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All’imputato, che ha patteggiato la pena oggi in Tribunale a Brescia, è stata anche sospesa la patente per 4 anni ed è stato interdetto dai pubblici uffici per 5 anni
Nessuna pena avrebbe mai potuto ripagare la loro perdita e il modo esecrabile con cui cui il loro caro è stato strappato ai loro affetti, ma ora i familiari di Gaston Nicolas Urgoiti (in foto) hanno almeno ottenuto un po’ di giustizia. All’esito dell’udienza tenutasi oggi, mercoledì 14 maggio 2025, in Tribunale a Brescia, il giudice dott. Cesare Bonamartini ha accolto la richiesta di patteggiamento presentata, tramite il proprio difensore, da Gianbattista Guatta, 61 anni, di Bedizzole, il pirata della strada che, guidando ubriaco il suo furgone, ha travolto e ucciso, abbandonandolo al suo destino, il giovane di soli 29 anni, di origini uruguaiane ma residente in Italia, a Bedizzole, da 12 anni, colpevole solo di aver camminato lungo la Provinciale 4, nel suo stesso comune di residenza, nel posto e nel momento sbagliato, condannandolo a 3 anni e 8 mesi di reclusione. All’imputato, che era stato subito arrestato in forza dell’estrema gravità della sua condotta e che, dopo un periodo agli arresti domiciliari, è tornato in carcere, è stata comminata anche la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida per quattro anni ed è stato pure interdetto per cinque anni dai pubblici uffici. La pena finale, su cui hanno inciso gli “sconti” rispetto a quella di partenza ottenuti da Guatta in virtù del rito alternativo scelto, non ha ovviamente soddisfatto, né poteva esser altrimenti, i familiari della vittima, la sua famiglia di origine è stata assistita da Studio3A, che speravano in un provvedimento ancora più severo, ma si tratta comunque di una condanna significativa, considerato il modo tutt’altro che adeguato con cui viene punito in Italia l’omicidio stradale, anche in presenza di aggravanti, come nello specifico.
L’incidente, che ha destato vasta eco e sdegno in tutta la regione, è successo il 15 novembre 2024, alle 21, a Bedizzole, sulla Provinciale 4–via Brescia, all’altezza di viale Valtenesi di Nuvolera (in foto): i carabinieri del Nucleo Radiomobile di Desenzano del Garda, che hanno effettuato i rilievi e condotto le successive indagini, peraltro, si sono potuti avvalere del filmato di una telecamera di videosorveglianza della zona che ha documentato inequivocabilmente tutte le tragiche sequenze del sinistro. Il pedone stava camminando sull’estremo lato destro della carreggiata, da Molinetto di Mazzano verso Bedizzole, e, data l’ora tarda e il buio, aveva anche avuto l’accortezza di tenere in mano il suo cellulare con la luce accesa per farsi notare dai conducenti dei mezzi in transito, quando è stato investito da tergo dall’autocarro Nissan Vanette guidato dall’imputato che procedeva nella sua stessa direzione e che l’ha fatto volare nel canale attiguo alla banchina, profondo circa 80 centimetri, e al momento senz’acqua. Guatta però non si è fermato a prestare soccorso al giovane, lasciandolo agonizzante nel fossato, né ha allertato i soccorsi, è fuggito e ha fatto ritorno nella sua abitazione, dove ha riferito ai suoi familiari di aver urtato “qualcosa” per strada e di non essersi fermato per paura. Sono stati questi ultimi, per fortuna, tornando nel luogo dell’incidente, a rinvenire, un’ora e mezza dopo, il corpo di Urgoiti che era ancora vivo e che viceversa sarebbe rimasto lì chissà ancora quanto e a dare l’allarme. I sanitari, accorsi in ambulanza, hanno trasportato il 29enne in condizioni disperate agli Spedali Civili di Brescia, dove però è spirato l’indomani, 16 novembre 2025, troppo gravi i politraumi riportati, ma ai suoi cari resterà sempre il dubbio che forse si sarebbe potuto fare di più per lui se fosse stato soccorso tempestivamente.
I carabinieri, dopo essere a loro volta subito intervenuti sul luogo del sinistro, hanno raggiunto la casa del pirata dove, oltre ad aver trovato il veicolo investitore con le evidenti tracce del tremendo urto, tra le altre cose, hanno sottoposto il conducente all’alcol test riscontrando un tasso alcolemico, a quasi cinque ore di distanza dal fatto, che era ancora di 1,51 g/l, tre volte il limite consentito, e lo hanno denunciato, oltre che per omicidio stradale, fuga e omissione di soccorso, anche per guida in stato di ebbrezza, e a ben poco è valsa la sua giustificazione di aver bevuto solo una volta rincasato per riprendersi dallo shock: è stato posto agli arresti.
Il resto è storia recente. A fronte delle sue pesanti responsabilità, prima ancora che il Pubblico Ministero della Procura di Brescia titolare del relativo procedimento penale, la dott.ssa Erica Battaglia, chiudesse le indagini preliminari e spiccasse nei suoi confronti l’inevitabile richiesta di rinvio a giudizio per omicidio stradale pluriaggravato, il 61enne ha chiesto di patteggiare la pena concordandone l’entità con il Sostituto Procuratore e si è così giunti alla condanna odierna da parte del Giudice. Gaston Nicolas, oltre alla compagna e due figli piccoli, ha lasciato in un dolore immenso la mamma e due sorelle, tutte residenti in Lombardia, più tre fratelli che vivono in Uruguay, i quali, per essere assistiti e ottenere giustizia, attraverso il consulente personale Matteo Coradi, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini. La mamma e le sorelle, che oggi erano presenti in tribunale accompagnate da Coradi, si aspettavano anche e soprattutto una risposta forte in sede penale che adesso, per quanto parziale, è arrivata.
Caso seguito da:

Matteo Coradi
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