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Serena Dessì, 51 anni, di Castiadas è stata condannata oggi in Tribunale a Cagliari per duplice omicidio stradale aggravato. Le è stata anche sospesa la patente di guida, sempre per due anni

All’esito dell’udienza tenutasi oggi, martedì 12 marzo 2024, in tribunale a Cagliari, avanti il giudice dott. Michele Contini, è stata inflitta la pena di due anni di reclusione, con la sospensione condizionale, per duplice omicidio stradale aggravato da una sfilza di gravi violazioni a Serena Dessì, 51 anni, di Castiadas (Sud Sardegna), l’automobilista accusata e ora anche condannata quale esclusiva responsabile del tragico incidente costato la vita, il 29 novembre 2021, ad Alessio Massessi, 38 anni, di Villaputzu (SU) e ad Ambra Utzeri, 32, di Villasimius (SU): “per colpa consistita in imprudenza, negligenza e imperizia (generica) e violazione delle norme in materia di sicurezza della circolazione stradale previste dal Codice della Strada (specifica), in particolare gli artt. 140 (obbligo generico di non creare pericolo o intralcio agli altri utenti della strada), 141 (obbligo di adeguare la velocità in modo da non creare pericolo e di conservare il controllo del mezzo per poter compiere le manovre in condizioni di sicurezza; rispetto dei limiti di velocità su strada extraurbana secondaria) e 148 (comportamento in caso di sorpasso, in particolare l’obbligo di effettuare il sorpasso in condizioni di strada libera e tenendo conto della velocità del veicolo sorpassato e della presenza di veicoli in senso contrario)” per citare la richiesta di rinvio a giudizio del Pubblico Ministero della Procura cagliaritana titolare del relativo procedimento penale, il dott. Paolo De Angelis. Alla cinquantunenne è stata comminata anche la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida, sempre per due anni. Per i familiari di Massessi, che erano presenti in aula e che in tutto il doloroso iter sono stati seguiti e assistiti da Studio3A-Valore S.p.A., con il responsabile della sede di Cagliari dott. Michele Baldinu, nessuna condanna sarebbe mai stata commisurata per ripagare la loro perdita, ma oggi hanno quanto meno ottenuto una sia pur parziale risposta dalla giustizia penale.

Il tremendo e complesso sinistro è accaduto alle 10, sulla Provinciale 19 al chilometro 8+700 nel territorio comunale di Castiadas in località San Pietro, ed è stato ricostruito dall’ingegner Francesco Marongiu, il consulente tecnico d’ufficio nominato dal Sostituto procuratore che inizialmente si era occupato dell’inchiesta, la dott.ssa Maria Virginia Boi, per accertarne dinamica, cause e responsabilità: alle operazioni peritali ha partecipato come consulente tecnico per la parte offesa anche l’ing. Paolo Marcialis, esperto messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini cui si sono affidati i familiari di Massessi

E’ emerso che l’imputata, che percorreva la Sp 19 alla guida di una Peugeot 206 in direzione di Villasimius verso Castiadas centrale, all’inizio di un lungo rettilineo ha intrapreso un’azzardata manovra di soprasso della Fiat Grande Punto condotta da Ambra Utzeri, giovane mamma di tre figli,a una velocità di circa 118 km/ha fronte del limite vigente di 90 scrive il Sostituto Procuratore nella sua richiesta di rinvio a giudizio formulata a carico di Dessì al termine delle indagini preliminari. “Una volta immessasi nella corsia opposta, tuttavia – prosegue il magistrato – S. D. si avvedeva dell’arrivo in direzione opposta del furgone Opel Vivaro condotto da Massessi”: l’ignaro e incolpevole trentottenne, affermato imprenditore turistico, proprietario di un noto stabilimento balneare e conosciutissimo dj, stava procedendo tranquillamente per la sua strada e peraltro (invece) rispettando i limiti di velocità. A quel punto, la conducente della Peugeot, per evitare lo scontro frontale, “intraprendeva la manovra contraria di rientro nella corsia di marcia di pertinenza” che però era occupata dalla Fiat Grande Punto della signora Utzeri, che pure, “per consentirle il sorpasso, aveva rallentato e per la quale quella manovra era del tutto inattesa e imprevedibile” sempre per citare la richiesta del magistrato inquirente.

La cinquantenne ha così di fatto scatenato l’inferno. Pur riuscendo a rientrare, continua il Pm, “effettuava una manovra tale da ritrovarsi a ridosso dell’auto della Utzeri che la precedeva e, per evitarne il tamponamento da tergo, sterzava verso destra, proseguendo la sua marcia nella cunetta di destra e in questa fase sopravanzava la Grande Punto, sfilandole alla destra e andando a colpirla sulla fiancata laterale destra con la propria fiancata sinistra, con un’azione radente e in tal modo imprimendo all’auto della signora Utzeri una direttrice di marcia che la spostava verso la corsia di sinistra, che quindi invadeva”, con il conseguente tremendo scontro frontale con il furgone di Massessi. Ma non è finita qui perché l’imputata, dopo aver fatto perdere alla Utzeri il controllo della sua Punto e averla di fatto scagliata nella corsia opposta, superandola per di più a destra, “perso a sua volta il controllo della sua Peugeot deviava anche lei in modo incontrollato verso sinistra, nella corsia opposta a quella di marcia, andando a sua volta a collidere con la parte fronto-laterale sinistra della sua vettura contro la parte posteriore della fiancata sinistra dell’Opel Vivaro, in coincidenza temporale con lo scontro frontale tra lo stesso furgone e Fiat Grande Punto”. Al mezzo del trentottenne sono dunque piombate addosso in contemporanea entrambe le macchine. Ai suoi cari resta quanto meno la consolazione che, come sottolinea il consulente tecnico nella sua perizia, “la ricostruzione dell’evento ha fatto emergere la totale estraneità del Massessi nel verificarsi del sinistro”.

Com’è tristemente noto, Massessi e Utzeri a causa del violentissimo impatto sono deceduti, “in virtù di una serie causale, innescata dalle manovre di Serena Dessì, in violazione delle regole cautelari da cui è derivato, in via esclusiva, l’evento mortale” ha concluso il Pubblico Ministero. Conclusioni oggi avallate anche dal giudice e dal Tribunale con la relativa condanna.

Alessio tuttavia non è spirato subito, è sopravvissuto almeno una ventina di minuti, è riuscito a sganciarsi la cintura di sicurezza e ha cercato di uscire dall’abitacolo mettendo il piede sinistro sull’asfalto, ma aveva quello destro incastrato nella pedaliera ed è rimasto quasi a testa all’ingiù chiedendo a gran voce, prima a parole poi con i gesti, che lo liberassero: lo avrebbero fatto solo quattro ore dopo i vigili del fuoco. A suo padre resterà sempre il dubbio che al figlio possano essere state fatali anche le difficoltà di respirazione legate a quella postura, anche perché Massessi soffriva da sempre di problemi respiratori, era allergico alla polvere e asmatico, così come l’ulteriore rammarico che i sanitari che gli hanno praticato tutti gli interventi rianimatori non lo abbiano prima estratto completamente dal furgone e disteso per bene. Dubbi e perplessità che comunque non fanno venire meno le gravi e ora riconosciute anche penalmente responsabilità dell’automobilista che ha causato la tragedia.

Caso seguito da:

Dott. Michele Baldinu

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Categoria:

Incidenti da Circolazione Stradale

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