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La stima, pubblicata dai sempre puntualissimi Osservatori dell’Asaps – Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale -, ci mette di fronte all’ennesimo, tristissimo numero di vite spezzate sulle strade italiane nel 2023. Questa volta tocca agli incidenti mortali dei ciclisti: la bicicletta si dimostra ancora un mezzo poco tutelato e vulnerabile, che necessita di una maggiore sicurezza affinché possa circolare con più tranquillità.

I numeri: mesi estivi fatali

Come facilmente prevedibile, sono i mesi estivi che presentano i trend più negativi. C’è infatti luglio in cima a questa speciale “classifica”, con il record negativo di 34 decessi. Seguono giugno e agosto rispettivamente con 22 e 21, poi maggio con 18 e ottobre con 17. C’è da ricordare, però, che questi dati non tengono conto dei feriti gravi che perdono la vita in un secondo momento, dopo essere stati trasportati in ospedale.

Il bilancio arriva a 197, Lombardia regione più pericolosa

Dal primo gennaio al 31 dicembre 2023, il computo totale arriva a 197, sfiorando i 200 ciclisti morti, dato sconcertante sicuramente, ma in miglioramento rispetto agli ultimi due anni (l’Istat l’anno scorso aveva rilevato 205 morti, ma la stima del 2023 è ancora preliminare).

Grazie alla geolocalizzazione, sappiamo che le tre regioni dove sono avvenuti più incidenti fatali sono la Lombardia (39), l’Emilia Romagna (29) e il Veneto (22). Valle d’Aosta e Sardegna, invece, presentano il numero più basso: un decesso ciascuna nell’arco del 2023.

Età, sesso e il problema pirateria: tutti i dettagli degli incidenti in bicicletta

Grazie alla precisione dei dati Asaps, sappiamo anche che a perdere la vita sono stati 175 uomini e 22 donne. 75 dei 197 totali avevano più di 65 anni: gli anziani si dimostrano nuovamente utenti molto vulnerabili. Diciotto, poi, sono i casi accertati di pirateria stradale: incidenti dove l’automobilista ha fatto perdere le sue tracce, lasciando esanime sull’asfalto il ciclista.

Tra i fautori principali dei sinistri troviamo i mezzi pesanti. Tir, bus e autoarticolati, spesso, non vedono proprio la persona in sella al velocipede e finiscono per investirli quasi senza accorgersene. Non manca, in alcuni casi, l’aggravante dello stato di alterazione per gli automobilisti, che si mettono alla guida sotto effetto di alcol e/o droga. Anche se la principale problematica, e questo riguarda in generale le nostre strade, resta la solita “distrazione”.

Il commento del presidente Asaps dott. Giordano Biserni

In merito a questi numeri il presidente dell’Asaps, dott. Giordano Biserni, ci ha tenuto a ribadire lo stato di incertezza che attanaglia quotidianamente la strada, oltre che la necessità di maggiori tutele per chi viaggia in sella ad una bicicletta.

I quasi duecento ciclisti morti nel 2023 sulle strade italiane – come se fossero scomparsi tutti i partecipanti al Giro d’Italia di ciclismo – sono lo specchio di un’insicurezza che è presente soprattutto nelle città, dove un sempre maggior numero di piste ciclabili costruite dalle amministrazioni comunali a tutela degli utenti, si scontra con la distrazione e l’alta velocità da parte di molti automobilisti”.

“Questo veicolo – prosegue – va assolutamente più tutelato nelle piccole e grandi città, sempre più congestionate. E’ necessario, inoltre, aumentare la sicurezza con un numero maggiore di divise e di controlli.

Occorre poi – conclude il dott. Biserni – lo ribadiamo, che il disegno di legge ora in Commissione Trasporti alla Camera dei Deputati venga approvato con urgenza. Temiamo infatti che i lavori parlamentari necessitino di molti mesi, come accaduto con la legge sull’omicidio stradale; considerato che ci sono alcune norme sulla ciclabilità che potrebbero garantire quella sicurezza sempre più richiesta dai ciclisti. L’anno 2024, appena iniziato, dovrà vedere ognuno di noi protagonista nel rispettare le regole sulla strada, per ridurre le croci e i mazzi di fiori che costeggiano molte arterie”.

Scritto da:

Dott. Andrea Biasiolo

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Categoria:

Incidenti da Circolazione Stradale

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