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Il 31 maggio l’Inail ha diffuso i dati relativi al fenomeno infortunistico dei primi quattro mesi del 2019 e, come si paventava, i numeri sono in allarmante aumento: una carneficina senza fine.

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto tra gennaio e aprile sono state 210.720, in incremento del +2,4% rispetto allo stesso periodo del 2018, quando furono 205.826: di queste ,303 hanno riguardato incidenti con esito mortale, pure questi, purtroppo, in sensibile aumento del +5,9% a paragone del primo quadrimestre dell’anno precedente.

 

In aumento gli infortuni sul lavoro

Sono aumentati sia i casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 177.216 a 180.311 (+1,7%), sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, che hanno fatto registrare un incremento pari al 6,3%, da 28.610 a 30.409.

Quanto ai macro-settori, il numero degli infortuni sul lavoro denunciati nel primo quadrimestre è aumentato dell’1,2% nella gestione Industria e servizi (dai 153.737 casi del 2018 ai 155.588 del 2019), del 5,8% in Agricoltura (da 9.641 a 10.199) e del 5,9% nel Conto Stato (da 42.448 a 44.933).

L’incremento non ha risparmiato nessuna area geografica del Paese: Nord-Ovest (+2,0%), Nord-Est (+3,2%), Centro (+3,1%), Sud (+0,9%) e Isole (+1,1%). Tra le regioni che hanno fatto registrare gli incrementi percentuali maggiori spiccano l’Umbria (+8,6%), la provincia autonoma di Bolzano (+5,3%), il Veneto (+4,4%) e la Sardegna (+4,2%), mentre gli unici decrementi riguardano la Valle d’Aosta (-5,3%), la provincia autonoma di Trento (-4,5%) e, con cali inferiori, Abruzzo, Calabria e Sicilia.

L’aumento che emerge dal confronto dei primi quadrimestri del 2018 e del 2019 è legato sia alla componente maschile, che registra un +2,2% (da 129.998 a 132.811 denunce), sia a quella femminile, con un +2,7% (da 75.828 a 77.909).

L’incremento percentuale è stato maggiore per i lavoratori extracomunitari (+6,2%, da 23.695 a 25.167 infortuni denunciati), ma ha riguardato anche quelli italiani (+1,9%, da 174.449 a 177.766) e quelli comunitari (+1,3%, da 7.681 a 7.784). Dall’analisi per classi di età emergono aumenti generalizzati in tutte le fasce, con l’unica eccezione di quella centrale, compresa tra i 35 e i 49 anni, che registra una flessione dell’1,7%.

 

Infortuni sul lavoro mortali

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto entro il mese di aprile, come detto, sono state 303, 17 in più rispetto al primo quadrimestre 2018 (+5,9%).

A livello nazionale, i dati rilevati al 30 aprile di ciascun anno evidenziano 14 denunce in più di casi mortali avvenuti in occasione di lavoro (da 190 a 204) e tre in più di quelli occorsi in itinere (da 96 a 99). A livello gestionale, l’Agricoltura ha registrato un aumento di 12 denunce (da 21 a 33) e l’Industria e servizi di nove (da 259 a 268), a fronte di quattro casi in meno nel Conto Stato (da 6 a 2).

Dall’analisi territoriale emerge un aumento dei casi mortali al Centro e nel Meridione del Paese: 15 in più al Centro (da 54 a 69), 17 in più al Sud (da 47 a 64) e nove in più nelle Isole (da 21 a 30). Nel Settentrione si rileva, invece, una diminuzione sia nel Nord-Est (da 80 a 61) che nel Nord-Ovest (da 84 a 79). A livello regionale, spiccano i 10 casi mortali in più denunciati in Puglia e Sicilia e gli 11 in meno in Veneto.

L’analisi di genere ha mostrato, tra il primo quadrimestre del 2019 e del 2018, un andamento opposto tra i due sessi: 29 casi mortali in più per gli uomini (da 248 a 277) e 12 in meno per le donne (da 38 a 26). In aumento le denunce di infortuni con esito mortale sia dei lavoratori italiani (da 241 a 247), sia di quelli comunitari (da 16 a 24) ed extracomunitari (da 29 a 32). Dall’analisi per classi di età emergono incrementi nella fascia 45-54 anni (+35 casi) e in quella 20-29 anni (+14), a fronte di cali generalizzati nelle altre fasce.

In entrambi i primi quadrimestri del 2018 e del 2019 sono avvenuti sette incidenti “plurimi”, espressione che indica gli eventi che causano la morte di almeno due lavoratori, con 18 vittime tra gennaio e aprile dell’anno scorso e 14 nei primi quattro mesi del 2019. In particolare, i sette incidenti plurimi avvenuti quest’anno – tre dei quali in Emilia Romagna – sono stati tutti stradali.

 

In aumento anche le denunce di malattie professionali

In aumento, sia pur più lieve, infine, anche le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nel primo quadrimestre del 2019: 21.224, 164 in più rispetto allo stesso periodo del 2018 (+0,8%). Le patologie denunciate per la verità sono aumentate solo nella gestione Industria e servizi, da 16.526 a 16.830 (+1,8%), mentre sono diminuite in Agricoltura, da 4.275 a 4.172 (-2,4%), e nel Conto Stato, da 259 a 222 (-14,3%). A livello territoriale, l’aumento ha riguardato solo il Centro e il Sud  (+1,9% per entrambi) e le Isole (+1,8%).

Nel Nord-Est e Nord-Ovest, invece, i cali sono stati pari, rispettivamente, all’1,8% e all’1,0%. In ottica di genere si rilevano 212 denunce di malattia professionale in più per le lavoratrici, da 5.563 a 5.775 (+3,8%), e 48 in meno per i lavoratori, da 15.497 a 15.449 (-0,3%). In diminuzione anche le denunce dei lavoratori italiani, che sono passate da 19.762 a 19.732 (-0,2%), mentre sono aumentate quelle dei comunitari, da 424 a 514 (+21,2%), e dei lavoratori extracomunitari, da 874 a 978 (+11,9%).

Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo (11.658 casi), del sistema nervoso (2.102, con una prevalenza della sindrome del tunnel carpale) e dell’orecchio (1.382) continuano a rappresentare le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dalle patologie del sistema respiratorio (811) e dai tumori (792).

 

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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Categoria:

Blog Infortuni sul Lavoro

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