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Tutto come se non peggio di prima: per una guerra, quella contro il Covid, quasi vinta, un’altra, quella contro gli infortuni sul lavoro, con il ritorno alla normalità delle attività, ha ripreso a fornire i soliti, tragici bollettini.

Gli open data pubblicati il 29 ottobre 2021 dall’Inail sul fenomeno infortunistico relativi ai primi nove mesi del 2021 certificano che, “dopo la fase pandemica si sta assistendo ad una drammatica recrudescenza degli infortuni e delle morti sul lavoro tradizionali per dirla con il Presidente dell’Istituto, Franco Bettoni.

E’ vero che le cifre vanno prese con cautela, trattandosi di dati provvisori, e, soprattutto, che il confronto con il 2020 richiede estrema prudenza proprio in ragione della componente Coronavirus, ma è comunque evidente che la drammatica tendenza è ripresa.

 

Quasi 400mila denunce di infortunio presentate nei primi nove mesi del 2021

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di settembre sono infatti risultate 396.372, quasi 30mila in più (+8,1%) rispetto alle 366.598 dei primi nove mesi del 2020, sintesi di un decremento delle denunce nel trimestre gennaio-marzo (-11%) e di un incremento nel periodo aprile-settembre (+22%), nel confronto tra i due anni.

I dati rilevati al 30 settembre di ciascun anno evidenziano nei primi nove mesi del 2021 un aumento a livello nazionale degli infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (+20,3%, da 44.481 a 53.509 casi), che sono diminuiti del 32% nel primo bimestre di quest’anno e aumentati del 50% nel periodo marzo-settembre (complice il massiccio ricorso allo smart working nello scorso anno, a partire proprio dal mese di marzo), e un incremento del 6,4% (da 322.117 a 342.863) di quelli avvenuti in occasione di lavoro, che sono calati del 10% nel primo trimestre di quest’anno e aumentati del 18,0% nel periodo aprile-settembre.

Incidenti aumentati in quasi tutti i settori

Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati è aumentato del 6,5% nella gestione Industria e servizi (dai 318.811 casi del 2020 ai 339.466 del 2021), dell’1,4% in Agricoltura (da 20.023 a 20.297) e del 31,9% nel Conto Stato (da 27.764 a 36.609). Si osservano incrementi generalizzati in quasi tutti i settori produttivi tranne in quelli dell’amministrazione pubblica (-4,7%) e, soprattutto, della Sanità e assistenza sociale, che nei primi nove mesi di quest’anno, pur distinguendosi ancora per numerosità di eventi (oltre 30mila denunce), presenta una riduzione del 29,8% degli infortuni avvenuti in occasione di lavoro rispetto alle circa 43mila dello stesso periodo del 2020 (sintesi di un +165% del primo bimestre, di un -67% del periodo marzo-giugno, di un +12% nel bimestre luglio-agosto e di una stabilità a settembre).

Dall’analisi territoriale emerge una diminuzione delle denunce soltanto nel Nord-Ovest (-2,0%), al contrario delle Isole (+14,2%), del Centro (+13,2%), del Sud (+12,7%) e del Nord-Est (+12,5%). Tra le regioni si registrano decrementi percentuali solo in Valle d’Aosta, Piemonte, Provincia autonoma di Trento e Lombardia, mentre gli incrementi percentuali più consistenti sono quelli di Basilicata, Molise e Campania.

L’aumento che emerge dal confronto dei primi nove mesi del 2020 e del 2021 è legato alla sola componente maschile, che registra un +13,4% (da 225.270 a 255.373 denunce), mentre quella femminile presenta un -0,2% (da 141.328 a 140.999). L’incremento ha interessato sia i lavoratori italiani (+7,5%) sia quelli extracomunitari (+13,4%) e comunitari (+2,1%). L’analisi per età mostra incrementi in tutte le fasce: +23,5% per gli under 29, +4,9% per i 30-49enni e +3,1% per gli over 50.

 

I casi mortali sono stati 910, più di tre vittime al giorno

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto entro il mese di settembre 2021 sono state 910, 17 in meno rispetto alle 927 registrate nei primi nove mesi del 2020 (-1,8%, contro il -6,2% della rilevazione di agosto). Il confronto tra il 2020 e il 2021, però, non deve ingannare, in quanto sul dato relativo allo scorso anno incidono pesantemente i contagi mortali sul lavoro da Covid-19.

Ad ogni modo, i dati rilevati al 30 settembre di ciascun anno evidenziano per i primi nove mesi del 2021 un aumento dei casi avvenuti in itinere, passati da 151 a 179 (+18,5%), mentre quelli in occasione di lavoro sono stati 45 in meno (da 776 a 731, -5,8%).

La gestione Industria e servizi, peraltro, è l’unica a fare registrare un segno negativo (-5,5%, da 812 a 767 denunce mortali), al contrario dell’Agricoltura, che passa da 81 a 98 denunce (+21,0%), e del Conto Stato da 34 a 45 (+32,4%). Dall’analisi territoriale emerge un aumento nel Sud (da 192 a 254 casi mortali), nel Nord-Est (da 183 a 196) e nel Centro (da 162 a 176). Il numero dei decessi, invece, è in calo nel Nord-Ovest (da 331 a 226) e nelle Isole (da 59 a 58).

