Hai bisogno di aiuto?
Skip to main content

La morte di un anziano all’interno di una RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale), di una casa di riposo o di una casa di cura può rappresentare un evento traumatico e doloroso per i familiari. In alcune situazioni, però, dietro il decesso possono celarsi negligenze, omissioni o errori medici da parte della struttura o del personale sanitario. In questi casi è possibile avviare un procedimento di risarcimento per morte anziano in RSA o casa di riposo, tutelando i diritti del defunto e dei suoi congiunti.

In questo articolo vedremo quando è possibile ottenere un risarcimento, quali danni si possono richiedere, chi può farlo, quali sono i termini di prescrizione e come muoversi correttamente per far valere i propri diritti.

Quando spetta il risarcimento: i presupposti fondamentali

Per ottenere un risarcimento per morte in RSA occorre provare alcuni elementi giuridici essenziali:

  1. Responsabilità della struttura o del personale
    È necessario dimostrare che la morte sia stata causata da condotte negligenti, imprudenti o imperite. Alcuni esempi frequenti:

    • mancata vigilanza o abbandono dell’anziano fragile;
    • errori nei trattamenti medici e nelle terapie farmacologiche;
    • mancata prevenzione e cura di piaghe da decubito;
    • carenze igieniche e mancata prevenzione delle infezioni nosocomiali;
    • malnutrizione o disidratazione non trattate;
    • cadute accidentali dovute a scarsa sorveglianza o ambienti insicuri.
  2. Nesso di causalità tra condotta e morte
    Bisogna provare che l’errore o l’omissione abbiano determinato o accelerato il decesso. Se l’anziano era già in condizioni terminali, sarà necessario dimostrare che la condotta scorretta abbia anticipato significativamente la morte.
  3. Danno risarcibile
    La morte stessa costituisce danno, ma si possono richiedere anche i danni morali, biologici e patrimoniali connessi, sia subiti dall’anziano prima del decesso che dai suoi familiari dopo la perdita.

Chi può chiedere il risarcimento

Possono richiedere il risarcimento per morte causata da malasanità in casa di riposo:

  • i prossimi congiunti (coniuge, figli, genitori, fratelli e sorelle);
  • i conviventi di fatto o partner affettivi stabili, se è dimostrabile un legame affettivo duraturo;
  • gli eredi legittimi o testamentari, per i danni maturati dal defunto e trasmissibili per successione.

 

Tipologie di danno risarcibile

I danni da morte in RSA si distinguono tra:

Tipo di danno Descrizione
Danni subiti dall’anziano (trasmissibili agli eredi) Comprendono il danno biologico terminale (sofferenza fisica e psicologica tra lesione e morte), il danno morale da agonia consapevole e il danno tanatologico.
Danni subiti dai familiari (iure proprio) Includono il danno morale da perdita del congiunto, il danno biologico (disturbi psico-fisici causati dal lutto) e il danno patrimoniale (spese mediche e funerarie, perdita di sostegno economico e assistenza fornita dall’anziano).

Termini di prescrizione

Agire tempestivamente è fondamentale. I termini ordinari sono:

  • 10 anni per i danni maturati dall’anziano e trasmissibili agli eredi;
  • 6 anni per i danni subiti direttamente dai familiari a causa della perdita del congiunto.

In alcune situazioni, se si agisce per responsabilità contrattuale della struttura sanitaria, può applicarsi comunque il termine decennale, mentre in caso di responsabilità extracontrattuale si può applicare il termine quinquennale. Per questo è sempre consigliabile rivolgersi subito a un avvocato specializzato in responsabilità sanitaria.

 

Obblighi e responsabilità delle RSA e case di riposo

Le strutture socio-sanitarie hanno obblighi precisi nei confronti degli ospiti:

  • garantire sorveglianza continua, soprattutto per anziani non autosufficienti o con decadimento cognitivo;
  • assicurare la sicurezza degli ambienti (assenza di ostacoli, pavimenti antiscivolo, corrimano, illuminazione adeguata);
  • fornire personale sufficiente, formato e qualificato, con turni che garantiscano l’assistenza 24h/24;
  • eseguire corretta somministrazione di farmaci e terapie prescritte;
  • prevenire le infezioni ospedaliere con protocolli igienico-sanitari adeguati;
  • monitorare costantemente idratazione, alimentazione e condizioni cutanee degli ospiti.

La violazione di uno solo di questi obblighi può configurare una responsabilità civile e penale della struttura e aprire la strada a una richiesta di risarcimento danni da malasanità.

