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I due operai sono precipitati durante l’installazione di una piattaforma aerea sulla A19 a Enna: l’inchiesta della Procura ennea ha portato alla luce le solite, pesanti violazioni

Un fatale montaggio “fai da te”, nonostante l’elevatissima pericolosità di quell’operazione in quota, senza seguire le istruzioni d’uso e senza avvalersi della supervisione del tecnico specializzato. Queste, in estrema sintesi, le pesanti violazioni alla base dell’ennesimo dramma sul lavoro, costato la vita a Vincenzo Martorana, 58 anni, di Villabate (Palermo), e traumi gravissimi al collega Antonino Abbruscato, 63 anni, di Caccamo (Pa), ma ora i responsabili dovranno risponderne alle vittime, ai loro familiari e alla giustizia.

A conclusione delle indagini preliminari sull’infortunio occorso il 13 maggio 2022 lungo l’autostrada A19 Palermo-Catania, all’altezza di Enna, presso il viadotto Mulini, il Pubblico Ministero della Procura ennea titolare del relativo procedimento penale, il dott. Massimiliano Muscio, ha chiesto il processo per P. T., 57 anni, di Modugno (Bari), il datore di lavoro e legale rappresentante dell’impresa di cui i due operai erano dipendenti, la Fichera Scarl, per A. I., 37 anni, di Maida (Catanzaro) in qualità di direttore di cantiere, dirigente con delega di funzioni, e per R. A., 58 anni, di Cammarata (Agrigento), quale capocantiere, anch’egli dirigente con subdelega di funzioni: dovranno rispondere dei reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravissime in concorso, con l’aggravante di essere stati commessi in violazione delle norme antinfortunistiche. Riscontrando l’istanza, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Enna, dott.ssa Ornella Zelia Futura Maimone, ha fissato per il 9 luglio 2024, alle ore 9, presso il Palazzo di Giustizia di viale Diaz, l’udienza preliminare di un processo dal quale le parti offese si aspettano una risposta: tra loro, oltre alla moglie e ai tre figli, anche le sorelle di Vincenzo Martorana che, attraverso il consulente personale Alessio Tarantino, per essere assistite e ottenere giustizia si sono affidate a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini.

Com’è tristemente noto, i due lavoratori sono precipitati da un’altezza di svariati metri durante le fasi di montaggio di una Piattaforma di Lavoro Autosollevante su Colonna (Plac): purtroppo per Martorana non c’è stato nulla da fare, mentre Abbruscato è sopravvissuto ma ha riportato pesantissimi politraumi invalidanti, tra cui la frattura del bacino e fratture vertebrali multiple. L’accurata inchiesta condotta dal magistrato inquirente per accertare dinamica, cause e responsabilità del tragico incidente si è avvalsa, tra le varie, della fitta attività dei Carabinieri di Enna, delle indagini dello S.Pre.S.A.L. dell’Asp di Enna e della consulenza tecnica dell’ingegner Girolamo Vitellaro, incaricato appositamente dal Sostituto procuratore. Che alla fine ha chiesto il rinvio a giudizio per i soggetti che, dopo le prime fasi in cui il fascicolo risultava ancora contro ignoti, sono stati successivamente iscritti nel registro degli indagati, alla luce delle gravi e fatali infrazioni emerse.

Al datore di lavoro, P. T., il Pm imputa di “non aver preso le misure necessarie affinché l’attrezzatura di lavoro denominata PLAC venisse montata, utilizzata e smontata in conformità alle istruzioni d’uso contenute nel manuale d’istruzioni redatto dal fabbricante, ovvero sotto il controllo di un responsabile di cantiere idoneamente formato” e di “non aver individuato e trasmesso al responsabile di cantiere (individuato nella persona del preposto geometra F.) le corrette procedure per attuare le misure di prevenzione e protezione, nella fattispecie la verifica e il controllo durante le suddette operazioni” per citare la richiesta di rinvio a giudizio. Al direttore di cantiere, A. I., e al capo cantiere., R. A., il dott. Muscio ascrive quindi la colpa di “non aver aggiornato le misure di prevenzione disponendo che le operazioni di montaggio, smontaggio e uso della PLAC avvenissero sotto il controllo attento del preposto e/o del responsabile di cantiere, in possesso di una formazione aggiuntiva e specifica relativa al montaggio, smontaggio e impiego di quelle attrezzature”.

Caso seguito da:

Alessio Tarantino

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Categoria:

Infortuni sul Lavoro

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