Il lieve decremento rilevato nel confronto tra i primi nove mesi del 2020 e del 2021 è legato sia alla componente femminile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 98 a 86 (-12,2%), sia a quella maschile, che è passata da 829 a 824 casi (-0,6%). Il calo riguarda le denunce dei lavoratori italiani (da 785 a 775) e comunitari (da 46 a 31), mentre quelle dei lavoratori extracomunitari passano da 96 a 104. Dall’analisi per età emergono incrementi per gli under 30 anni (+8 casi) e 35-49 anni (+55), e decrementi in quelle 20-24 anni (-2 casi) e over 50 (-80 decessi, da 633 a 553).

Gli incidenti plurimi

Al 30 settembre di quest’anno risultano 15 incidenti plurimi avvenuti nei primi nove mesi per un totale di 35 decessi, 21 dei quali stradali (due vittime in provincia di Bari e due in quella di Torino a marzo, quattro in provincia di Ragusa, due in provincia di Bologna e due in provincia di Ferrara ad aprile, sette in provincia di Piacenza e due a Catanzaro a settembre).

Due lavoratori hanno perso la vita a seguito di un crollo di un fabbricato in provincia dell’Aquila a marzo (in foto, i soccorsi), due a causa di inalazione di vapori tossici in provincia di Pavia a maggio, due per esplosione/incendio di un capannone in provincia di Perugia a maggio, due per soffocamento durante la pulizia di una cisterna in provincia di Cuneo a giugno, altri due intossicati da monossido di carbonio sempre in provincia di Cuneo a luglio, due persone travolte da una lastra di cemento in Valle d’Aosta ad agosto e, infine, a settembre due operai sono deceduti per ustioni da congelamento per uscita di azoto liquido in una cisterna in provincia di Milano. Lo scorso anno, invece, gli incidenti plurimi registrati tra gennaio e settembre erano stati sette, con 14 casi mortali denunciati, oltre la metà dei quali stradali.

 

In aumento anche le denunce di malattia professionale

Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi nove mesi del 2021 sono state 40.470, 8.769 in più rispetto allo stesso periodo del 2020 (+27,7%), sintesi di un calo del 26% nel periodo gennaio-febbraio e di un aumento del 54% in quello di marzo-settembre, nel confronto tra i due anni.

Le patologie denunciate tornano quindi ad aumentare, dopo un 2020 condizionato fortemente dalla pandemia con denunce in costante decremento nel confronto con gli anni precedenti. Lo scorso anno, infatti, i vari arresti e ripartenze delle attività produttive hanno ridotto l’esposizione al rischio di contrarre malattie professionali. Allo stesso tempo, lo stato di emergenza, le limitazioni alla circolazione stradale e gli accessi controllati a strutture sanitarie di vario genere hanno disincentivato e reso più difficoltoso al lavoratore la presentazione di eventuali denunce di malattia, rimandandola al 2021.

L’incremento registrato tra gennaio e settembre di quest’anno ha interessato sia la gestione assicurativa dell’Industria e servizi (+28,2%, da 26.005 a 33.336 casi), sia quelle dell’Agricoltura (+25,6%, da 5.371 a 6.748) e del Conto Stato (+18,8%, da 325 a 386), e tutte le aree territoriali del Paese: Nord-Ovest (+23,6%), Nord-Est (+36,8%), Centro (+31,1%), Sud (+27,0%) e Isole (+5,9%). In controtendenza la sola regione Campania, in calo del 4,7%. In ottica di genere si rilevano 6.062 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 23.415 a 29.477 (+25,9%), e 2.707 in più per le lavoratrici, da 8.286 a 10.993 (+32,7%). Aumentano sia le denunce dei lavoratori italiani, che sono passate da 29.497 a 37.451 (+27,0%), sia quelle dei comunitari, da 753 a 955 (+26,8%), e degli extracomunitari, da 1.451 a 2.064 (+42,2%).

Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi nove mesi del 2021, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dai tumori che superano anche a settembre quelle del sistema respiratorio.

L’amaro commento del Presidente Bettoni

Le statistiche dimostrano – commenta il Presidente dell’Inail, Franco Bettoni – che si stanno attenuando gli effetti della pandemia sull’andamento infortunistico.

Se, infatti, nel 2020 l’emergenza sanitaria ha comportato la riduzione dell’esposizione a rischio per gli eventi “tradizionali” e in itinere, a causa delle chiusure forzate e poi del rallentamento di molte attività produttive, del ricorso al lavoro agile con le conseguenti limitazioni alla circolazione stradale, facendo registrare l’emersione degli infortuni da covid 19, adesso assistiamo ad una drammatica recrudescenza degli infortuni e delle morti sul lavoro “ordinari.

I numeri sono tornati ad essere preoccupanti anche al netto dei contagi professionali da covid, ed è dunque doverosa una riflessione”.

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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Categoria:

Blog Infortuni sul Lavoro

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