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Un morto ogni due giorni, e in un anno ancora caratterizzato da provvedimenti di limitazione degli spostamenti causa pandemia.

L’Asaps il 14 luglio 2022 ha pubblicato i dati relativi a uno dei suoi osservatori, quello che registra gli incidenti gravi occorsi ai ciclisti, gli utenti deboli per eccellenza della strada unitamente ai pedoni, e i dati sono, al solito, quelli di un bollettino di guerra. 

Secondo l’osservatorio Asaps nel 2021 hanno perso la vita in incidenti 180 ciclisti in Italia

Secondo l’osservatorio, infatti, sono ben 180 le persone in bici ad aver perso la vita sulle strade italiane nel 2021 dopo essere stati investiti, in pratica uno ogni due giorni, e si tratta peraltro di un un numero sottostimato che andrà, si spera il meno possibile, integrato con i ciclisti che non sono spirati subito ma dopo diversi giorni di agonia all’ospedale.

E’ vero ce si tratta di una cifra inferiore a quella desunta per il 2018, che aveva visto 219 decessi, e ancor peggio per il 2019, in cui se ne erano contati 253, ma è anche vero che si tratta di anni per così dire “normali” in epoca ante-Covid: se prendiamo a confronto invece il 2020, anno in cui la pandemia è esplosa determinando un lungo lockdown e tutto il resto, e in cui le vittime sono risultate 169, si assiste purtroppo a un nuovo incremento.

La maggior parte di queste 180 vittime, 162, censite al primo gennaio al 31 dicembre 2021 sono uomini, mentre le donne sono 18.. Le regioni caratterizzate dal maggior numero di investimenti mortali sono l’Emilia Romagna, che però è anche il territorio italiano in cui si fa più uso della bici, e la Lombardia con 32 decessi, seguite dal Veneto con 19, Piemonte 16, Toscana e Puglia 14, Sicilia e Campania 10. 

 

Nel dieci per cento dei casi l’investitore è un pirata

Da segnalare anche il fatto che in tre casi l’incidente fatale è stato determinato da una disattenzione (solo) apparentemente veniale dell’automobilista, che ha centrato il ciclista aprendo incautamente la portiera della vettura senza guardare. Non si placa, poi, la piaga della pirateria stradale: nel 10 per cento dei sinistri costati la vita a un ciclista il responsabile è fuggito. Preoccupa anche l’età media alta dei deceduti: molte vittime sono ultra sessantacinquenni. Non sono state risparmiate da questa strage neanche le bici elettriche e quelle “reclinate” utilizzare da soggetti con disabilità.  

I veicoli investitori sono per lo più auto e camion, ma non mancano le moto e si sono contati anche un bus e un trattore agricolo. E a Ravenna, nell’agosto del 2021, si è registrato un decesso dopo uno scontro tra due ciclisti, a cui vanno aggiunte anche diverse fuoriuscite autonome. 

Il mese con il più alto numero di decessi è stato proprio agosto con ben 27 morti, rispetto ai 22 dell’anno 2020, ai 23 del 2019 e ai 20 del 2018: la stagione estiva è ovviamente quella più a rischio aumentando, con il bel tempo, l’utilizzo delle due ruote. Infatti, il mese con meno decessi è stato novembre, con 10.

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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Categoria:

Incidenti da Circolazione Stradale

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