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Il Gip di Pordenone accoglie l’opposizione dei familiari di Dorjo Duka e rigetta l’istanza di patteggiamento dell’automobilista trevigiano responsabile del terribile incidente
Troppo pochi due anni per aver causato un tremendo incidente costato la vita a un incolpevole giovane e il ferimento grave di un altro, e per di più guidando “imbottito” di alcol e droga. Accogliendo in pieno l’accorata opposizione presentata dai patrocinatori dei familiari della vittima e del ragazzo ferito, tutti assistiti da Studio3A-Valore S.p.A. e dall’avv. Laura Fagotto – congiunti che peraltro non sono ancora neppure stati risarciti -, il Gip del Tribunale di Pordenone dott.ssa Milena Granata, nell’udienza in camera di consiglio appositamente fissata e tenutasi oggi, mercoledì 12 febbraio 2025, ha respinto la richiesta di patteggiamento avanzata attraverso il proprio difensore da Remo Barbier, 46 anni, di Codognè, nel Trevigiano, nell’ambito del procedimento penale a suo carico per il frontale occorso nella notte di domenica 21 gennaio 2024 a Ponte Meduna, frazione di Zoppola (Pn), sulla Pontebbana, in cui ha perso la vita Dorjo Duka, di soli 30 anni, residente a Tirana, in Albania, sposato da appena nove giorni (in foto) e ha riportato politraumi pesantissimi il cugino (oggi) ventiseienne di quest’ultimo che viaggiava con lui: una proposta per una pena finale di due anni di reclusione, con la sospensione condizionale – partendo da una pena base di otto poi via via drasticamente ridotta tra concessione delle attenuanti generiche, benefici del rito alternativo scelto e “sconti” vari – che l’indagato, di fronte alle sue schiaccianti responsabilità, ha presentato e concordato con il Pubblico Ministero titolare del fascicolo, il dott. Federico Baldo, ancora nella fase delle indagini preliminari, prima ancora, cioè, che il magistrato spiccasse la richiesta di rinvio a giudizio.
Una proposta che tuttavia i congiunti della vittima e il giovane sopravvissuto hanno accolto come quasi un’offesa data l’entità del tutto inadeguata della condanna prospettata a fronte della a dir poco censurabile condotta di guida dell’indagato, che deve rispondere di omicidio stradale e di lesioni personali stradali gravissime con le aggravanti della guida in stato di ebbrezza e di alterazione psicofisica per l’assunzione anche di sostanze stupefacenti, e per le terribili conseguenze che essa ha cagionato. Dall’inchiesta, ed in particolare dalla consulenza tecnica cinematica disposta dal magistrato inquirente e affidata all’ingegner Enrico Bellomo, è stata infatti accertata l’esclusiva responsabilità di Barbier che ha commesso svariate e fatali violazioni: ha invaso con la sua Mercedes Cla la corsia opposta dove sopraggiungeva la Fiat Grande Punto guidata dall’incolpevole Duka e in cui era trasportato il cugino, K. S., viaggiava ad una velocità di almeno 30 km/h oltre il limite consentito e, non ultimo, si è messo al volante in totale stato di alterazione psicofisica: come risultato dalla consulenza firmata dal medico legale dott. Antonello Cirnelli e dalla tossicologa prof.ssa Donata Favretto, anch’essi consulenti tecnici nominati ad hoc dal Sostituto Procuratore, è risultato che il quarantaseienne trevigiano, e peraltro quasi tre ore dopo l’incidente, aveva un tasso alcolemico (ancora) di 0,92 g/l (al momento del sinistro sarà stato sicuramente sensibilmente superiore), contro il limite di 0,5 g/l, e aveva assunto cocaina, con presenza ematica della sostanza stupefacente pari a 21 ng/mL nonché di Cocaetilene pari a 33 ng/mL.
I familiari di Duka, che era venuto in Italia con la sorella per festeggiare il compleanno del cugino, a cui era legatissimo, e quest’ultimo, che si è miracolosamente salvato ma è rimasto per giorni in pericolo di vita e ha riportato svariate fratture e lesioni toraciche e intestinali che gli hanno lasciato una pesante invalidità permanente, oltre alla sindrome da stress post traumatico di cui soffre tuttora, per fare piena luce sui fatti e ottenere giustizia si sono affidati, attraverso il general manager dott. Riccardo Vizzi, a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, con la collaborazione dell’avvocato penalista Laura Fagotto del foro di Pordenone. Lo studio ha anche messo a disposizione dei propri assistiti per gli accertamenti tecnici non ripetibili sulla dinamica dello scontro quale consulente tecnico di parte l’ingegner Iuri Collinassi che ha partecipato alle operazioni peritali.
E alla richiesta di patteggiamento, che ha destato profonda amarezza nella parte offesa, è stata subito presentata al Gip una decisa e ferma memoria per sollecitarne il rigetto. Con successo. “Il Giudice, ritenuto di non accogliere la richiesta di patteggiamento non essendo giustificate né la concessione delle circostanze attenuanti generiche a fronte della notevole gravità della condotta e della mancanza di risarcimento nei confronti delle persone offese, né l’applicazione della massima estensione della circostanza attenuante di cui al comma 7 ex art. 589, ritenuto altresì che la pena non possa ritenersi congrua, rigetta l’istanza di applicazione pena e riconsegna gli atti al Pm” recita in sintesi il provvedimento pronunciato dal Gip all’esito dell’udienza odierna, e che è stato accolto con estrema soddisfazione dalla famiglia Duka. La proposta andrà riformulata per una pena decisamente più adeguata.
Caso seguito da:

Dott. Riccardo Vizzi
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