1.494 in più per le lavoratrici, da 4.976 a 6.470 (+30,0%). L’aumento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani, passate da 17.848 a 21.928 (+22,9%), sia quelle dei comunitari, da 501 a 568 (+13,4%), e degli extracomunitari, da 938 a 1.373 (+46,4%).

Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nel primo quadrimestre del 2023, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dai tumori e dalle patologie del sistema respiratorio.

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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Categoria:

Infortuni sul Lavoro

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