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Sono quasi quarantamila, più precisamente 39.493, le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail a gennaio 2023, come si evince dagli Open data sul fenomeno infortunistico diffusi il 28 febbraio dall’Istituto e relativi, appunto, al primo mese del 2023.

Il numero, per quanto sempre enorme, parliamo di 1.273 incidenti in media al giorno, risulta in sensibile calo, del 41,4%, rispetto alle 57.583 denunce del gennaio 2022, ma la diminuzione è dovuta essenzialmente al notevole minore peso, nel primo mese del 2023, dei casi di contagio professionale da Covid 19. Anche se il dato, in linea con quello del gennaio 2021, quando gli infortuni erano stati 39.183, +0,8%, è in diminuzione anche rispetto al primo mese del 2020 (-15%) e del 2019 (-17,7%), entrambi in periodo ante pandemia.

A gennaio 2023, 39.493 infortuni sul lavoro, la dinamica per settori, territori, sesso ed età

I dati rilevati al 31 gennaio di ciascun anno, però, evidenziano a livello nazionale per il primo mese del 2023 un decremento rispetto a gennaio 2022 dei soli casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 53.637 del 2022 ai 34.248 del 2023 (-36,1%), mentre quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, hanno fatto registrare un aumento di ben il 32,9%, da 3.946 a 5.245.

Nel gennaio di quest’anno il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un -39,7% nella gestione Industria e servizi (dai 51.299 casi del 2022 ai 30.925 del 2023), un +6,3% in Agricoltura, in controtendenza, (da 1.453 a 1.545) e un +45,4% nel Conto Stato (da 4.831 a 7.023).

L’analisi territoriale evidenzia un calo delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più consistente nel Nord-Ovest (-44,5%), seguito dal Sud (-32,0%), dalle Isole (-26,3%), dal Centro (-26,%) e dal Nord-Est (-17,2%). Tra le regioni con i maggiori decrementi percentuali si segnalano la Liguria, la Campania e il Piemonte, mentre gli aumenti sono circoscritti alla provincia autonoma di Bolzano e alla Calabria.

Il calo che emerge dal confronto del mese di gennaio tra il 2022 e il 2023 è legato sia alla componente femminile, che registra un -48,0% (da 29.081 a 15.131 casi denunciati), sia a quella maschile, che presenta un -14,5% (da 28.502 a 24.362). Il decremento ha interessato sia i lavoratori italiani (-34,5%) sia quelli comunitari (-26,8%) ed extracomunitari (-9,3%). Dall’analisi per classi di età emergono decrementi generalizzati in tutte le fasce, tranne tra gli under 20 e, in minor misura, tra gli over 74 anni.

 

Gli incidenti mortali sono stati 43

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nel mese di gennaio 2023 sono state 43, tre in meno rispetto alle 46 registrate nel primo mese del 2022, due in più rispetto al gennaio 2021, nove in meno rispetto al gennaio 2020 e una in meno rispetto al gennaio 2019: sempre tante e troppe.

Peraltro, a livello nazionale i dati rilevati al 31 gennaio di ciascun anno evidenziano, pur nella provvisorietà dei numeri, per il primo mese del 2023 un decremento rispetto a gennaio 2022 solo dei casi mortali in itinere, scesi da 13 a nove, mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro sono passati da 33 a 34. Il calo ha riguardato l’Industria e servizi (da 39 a 37 denunce) e il Conto Stato (da 3 a 0), mentre l’Agricoltura sale da quattro a sei decessi.

Dall’analisi territoriale emerge un incremento nel Nord-Ovest (da 9 a 16 casi) e al Centro (da 8 a 12) e un calo al Sud (da 12 a 6), nelle Isole (da 7 a 3) e nel Nord-Est (da 10 a 6). Tra le regioni con i maggiori aumenti si segnalano la Lombardia (+5) e le Marche (+3), mentre per i cali più evidenti la Sicilia, il Lazio e l’Emilia Romagna (-3 ciascuna).

La diminuzione rilevata nel confronto tra il gennaio 2022 e il gennaio 2023 è legata solo alla componente femminile, i cui casi mortali denunciati sono passati da sei a tre, mentre quella maschile registra 40 decessi in entrambi i periodi.

In calo le denunce dei lavoratori italiani (da 42 a 31), in aumento quelle degli extracomunitari (da 4 a 10) e dei comunitari (da 0 a 2). Dall’analisi per classi di età, si registrano aumenti solo tra i 20-24enni (da 2 a 5 casi) e tra gli over 69enni (da 0 a 2), e diminuzioni solo tra i 35-44enni (da 11 a 3) e tra i 50-54enni (da 8 a 4).

 

Aumentano le denunce di malattie professionali, quasi cinquemila

Aumentano, invece, le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail: nel primo mese del 2023 sono state 4.756, 1.460 in più rispetto allo stesso mese del 2022 (+44,3%). L’incremento è del 54,6% rispetto al 2021 e del 2,6% sul 2020, mentre il dato è in calo del 3,1% rispetto al 2019.

I dati rilevati al 31 gennaio di ciascun anno mostrano incrementi nelle gestioni Industria e servizi (+44,8%, da 2.745 a 3.974 casi), Agricoltura (+39,1%, da 534 a 743) e Conto Stato (+129,4%, da 17 a 39). L’aumento delle denunce interessa tutte le aree del Paese: Nord-Ovest (+65,4%), Centro (+58,7%), Sud (+44,1%), Nord-Est (+37,3%) e Isole (+8,3%).

In ottica di genere si rilevano 926 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 2.504 a 3.430 (+37,0%), e 534 in più per le lavoratrici, da 792 a 1.326 (+67,4%). L’incremento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani (passate da 3.061 a 4.350, pari a un +42,1%) sia quelle dei comunitari, da 95 a 115 (+21,1%), e degli extracomunitari, da 140 a 291 (+107,9%).

Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nel primo mese del 2023, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dalle patologie del sistema respiratorio e dai tumori.

 

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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Categoria:

Infortuni sul Lavoro

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