 

Come ottenere il risarcimento: i passi fondamentali

Chi intende avviare un’azione per risarcimento morte in casa di cura dovrebbe:

  1. Raccogliere tutta la documentazione sanitaria e amministrativa: cartella clinica, referti medici, certificato di morte, fatture, ricevute, testimonianze, fotografie.
  2. Richiedere una perizia medico-legale per valutare la presenza di errori, omissioni e il nesso di causalità con la morte.
  3. Inviare una diffida formale alla RSA o casa di riposo, preferibilmente tramite PEC o raccomandata A/R.
  4. Tentare una risoluzione stragiudiziale, con l’assistenza di un avvocato esperto in malasanità, per valutare eventuali proposte transattive.
  5. Avviare un’azione giudiziaria se la struttura non riconosce la propria responsabilità o rifiuta un accordo equo.

Criteri per la quantificazione del risarcimento

Il valore economico del risarcimento per morte di anziano in RSA dipende da numerosi fattori:

  • intensità e durata delle sofferenze subite dall’anziano prima del decesso;
  • età della vittima e condizioni di salute pregresse;
  • intensità del legame familiare con i congiunti superstiti;
  • impatto economico della perdita (contributi economici, assistenza domestica);
  • gravità delle colpe della struttura (colpa lieve, grave, dolo).

I giudici fanno riferimento alle tabelle di Milano per calcolare il risarcimento del danno non patrimoniale, aggiornate periodicamente.

Difese comuni delle strutture

Le RSA e le case di cura possono opporsi alla domanda di risarcimento sostenendo:

  • di aver rispettato tutti i protocolli e gli standard sanitari;
  • che la morte era inevitabile per patologie terminali già in corso;
  • che eventuali omissioni non sono state causa determinante del decesso.

Per questo è cruciale avere una perizia medico-legale accurata e un’assistenza legale specializzata per contrastare eventuali contestazioni.

Il risarcimento per la morte di un anziano in RSA o casa di riposo rappresenta uno strumento di giustizia per i familiari, che possono così ottenere non solo un indennizzo economico, ma anche il riconoscimento della responsabilità della struttura sanitaria.

Agire con rapidità, raccogliere prove solide e affidarsi a professionisti esperti in responsabilità medica e malasanità è la chiave per tutelare i propri diritti e garantire dignità e giustizia alla memoria della persona cara.

 

Domande frequenti – FAQ

Chi ha diritto al risarcimento in caso di morte di un anziano in RSA?

Hanno diritto al risarcimento per morte in RSA o casa di riposo i familiari stretti (coniuge, figli, genitori, fratelli e sorelle) e i conviventi di fatto o partner affettivi stabili, se è provato un legame affettivo duraturo. Possono inoltre agire gli eredi per i danni maturati dal defunto e trasmissibili per successione.

Quali sono i tempi per richiedere il risarcimento?

Il termine di prescrizione ordinario è di 10 anni per i danni ereditari e 6 anni per i danni propri dei familiari, ma in alcuni casi può applicarsi un termine più breve di 5 anni se l’azione è di tipo extracontrattuale. È quindi consigliabile agire il prima possibile e consultare subito un avvocato specializzato in responsabilità sanitaria.

È necessario dimostrare la colpa della struttura?

Sì. Per ottenere un risarcimento per malasanità in casa di riposo bisogna dimostrare che la struttura o il personale abbiano tenuto condotte negligenti o omissive e che queste abbiano causato o anticipato la morte dell’anziano. Senza la prova di un nesso causale, il risarcimento non può essere riconosciuto.

Che tipo di danni possono essere risarciti?

I danni risarcibili comprendono:

  • i danni morali e biologici subiti dall’anziano tra la lesione e la morte (trasmissibili agli eredi);
  • i danni morali, biologici e patrimoniali dei familiari, per la perdita del congiunto, le sofferenze psicologiche, le spese sostenute e la perdita di sostegno economico e assistenza.

Serve una perizia medico-legale?

Assolutamente sì. Una perizia medico-legale indipendente è fondamentale per accertare errori o omissioni della RSA, dimostrare il nesso di causalità con la morte e quantificare i danni. Senza una perizia difficilmente si può ottenere un risarcimento.

È possibile ottenere un risarcimento senza andare in tribunale?

Sì, spesso è possibile raggiungere un accordo stragiudiziale con la struttura o con la compagnia assicurativa, soprattutto se la responsabilità è evidente. Tuttavia è importante essere assistiti da un avvocato esperto in risarcimento danni da malasanità, per valutare correttamente le offerte e tutelare i propri diritti.

Scritto da:

alt-placeholder

Emanuele Musollini

Vedi profilo →

Categoria:

Senza categoria

Condividi

Affidati a
Studio3A

Nessun anticipo spese, pagamento solo a risarcimento avvenuto.

Contattaci

Articoli correlati


Skip to content