Nel 2018 quasi seicento degli infortuni mortali denunciati all’Inail sono avvenuti sulla strada: un numero enorme, inaccettabile.
Indice
I numeri del settore Trasporti e Logistica
L’istituto nel mese di agosto 2019 ha diffuso un approfondimento sugli incidenti sul lavoro e le malattie professionali nel settore dei trasporti e della logistica, per il quale l’Inail riconosce mediamente 31mila casi l’anno avvenuti in occasione di lavoro, che per questo comparto, per l’appunto, è per lo più sulla strada: nel quadriennio 2014-2017, gli indici di frequenza infortunistica nei Trasporti si attestano attorno alle 35 denunce (al netto dei casi in itinere) ogni mille addetti, al punto che la Commissione Trasporti del Parlamento Europeo ha approvato nel 2018 alcune modifiche sui tempi di guida e di riposo degli autisti di veicoli industriali, affrontando non solo il problema della frequenza e della durata delle pause, ma anche quello della qualità del riposo.
Gli autisti infatti, oltre alla guida del veicolo, devono svolgere una serie di altre attività anch’esse molto impegnative come il carico e lo scarico delle merci, la manutenzione del veicolo e l’organizzazione del lavoro.
Oltre metà delle morti bianche avvengono per strada
Sta di fatto che questa ulteriore componente fa salire ancora di più gli incidenti occorsi “con mezzo di trasporto”, che indica l’infortunio avvenuto “in un’area aperta alla pubblica circolazione” e “con il concorso di almeno un mezzo di trasporto”, per lo più terrestre.
Questa fattispecie, infatti, comprende sia gli incidenti successi “in occasione di lavoro”, ed è il caso di camionisti, tassisti, conducenti di autobus, etc. sia quelli in itinere, occorsi cioè durante il percorso “casa/lavoro/casa” per il lavoratore a bordo di un veicolo, pubblico o privato, o per il lavoratore-pedone che venga investito da un veicolo.
Ebbene, le denunce per tali infortuni ammontano nel 2018 a 93.011 di cui 561 per esiti mortali e, alla data di rilevazione del 30 aprile 2019, ne erano state accertate positivamente 61.793 (di cui 412 per i casi mortali), pari al 15% di tutti i riconoscimenti, ma al 59% per quelli mortali: dunque, ben più della metà.
I 3/4 degli infortuni stradali sono in itinere ma, al contrario, per quelli mortali poco più della metà sono in occasione di lavoro.
Il fenomeno degli incidenti mortali è in preoccupante ripresa
Nel 2008, è vero, le denunce erano state 136mila di cui 769 per esiti mortali e il calo osservato si aggira quindi sul 30%, ma è ancora troppo poco, anche perché il fenomeno nell’ultimo triennio ha ripreso ad aumentare.
L’andamento nell’ultimo decennio, infatti, vede un trend sostanzialmente sovrapponibile per gli infortuni con mezzo coinvolto e quelli senza mezzo, e al calo deciso dal 2008 fino al 2015 è seguita, nel triennio 2016-2018, una, seppur moderata e lenta, ripresa.
Per i soli infortuni con mezzo è piuttosto da segnalare il sensibile e perdurante calo nel decennio di quelli in occasione di lavoro (frutto di una prevenzione mirata, ma complice anche la crisi economica globale, iniziata proprio nel 2008, che ha colpito soprattutto i settori dei trasporti e delle costruzioni, entrambi ad alto uso di veicoli di lavoro).
Molto meno accentuato, invece il calo degli infortuni con mezzo in itinere, caratterizzati anzi da un aumento nel triennio 2016-2018: al riguardo, peraltro, va ricordato che l’interpretazione della normativa sull’itinere (art. 12 d.lgs. 38/2000) è in continua evoluzione, nell’ottica di una maggiore attenzione alla qualità di vita del lavoratore (è degli ultimi anni per esempio il riconoscimento per l’uso della bicicletta anche al di fuori della pista ciclabile e della deviazione “necessitata” per portare o riprendere i figli a scuola).
Nell’ultimo decennio, per le denunce mortali (caratterizzate in generale da una maggiore variabilità per la consistenza numerica ridotta) si nota fino al 2016 un calo più deciso di quelle stradali rispetto alle altre, andamento non confermato nel biennio 2017-2018 dove gli infortuni stradali denunciati, sia in itinere che in occasione di lavoro, aumentano a fronte di una stabilità di quelli senza mezzo coinvolto
Scritto da:
Dott. Nicola De Rossi
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Categoria:
Blog Infortuni sul LavoroCondividi
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