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La 23enne di Castel Maggiore, rimasta in panne con la sua Fiat 500 in autostrada, era stata

travolta dalla macchina dell’imputato, che ha patteggiato la pena oggi in tribunale a Bologna

Nessuna condanna sarebbe mai stata commisurata alla loro immensa perdita, ma i familiari di Alessia Grimaldi, che aveva solo 23 anni, hanno quanto meno potuto renderle un po’ di giustizia. Ieri, venerdì 24 febbraio 2023, in Tribunale a Bologna, avanti il Giudice per l’Udienza Preliminare dott. Letizio Magliaro, ha patteggiato la pena di un anno e sei mesi, con la sospensione condizionale, Francesco Ricciardi, oggi 74 anni, di Modena, l’automobilista accusato e ora anche condannato per il reato di omicidio stradale per aver tamponato con violenza con la sua vettura, senza abbozzare alcuna frenata, l’utilitaria della giovane di Castel Maggiore, rimasta in panne in autostrada, causandone la morte: la tragedia si è consumata il 27 agosto 2022 sull’A14, tra i caselli di San Lazzaro e Castel San Pietro.

Com’è tristemente noto, quel maledetto giorno d’estate, alle 19, la ragazza mentre procedeva sulla carreggiata Sud dell’autostrada A14 (Bologna-Bari-Taranto), all’altezza del km 34+667, nel territorio comunale di Castel San Pietro Terme, è rimasta bloccata nella terza corsia di marcia a causa di un guasto nella sua Fiat 500. Non riuscendo a spostarsi, ha cercato di mettersi in salvo, ma purtroppo non ha fatto a tempo: da tergo è sopraggiunta, nella stessa direzione, la Kia Sportage condotta da Ricciardi il quale, pur essendo ancora chiaro e una bella giornata di sole, non ha visto l’ostacolo in tempo e ha tamponato in pieno con violenza l’utilitaria, non lasciando scampo alla sua conducente, deceduta praticamente sul colpo per i gravissimi politraumi riportati. A causa dell’incidente era rimasta seriamente ferita anche la moglie di 65 anni dell’imputato, trasportata nella vettura che egli conduceva.

Il settantaquattrenne è stato iscritto fin da subito nel registro degli indagati dal Pubblico Ministero della Procura felsinea titolare del relativo procedimento penale, il dott. Giampiero Nascimbeni, anche sulla scorta del rapporto degli agenti della Polizia Stradale di Bologna, intervenuti per i rilievi, i quali, oltre ad averlo deferito all’autorità giudiziaria, l’hanno sanzionato in via amministrativa per la violazione dell’art. 141 comma 2 del Codice della Strada. E a conclusione dell’indagini preliminari il Sostituto procuratore ne ha chiesto anche il processo imputandogli di aver causato la morte della giovane per “colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia (ometteva di prestare attenzione alla circolazione e alla strada) e violazione dell’art. 141 comma 2 del Codice della Strada, omettendo di mantenere le distanze di sicurezza dal veicolo che lo precedeva in modo tale da essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizioni di sicurezza, specialmente l’arresto tempestivo del veicolo entro i limiti del proprio campo di visibilità dinanzi ad un ostacolo prevedibile” per citare l’atto del magistrato, che concludeva. “In particolare, non avvedendosi per distrazione dell’ostacolo costituito dalla Fiat 500 ferma dinanzi a lui nella terza corsia a causa di un guasto, e non mantenendo la distanza di sicurezza che gli avrebbe consentito di arrestare il proprio mezzo evitando la collisione, la tamponava violentemente senza porre in essere alcuna azione frenante, determinando così, a causa del violento urto, l’immediato decesso di Alessia Grimaldi”. La richiesta di rinvio a giudizio del Sostituto Procuratore è stata quindi riscontrata dal Gup con la fissazione dell’odierna udienza preliminare, all’esito della quale l’imputato ha per l’appunto patteggiato la pena di un anno e mezzo.

All’epoca la tragedia aveva destato profonda commozione. La ventitreenne era conosciutissima, ben voluta da tutti e piena di amici e anche il noto cantautore Cesare Cremonini, di cui la ragazza era una fan e non si perdeva un concerto, le aveva dedicato un commosso ricordo. La mamma e il papà di Alessia, che hanno perduto la loro unica figlia (la giovane ha lasciato anche il fidanzato Michele), attraverso la consulente legale dott.ssa Sara Donati, si sono rivolti a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha già chiuso l’iter risarcitorio per i suoi assistiti, con la collaborazione dell’avv. Dario Eugeni del Foro di Bologna. I suoi genitori, in quanto già risarciti, non hanno quindi potuto costituirsi parte civile nel processo, ma si aspettavano comunque una risposta anche dalla giustizia penale che, per quanto parziale, è arrivata.

Caso seguito da:

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Dott.ssa Sara Donati

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