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I congiunti del 26enne di Campobasso travolto e ucciso da un’automobilista che gli ha tagliato la strada auspicano che la Procura di Isernia faccia piena luce sul sinistro

Non servirà a riportare indietro il loro caro, ma ora, a due settimane dalla tragedia, con sempre nel cuore un dolore senza fine, ma con la mente un po’ più fredda, i familiari di Giuseppe Fragolini chiedono con forza all’autorità giudiziaria di profondere ogni sforzo per fare piena luce sui fatti e per rendere loro, e al loro “ragazzo” deceduto a soli 26 anni, un po’ di giustizia. Il papà, la mamma, la sorella maggiore e i nonni del giovane – conosciutissimo, stimato e ben voluto da tutti a Campobasso, dove risiedeva e lavorava con impegno e determinazione nell’attività di famiglia, una nota azienda di rivendita di pneumatici di cui a breve avrebbe rilevato dal genitore l’intera gestione -, non sanno capacitarsi di come sia potuto accadere l’incidente.

Com’è tristemente noto, infatti, Fragolini, domenica 17 settembre, poco dopo le 13, procedeva tranquillamente per la sua strada, in compagnia di altri amici motociclisti, in sella alla sua Honda Hornet sulla Statale 17 e viaggiava in direzione Campobasso quando all’improvviso, all’altezza della progressiva chilometrica, 192 + 280, nel territorio comunale di Castelpetroso, in provincia di Isernia, il conducente di una Jeep Renegade, che proveniva dalla direzione opposta, ha inopinatamente girato a sinistra, manovra peraltro vietata dalla linea continua, tagliandogli di fatto la strada: si tratta di C. R., 66 anni, di Roma. Un impatto purtroppo terribile, il giovane è stato sbalzato dalla sua due ruote rovinando sull’asfalto e per lui non c’è stato nulla da fare nonostante l’arrivo dei soccorsi.

Il Pubblico Ministero della Procura di Isernia dott. Marco Gaeta, subito informato del drammatico sinistro dalla Polizia Stradale di Isernia che ha effettuato i rilievi, ha naturalmente iscritto nel registro degli indagati per il reato di omicidio stradale il conducente della vettura, ha convalidato il sequestro dei mezzi a cui avevano proceduto già nell’immediatezza gli agenti e ha disposto quello degli smartphone in uso sia all’automobilista sia al motociclista.

I familiari di Fragolini, per essere assistiti, fare piena luce sui fatti e ottenete giustizia, attraverso l’Area manager Puglia Sabino De Benedictis e la consulente per il Molise Monica Romano, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e all’avvocato Fabio Ferrara del foro di Bari. E Studio3A ha già messo a disposizione come esperto consulente tecnico di parte per approfondire l’esatta dinamica del sinistro l’ingegner Pietro Pallotti.

L’auspicio della famiglia di Giuseppe Fragolini, infatti, è che il Sostituto Procuratore, che non ha ritenuto necessaria l’autopsia sulla salma essendo chiaro che il ventiseienne è deceduto unicamente per i gravissimi politraumi patiti nell’incidente, voglia disporre una consulenza tecnica cinematica ad hoc per accertarne con precisione le modalità, le cause e tutte le responsabilità, e magari anche un accertamento tecnico irripetibile di natura informatica sul cellulare dell’indagato per appurare se lo stesse utilizzando al momento dello schianto e se quella sua sciagurata e fatale svolta a sinistra, manovra non permessa ed effettuata senza concedere la dovuta precedenza al centauro, possa essere stata messa in atto in questo modo per una distrazione “da smartphone”. I congiunti del ragazzo cercano, prima ancora che giustizia, risposte e verità.

Caso seguito da:

Sabino De Benedictis

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Categoria:

Incidenti da Circolazione Stradale

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