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E’ successo il 28 gennaio nel territorio di Ronchis (Ud) a un 33enne di San Donà,  in buona compagnia: per il Gestore non si poteva intervenire prima, “mangiarsela”

Sfascia la macchina in autostrada, e con lui altri tre malcapitati, centrando in pieno una trave di legno seminata verosimilmente da qualche camion, ma l’Ente gestore e responsabile della strada, Autovie Venete, non intende risarcire i danni di oltre duemila euro al veicolo. Secondo la tesi sostenuta dalla Società, era impossibile rimuovere l’ostacolo prima: per la cronaca, ci sono voluti almeno quaranta minuti.

La brutta avventura è capitata a un trentatreenne di San Donà di Piave che si è rivolto a Studio3A per essere risarcito. L’automobilista, alle 17.50 del 28 gennaio 2021, sta procedendo con la sua Seat Ateca sulla A4 in direzione Trieste quando, al km 565+700, nel territorio comunale di Ronchis (Ud), a trecento metri dall’uscita di Latisana, mentre si trova sulla corsia di sinistra e sta viaggiando a una velocità di circa 120 km/h, all’improvviso si trova di fronte sulla strada una trave di legno lunga circa 2 metri che occupa la corsia di sorpasso e quella centrale: cerca di evitarla, ma non può spostarsi di corsia perché è attorniato da mezzi pesanti. L’impatto, violento, è inevitabile, e non sarà l’unico: prima di lui, e dopo, in rapida sequenza finiscono contro l’ostacolo almeno altri tre mezzi, una Toyota Yaris, una Seat Leon e da una Volkswagen Golf. Del resto, nei display non viene riportato alcun avviso di pericolo. Tutti gli automobilisti coinvolti, per fortuna illesi, si fermano poco dopo in corsia di emergenza per verificare i danni e per dare subito l’allarme: due vetture, peraltro, tra cui quella del trentatreenne, non possono proseguire, perché con l’urto hanno avuto le gomme squarciate. In loco è un andirivieni di carri attrezzi.

Alle 19.10 arriva anche una pattuglia della Polizia stradale di Udine che raccoglie le dichiarazioni, peraltro collimanti, dei quattro conducenti e verbalizza tutto. Gli agenti effettuano anche un giro di perlustrazione per tentare di risalire all’autore della “perdita” del carico, ma senza risultato: anche le immagini delle telecamere disponibili, poi visionate, non sarebbero state di aiuto.

Il conducente dell’Ateca, per essere assistito, attraverso il responsabile della sede di San Donà di Piave, Ricardo Vizzi, si è dunque rivolto a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritto dei cittadini, che ha quindi presentato una dettagliata richiesta danni, corredata con tutta la documentazione, ad Autovie Venete, l’Ente gestore di quel tratto di A4 e come tale responsabile delle sue condizioni di sicurezza e tenuto a rispettare precisi obblighi di vigilanza e salvaguardia, ancora più stringenti trattandosi di un asse viario chiuso all’esterno: oltre ad uno pneumatico, distrutto, la vettura ha riportato ingenti danni a varie parti meccaniche (come il braccio guida della ruota e i montanti degli ammortizzatori), per una fattura regolarmente pagata all’auto-riparatore di 1.900 euro. A cui sono stati aggiunti nella richiesta 300 euro di fermo tecnico del mezzo durante la riparazione, per un totale di 2.200 euro.

Ma Autovie ha risposto picche, non disconoscendo l’accaduto, ma invocando il caso fortuito, la imprevedibilità e l’inevitabilità e sostenendo che il personale non poteva intervenire più celermente per rimuovere la trave. Secondo il gestore, la prima notizia della presenza dell’ostacolo sarebbe arrivata al Centro Radio Informativo alle 18.02, con successivo avviso sui pannelli a messaggio variabile, e l’Ausiliario della viabilità competente per zona sarebbe giunto sul posto alle 18.12 rimuovendo poi la trave che era adiacente al guardrail centrale: in realtà, come certificato dagli Agenti della Polstrada nel loro rapporto, l’ostacolo è stato individuato dal personale di “Autovie Sat” alle 18.26 e rimosso solo dalle 18.29. Come minimo 40 minuti dopo rispetto all’incidente, visto che non vi è certezza dell’esatto momento in cui il camion ha perduto il carico. Per l’Ente gestore questo era il massimo che si poteva fare.

Studio3A ha subito rinnovato la richiesta contestando queste affermazioni e tornendo a chiedere i danni per conto del proprio assistito che, dopo aver pagato il ticket per il servizio autostradale, non può anche rimetterci più di duemila euro di tasca sua se l’autostrada – non una strada qualsiasi – non era in condizioni di sicurezza. E in caso di ulteriori dinieghi, non fosse che per una questione di principio, è pronto ad adire anche le vie legali.

Caso seguito da:

Dott. Riccardo Vizzi

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Categoria:

Press

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