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Il 29 dicembre 2023 l’Inail ha diffuso l’ultimo rapporto mensile dell’anno, aggiornando l’andamento del fenomeno infortunistico alla data del 30 novembre 2023. Ebbene, le denunce di infortunio presentate all’Istituto nei primi undici mesi dell’anno sono state 542.568, in calo (dovuto però quasi esclusivamente al notevole minor peso dei casi di contagio da Covid-19) rispetto alle 652.002 dell’analogo periodo del 2022 (-16,8%), in aumento rispetto alle 502.458 del 2021 (+8,0%) e alle 492.150 del 2020 (+10,2%), e in diminuzione rispetto alle 590.679 del 2019 (-8,1%).

Nei primi undici mesi del 2023, 542.568 denunce di infortunio sul lavoro

A livello nazionale i dati rilevati al 30 novembre di ciascun anno evidenziano, per i primi 11 mesi del 2023 rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, un decremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 569.133 del 2022 ai 455.140 del 2023 (-20,0%), mentre quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, hanno fatto registrare un aumento del 5,5%, da 82.869 a 87.428.

La dinamica per settori, territori, sesso, nazionalità ed età

A novembre 2023 il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un -20,4% nella gestione Industria e servizi (dai 541.669 casi del 2022 ai 431.044 del 2023), un +0,4% in Agricoltura (da 24.341 a 24.450) e un +1,3% nel Conto Stato (da 85.992 a 87.074). Si osservano decrementi degli infortuni in occasione di lavoro in molti settori produttivi, in particolare l’Amministrazione pubblica, che comprende l’attività degli organismi preposti alla sanità, Asl, e gli amministratori regionali, provinciali e comunali (-55,3%), la Sanità e assistenza sociale (-52,4%) e il Trasporto e magazzinaggio (-38,5%).

In controtendenza alcuni settori del comparto manifatturiero, come quelli della fabbricazione di autoveicoli (+24,6%), delle bevande (+24,6%), della riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature (+10,1%), dell’abbigliamento (+6,6%), ma anche della fornitura di acqua-reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento (+14,4%), delle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+5,4%) e delle costruzioni (+5,3%).

L’analisi territoriale evidenzia una diminuzione delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più consistente al Sud (-21,4%) e nel Nord-Ovest (-20,3%), seguiti dalle Isole (-20,0%), dal Centro (-16,7%) e dal Nord-Est (-10,2%). Tra le regioni con i maggiori decrementi percentuali si segnalano la Campania, la Liguria, il Molise e il Lazio.

Il calo che emerge dal confronto tra i primi undici mesi del 2022 e 2023 è legato sia alla componente femminile, che registra un -28,6% (da 268.565 a 191.686 casi denunciati), sia a quella maschile, che presenta un -8,5% (da 383.437 a 350.882). Il decremento ha interessato sia i lavoratori italiani (-19,7%) sia quelli comunitari (-13,9%), mentre gli extracomunitari hanno registrato un +0,2%. L’analisi per classi di età rileva diminuzioni in tutte le fasce, a eccezione di quella degli under 20, che registra un +11,0% dovuto principalmente all’aumento infortunistico degli studenti.

 

Quasi mille, 968, i morti sul lavoro da gennaio a novembre 2023

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nei primi undici mesi del 2023 sono state 968, 38 in meno rispetto alle 1.006 registrate nel periodo gennaio-novembre 2022, 148 in meno rispetto al 2021, 183 in meno rispetto al 2020 e 29 in meno rispetto al 2019.

A livello nazionale i dati rilevati al 30 novembre di ciascun anno evidenziano per i primi undici mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022, pur nella provvisorietà dei numeri, un decremento solo dei casi mortali in itinere, scesi da 284 a 223, mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro passano da 722 a 745. Il calo ha riguardato sia l’Industria e servizi (da 859 a 823 decessi) che il Conto Stato (da 35 a 32), mentre l’Agricoltura sale da 112 a 113.

Dall’analisi territoriale emergono cali nel Nord-Ovest (da 276 a 254 casi), nel Nord-Est (da 224 a 219) e al Centro (da 204 a 176) e incrementi al Sud (da 224 a 235) e nelle Isole (da 78 a 84). Le regioni che presentano i maggiori aumenti sono Friuli Venezia Giulia (+15), Abruzzo (+13), Campania e Umbria (+6 ciascuna), mentre i cali più consistenti sono quelli rilevati in Toscana (-22), Piemonte (-13), Marche (-11) e Veneto (-10).

La flessione registrata nel confronto tra i primi 11 mesi del 2022 e 2023 è legata solo alla componente femminile, i cui casi mortali denunciati sono diminuiti da 113 a 75, mentre quella maschile conferma 893 decessi in entrambi i periodi. In calo sia le denunce dei lavoratori italiani (da 817 a 788) sia quelle dei comunitari (da 49 a 44) e degli extracomunitari (da 140 a 136). Dall’analisi per classi di età si registrano diminuzioni nelle fasce 25-44 anni (da 272 a 243 casi) e 45-59 anni (da 470 a 422) e aumenti tra gli under 25 (da 54 a 65) e tra i 60-74enni (da 194 a 223).

Al 30 novembre di quest’anno risultano 12 denunce di incidenti plurimi per un totale di 31 decessi, 17 dei quali con mezzo di trasporto coinvolto (stradali, ferroviari, ecc.). Nel periodo gennaio-novembre 2022 gli incidenti plurimi erano stati 18 per un totale di 44 decessi, 42 dei quali stradali.

 

Continuano ad aumentare le denunce di malattia professionale

Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi undici mesi del 2023 sono state 67.094, oltre 11mila in più rispetto allo stesso periodo del 2022 (+20,4%). L’incremento è del 32,1% rispetto al 2021, del 63,9% sul 2020 e del 18,6% rispetto al 2019.

I dati rilevati al 30 novembre di ciascun anno mostrano un aumento del 21,2% nella gestione Industria e servizi (da 46.024 a 55.784 casi), del 16,1% in Agricoltura (da 9.207 a 10.687) e del 24,4% nel Conto Stato (da 501 a 623). L’incremento delle denunce interessa tutte le aree del Paese, a partire dal Sud (+28,2%), seguito da Nord-Ovest (+21,7%), Centro (+20,3%), Nord-Est (+18,5%) e Isole (+5,8%). Tra le regioni fanno eccezione la Valle d’Aosta (-18,9%) e la Calabria (-2,3%).

In ottica di genere si rilevano 8.262 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 41.129 a 49.391 (+20,1%), e 3.100 in più per le lavoratrici, da 14.603 a 17.703 (+21,2%). L’aumento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani, che sono passate da 51.503 a 61.612 (+19,6%), sia quelle dei comunitari, da 1.389 a 1.702 (+22,5%), e degli extracomunitari, da 2.840 a 3.780 (+33,1%).

Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi undici mesi del 2023, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dai tumori, dalle patologie del sistema respiratorio e dai disturbi psichici e comportamentali.

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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Categoria:

Infortuni sul Lavoro

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