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La condanna oggi in Tribunale a Cagliari: il giudice ha disposto anche una provvisionale per i familiari del 68enne cagliaritano, non ancora risarciti e costituitisi parte civile

All’esito dell’udienza tenutasi oggi, giovedì 14 marzo 2024, in Tribunale a Cagliari, avanti il giudice dott. Giorgio Altieri, è stata inflitta una condanna a otto mesi di reclusione, con la sospensione condizionale, ad Andrea Piras, 34 anni, di Dolianova (Sud Sardegna), l’automobilista accusato dalla Procura cagliaritana, e ora anche condannato, per aver provocato il fatale tamponamento a catena di cui è rimasto vittima il cagliaritano Raffaele Degioannis, 68 anni, la sera del 28 settembre 2021, nella stessa Dolianova, mentre percorreva via Cagliari in sella alla sua bici elettrica. All’imputato, di cui il Pubblico Ministero della Procura del capoluogo sardo, dott. Marco Cocco, titolare del relativo procedimento penale per omicidio stradale, aveva chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio al termine delle indagini preliminari, e che ha potuto beneficiare dello sconto di pena previsto dal rito abbreviato scelto, è stata anche comminata la sanzione accessoria della sospensione della patente guida per due anni. E’ stato inoltre condannato a rifondere tutte le spese legali del processo e il giudice ha disposto una provvisionale a favore delle parti civili: i familiari della vittima, assistiti da Studio3A e dall’avv. Carlo Salvatore Usai, del foro di Cagliari, si sono infatti costituiti parte civile non essendo stati sin qui mai risarciti dall’assicurazione della vettura dell’imputato, Vittoria Assicurazioni.

Com’è stato ricostruito dalla perizia cinematica che il Sostituto Procuratore ha affidato all’ing. Silvia Falqui Cao, la causa preminente del sinistro di cui è rimasto vittima Degioannis è stata individuata nel mancato rispetto della distanza di sicurezza da parte dell’imputato, oltre che nell’eccessiva velocità tenuta. Piras, che percorreva via Cagliari, tratto della Provinciale 14, diretto da Dolianova verso la Statale 387, alla guida dei una Peugeot 108 in cui si trovavano a bordo anche la moglie e i due figli minori, marciando a una velocità stimata di 85 km/h, superiore al limite stabilito in quel punto di 70 km/h, non si è avveduto in tempo che l’automobilista che lo precedeva nella stessa direzione, anche lui di Dolianova, al volante di una Peugeot 308, aveva frenato alla vista della bicicletta elettrica E-Mootika di Degioannis, che procedeva a sua volta davanti a lui, per evitare qualsiasi rischio di contatto. L’imputato, essendo troppo vicino alla vettura che aveva davanti, ha frenato bruscamente e ha tentato di superarla per non urtarla, ma non c’è riuscito, colpendola sullo spigolo posteriore sinistro con lo spigolo anteriore destro della sua auto. E a causa del violento tamponamento subito, che ha distrutto e proiettato fuori strada anche i veicoli, la Peugeot 308 è stata a sua volta sospinta in avanti travolgendo con la fiancata la bici e il ciclista, che è anche finito sotto la macchina. Il resto, purtroppo, è tristemente noto. Estratto dai vigili del fuoco di Cagliari e condotto in ambulanza in condizioni disperate all’ospedale di Brotzu, Degioannis, che era conosciutissimo in città per aver gestito per tanti anni, prima di andare in pensione nel 2020, un’edicola, è deceduto dopo cinque giorni di agonia, il 3 ottobre, a causa dei gravissimi politraumi riportati, in particolare un trauma cranio-encefalico e toracico.

All’indomani della sua morte la Procura di Cagliari aveva aperto un fascicolo per il reato di omicidio stradale iscrivendo nel registro degli indagati Piras, mentre non sono state ravvivate responsabilità in capo all’altro automobilista, che pure ha materialmente investito il sessantottenne. I familiari della vittima, per essere assistiti, attraverso il responsabile della sede di Cagliari, dott. Michele Baldinu, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini. Un’inchiesta culminata appunto con la richiesta di rinvio a giudizio formulata il 12 dicembre 2022 dal Pubblico Ministero a carico dell’indagato, a cui si imputava, per citare l’atto, di aver causato la morte di Degioannis “per colpa, consistita nella violazione degli articoli 140, 142 (eccesso di velocità, ndr) e 149 D (mancato rispetto della distanza di sicurezza, ndr) del Codice della Strada, e comunque per imprudenza e negligenza nella guida”. Un’accusa che oggi si è tradotta in una condanna, che non basterà in alcun modo a ripagare la perdita subita dai familiari della vittima, ma che dà almeno una parziale risposta alle loro istanze di giustizia in sede penale, nella speranza che a ciò segua anche il risarcimento dovuto.

Caso seguito da:

Dott. Michele Baldinu

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Categoria:

Incidenti da Circolazione Stradale

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