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Oggi, 6 agosto, dopo un mese dall’accaduto, nella chiesa di Sant’Andrea a Favaro è stata celebrata una messa in ricordo delle vittime della strage

E’ passato ormai un mese dal quel tragico 6 luglio 2023, giorno in cui si è consumata la strage di Santo Stefano di Cadore. Elena Potente, che ha perso il suo piccolo Mattia di 2 anni, il compagno Marco Antoniello di 48 e la madre, Maria Grazia Zuin di 64, e tutti i congiunti sono ancora chiusi in un dolore straziante. Oggi, 6 agosto, nella chiesa di Favaro, è stata celebrata una messa in ricordo delle tre vittime.

Quel “maledetto” pomeriggio le famiglie – com’è tristemente noto – stavano passeggiando sul marciapiede, quando all’improvviso l’Audi guidata dalla 32enne tedesca Angelika Hutter ha incomprensibilmente falciato e ucciso le tre incolpevoli vittime. Non c’è stato niente da fare. “Le famiglie sanno che al termine del procedimento Hutter, ora in carcere per omicidio stradale, non avrà una pena esemplare, — spiega l’Area Manager Veneto Riccardo Vizzi di Studio3A-Valore S.p.A. , società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, a cui si è affidata la famiglia per essere assistita —. Non è previsto un cumulo di pene, nonostante l’uccisione di tre persone e per la mia esperienza il massimo che si può prevedere è attorno ai 18 anni, poi ci sono gli sconti. Non ho mai visto in definitiva condanne sopra i dieci anni anche per omicidio plurimo”.

Un messaggio che la famiglia tiene molto a far passare, continua il consulente personale Riccardo Vizzi, è quello di prestare sempre la massima attenzione quando si guida. “Quando vediamo dei fiori per strada noi pensiamo: “Lì qualcuno è morto”. Questo qualcuno per il mondo è una persona, mentre per i suoi cari è tutto il mondo”.
Vi ringraziamo perché continuate a ricordare quello che è successo — dice Luigi Antoniello, nonno di Mattia e papà di Marco —. Siamo davvero grati alle istituzioni, alle forze dell’ordine, alla Procura e alle comunità, di Favaro e di Santo Stefano, che non ci fanno mancare la loro vicinanza. È dura.Devo sostenere mia moglie che è in un momento molto difficile. Cerchiamo anche di allontanarci qualche volta con il pensiero ma poi tutto torna alla mente ed è un dolore continuo, una ferita che si riapre. Non riusciamo a venirne fuori”.

Caso seguito da:

Dott. Riccardo Vizzi

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Incidenti da Circolazione Stradale

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