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Il ventenne non era alla guida ma incolpevole passeggero dell’auto finita nel canale, e l’eventuale mancato uso delle cinture non ha inciso sulla morte per annegamento

Stanno leggendo e sentendo di tutto e di più, che il loro “ragazzo” avrebbe assunto sostanze varie, che gli sarebbe stato fatale il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza, finanche che avrebbe potuto essere lui alla guida di quella maledetta auto che si è inabissata sul canale Reghena. Ma adesso hanno deciso di rompere il silenzio e dire “basta”, attraverso Studio3A-Valore S.p.A. a cui si sono affidati per essere assistiti e tutelati.

A quasi un mese dall’ennesima strage di giovani sulle strade, avvenuta la notte dell’Immacolata, tra il 7 e l’8 dicembre 2023, a Portogruaro, i familiari di una delle tre vittime, Egli Gjeci, di soli vent’anni, nato e residente da sempre nella stessa città del Lemene, sono sempre più interdetti e sgomenti dalle informazioni dalla dubbia fondatezza sul terribile incidente che continuano a circolare sui media e in rete: notizie che contribuiscono ad acuire quel dolore senza fine che li schiaccia ormai da settimane per la tremenda perdita subita e con cui dovranno convivere per sempre.

Su tutte, forse, l’ipotesi che possa essere stato Egli a causare quella carneficina, laddove invece uno dei pochi punti fermi di questa drammatica vicenda è che il ventenne è un’incolpevole vittima di questa rovinosa uscita di strada: il rapporto dei carabinieri di Portogruaro, che hanno effettuato i rilievi del sinistro, mette nero su bianco che Gjeci su quella potente Bmw Alpina era trasportato, seduto sul sedile anteriore destro, e non ha quindi responsabilità alcuna sui fatti, così come l’altra passeggera, la ventunenne Giulia Di Tillio. Alla guida vi era l’amico ventiduenne Altin Hoti, che peraltro nel verbale figura anche quale proprietario dell’auto, ulteriore elemento che avvalora questa conclusione e che, anche da recenti sentenze della Cassazione, in caso remoto di dubbio risulterebbe decisivo.

Così come non si può insinuare una sorta di senso di colpa e di ulteriore rimorso nei congiunti del ragazzo per il fatto che il ragazzo potesse non avere allacciate le cinture di sicurezza, perché il decesso non ha alcuna correlazione con questa eventuale omissione, essendo stato già acclarato che le tre vittime sono tutte morte per annegamento nelle profonde acque del Reghena.

Inoltre, il Pubblico Ministero della Procura di Pordenone titolare del relativo procedimento penale per triplice omicidio stradale, il dott. Federico Baldo, non ha disposto alcun accertamento medico legale, quanto meno sulle salme dei terzi trasportati, nessuna perizia autoptica con consulenti tecnici per suffragare eventuali stati di alterazione psicofisica, che peraltro nulla avrebbero influito sull’uscita di strada, rilevando in tal senso solo le condizioni del conducente.

Rimane però l’auspicio che il Sostituto Procuratore ordini una perizia cinematica per ricostruire nel dettaglio la dinamica, le cause e tutte le responsabilità del sinistro e fare quindi piena luce sui fatti, nel qual caso i familiari di Egli avranno un loro consulente tecnico di parte messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini a cui si sono rivolti, attraverso il general manager Riccardo Vizzi, per essere assistiti e supportati, unitamente all’avv. Andrea Piccoli del Foro di Treviso.

Fermo restando, e la famiglia di Egli lo sa bene, che l’inchiesta penalmente sarà chiusa al più presto, non essendo sopravvissuto nessuno all’interno dell’abitacolo di quella Bmw, compreso chi era al volante, Altin Hoti. Il papà, la mamma, il fratello, la sorella e i nonni del ventenne non potranno mai ottenere giustizia in un processo. Anche per questo chiedono più attenzione, riserbo e rispetto.

Caso seguito da:

Dott. Riccardo Vizzi

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Categoria:

Incidenti da Circolazione Stradale

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