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Sempre più pesante l’attesa del via libera del Pm di Pordenone per i familiari della 60enne di Caorle deceduta a causa di un incidente e dopo un altro mese di agonia

Neanche prima di Natale potranno dare l’estremo saluto alla sorella deceduta da quasi un mese e il rischio è che si vada all’anno nuovo: dalla Procura di Pordenone non arriva il nulla osta per la sepoltura. Sta diventando sempre più incresciosa la situazione per i familiari di Giuseppina Marchesan, la sessantenne di Caorle investita da un’auto mentre procedeva in sella alla sua bicicletta elettrica il 23 ottobre 2021 e deceduta dopo più di un mese di agonia, il 27 novembre.

Com’è tristemente noto, la vittima percorreva Strada Traghete quando, all’altezza dell’intersezione con via Firenze, è stata travolta da una Toyota Yaris condotta da G. D., 84 anni, anche lui caorlotto, che procedeva nel senso opposto di marcia, verso il centro, e che ha inspiegabilmente svoltato a sinistra all’incrocio senza darle la precedenza e tagliandole la strada.

In seguito al tremendo impatto la ciclista è rovinata a terra battendo la testa e riportando un pesante trauma cranico più svariate fratture. Trasportata in elisoccorso all’ospedale dell’Angelo di Mestre, la ferita è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico al capo e ricoverata nel reparto di Rianimazione, in stato di coma e in prognosi riservata, per poi essere trasferita nella casa di cura Sileno e Anna Rizzola di San Donà di Piave, dove però non si è mai ripresa fino al tragico epilogo, il 27 novembre, che ha gettato nella disperazione i suoi cari: Giuseppina non era sposata e non aveva figli, ma lascia tre sorelle e un fratello a cui era molto legata, oltre ai nipoti.

Il Pubblico Ministero della Procura di Pordenone competente per territorio, il dott. Matteo Campagnaro, ha aperto un procedimento penale per il reato di omicidio stradale a carico del conducente della vettura, e con decreti del 7 dicembre ha disposto un doppio accertamento tecnico non ripetibile: una perizia cinematica per accertare la dinamica e le responsabilità del sinistro, affidata all’ing. Carlo Gava, e l’autopsia sulla salma della vittima posta sotto sequestro, per stabilire le cause del decesso, il cui incarico è stato conferito al medico legale dott.ssa Barbara Polo Grillo. Alle operazioni peritali hanno partecipato anche i consulenti tecnici di parte messi a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini a cui i familiari della sessantenne si sono affidati per essere assistiti, attraverso il responsabile della sede di San Donà di Piave, Riccardo Vizzi.

La dott.ssa Polo Grillo ha proceduto nella giornata di sabato 11 dicembre, presso la cella mortuaria dell’ospedale di Pordenone all’esame, che per inciso ha confermato la piena riconducibilità della morte alle lesioni riportate nel sinistro. E ha quindi dato il proprio benestare al rilascio della salma. Da allora però i familiari della donna stanno ancora attendendo dalla Procura il nulla osta per poter fissare la data dei funerali e finora ogni tentativo e sollecito da parte di Studio3A di sbloccare la situazione è risultato vano.

Caso seguito da:

Dott. Riccardo Vizzi

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Categoria:

Incidenti da Circolazione Stradale

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