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L’imputato, un giovane miranese, ha patteggiato la pena oggi in tribunale a Venezia: la vittima, di Olmo di Martellago, aveva solo 30 anni. L’incidente l’11 settembre 2023

Nessuna condanna sarebbe mai bastata per ripagarli del loro immenso dolore – “ho perso tutto” ripeteva anche oggi, disperata, la mamma, Maria Barbu, cui è stato strappato per sempre l’unico figlio -, ma ora hanno almeno ottenuto un briciolo di giustizia i familiari di Alexandru Bogdan Furis, il giovane di Olmo di Martellago (in foto singola, con la mamma e la sua Ducati) rimasto vittima a soli trent’anni di un tragico incidente in moto occorso la mattina dell’11 settembre 2023 in via Cavin di Sala, a Mirano (in foto, il luogo). Nell’udienza preliminare tenutasi stamani, martedì 21 gennaio 2025 in Tribunale a Venezia, avanti il Gup dott.ssa Carlotta Franceschetti, l’automobilista accusato e ora anche condannato per il reato di omicidio stradale per aver provocato il sinistro, G. Z., 28 anni, di Mirano, ha patteggiato la pena di sette mesi di reclusione, con la sospensione condizionale: gli è stata anche inflitta la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di giuda per un anno e quattro mesi.

Il Pubblico Ministero titolare del relativo procedimento penale, il dott. Andrea Petroni, aveva iscritto da subito il ventottenne miranese nel registro degli indagati e al termine delle indagini preliminari ne ha anche chiesto il rinvio a giudizio imputandogli la fatale colpadi aver impegnato con la Ford Fiesta di cui era al volante via Cavin di Sala, provenendo da una strada laterale, via Bianchi, non rispettando la segnaletica orizzontale e verticale dl “dare la precedenza” e comunque immettendosi senza la dovuta prudenza, in violazione delle norme stradali e in particolare dell’articolo 145 del Codice della Strada e così impattando con la moto Ducati Streetfighter condotta dalla vittima” per citare l’atto del magistrato: Furis, apprezzato dipendente della Speedline di Santa Maria di Sala, si stava per l’appunto recando al lavoro e percorreva via Cavin di Sala.

In particolare, G. Z., dopo aver percorso via Bianchi ed essersi arrestato al termine di essa, si immetteva sulla via Cavin di Sala dapprima lentamente e in un secondo frangente con una più decisa accelerazione senza dare la dovuta precedenza al motociclo non avvedendosi del suo sopraggiungere, nonostante arrivasse su strada rettilinea e senza ostacoli alla sua visibilità e nonostante, per avvedersi del suo arrivo, avesse anche lo spazio della pista ciclabile che doveva necessariamente attraversare per immettersi sulla sua carreggiata, e ciò indipendentemente dal superamento dei limiti di velocità (in quel tratto di 30 km/h, ndr) da parte del conducente della moto” prosegue il dott. Petroni nella sua richiesta di processo, anche sulla scorta delle conclusioni del consulente tecnico, l’ing. Mario Piacenti, a cui il magistrato ha affidato una consulenza cinematica ad hoc per ricostruire la dinamica, le cause e tutte le responsabilità dello schianto; alle operazioni peritali ha partecipato per la parte offesa e dato il suo apporto anche l’ing. Pierluigi Zamuner messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini a cui, attraverso il General manager dott. Riccardo Vizzi, si sono affidati per essere assistiti i congiunti del trentenne, unitamente all’avvocato del Foro di Treviso Andrea Piccoli.

Il resto, purtroppo, è tristemente noto; la vettura ha tagliato la strada e travolto la moto causando la rovinosa caduta sull’asfalto del centauro e il suo decesso praticamente istantaneo. Di fronte alle sue responsabilità, l’imputato, attraverso il proprio difensore, ha quindi chiesto e ottenuto di patteggiare la pena di sette mesi.

Nato a Craiova, in Romania, ma giunto in Italia da bambino con l’amata mamma Maria, nel 1999, Alexandru Bogdan Furis aveva abitato a lungo in via Don Berti a Maerne, dove aveva frequentato le scuole elementari e medie, e dove aveva ancora tantissime amicizie, per poi trasferirsi in una palazzina di via Longhin a Olmo, dove viveva con il patrigno Renzo, malato e disabile, prendendosene anche cura. Diplomatosi all’istituto tecnico industriale Levi di Mirano, da quasi dieci anni aveva trovato lavoro alla Speedline dov’era molto considerato da dirigenti e colleghi. I suoi genitori attraverso Studio3A sono già stati risarciti dalla compagnia di assicurazione dell’auto, ma si aspettavano una risposta anche in sede penale che oggi, per quanto molto ma molto parziale, è arrivata.

Caso seguito da:

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Dott. Riccardo Vizzi

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Incidenti da Circolazione Stradale

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