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La rotaia del tram di Venezia è “Assassina”
Adesso a stabilirlo sono anche i magistrati: la rotaia del tram di Venezia è fuori legge, è la responsabile di un incidente mortale e di chissà quali e quanti altri sinistri.
Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Venezia, su richiesta del Pubblico Ministero, dott.ssa Francesca Crupi, ha archiviato l’indagine per omicidio stradale nei confronti di un 43enne che nel giugno del 2016, alla guida del suo scooter con in sella la moglie, aveva perso il controllo del mezzo sulla rotaia del metrobus sul Ponte della Libertà che collega Mestre a Venezia: la caduta era stata fatale alla passeggera.
I consulenti tecnici, nella relazione disposta dal sostituto procuratore lagunare per accertare le cause del sinistro, scrivono infatti che “la sezione trasversale della sede tranviaria, con sopralzo di 5-7 millimetri del fungo della rotaia sul piano di rotolamento delle ruote del tram, determina una condizione di pericolosità per i veicoli a due ruote, soprattutto nei tratti in rettilineo come il Ponte della Libertà, dove il veicolo stradale percorre una traiettoria parallela alla rotaia del tram. Tale pericolosità può quindi essere stata almeno una concausa dell’incidente se non l’elemento principale”. Dunque, secondo i consulenti del magistrato, gli ingegneri Agostino Cappelli e Mario Piacenti, la scivolata mortale è stata determinata dalla rotaia
Il marito della vittima, oltre ad avere perso la moglie ed essere rimasto gravemente ferito, si è anche ritrovato iscritto nel registro degli indagati per il reato di omicidio stradale. Ma la perizia non solo lo ha scagionato, ma apre le porte anche a una causa civile per chiedere il risarcimento danni alla commissione locale promotrice del metrobus, anzi, a una serie di cause viste le numerose cadute successe in quel tratto.
La commissione nazionale sicurezza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, come hanno chiarito i due ingegneri nella relazione consegnata al Pm e considerata valida dal Gip, nel marzo 2004 ha sì autorizzato la realizzazione dell’opera, ma prevedendo l’istituzione di una commissione locale sicurezza per seguire il progetto e i lavori. E il Mit alla commissione locale, composta da Comune, DG trasporti e impianti fissi, Ustif Venezia, PMV (responsabile della realizzazione del progetto), l’associazione di impresa aggiudicataria dell’appalto, e i tecnici della direzione lavori di PMV, ha dato delle precise regole da osservare. Regole che la commissione locale per la sicurezza istituita il 13 luglio del 2005 non ha osservato. Nella relazione è infatti scritto: “Le raccomandazioni della commissione interministeriale non risultano essere state tenute nella dovuta considerazione sia in merito all’allineamento orizzontale della piattaforma (rotaia-piano di appoggio delle due ruote) sia alla realizzazione di misure che escludessero sul Ponte della Libertà la circolazione promiscua dei veicoli a due ruote sulla corsia dì circolazione del tram”, osservazione, quest’ultima, avanzata a più riprese anche da Studio 3A.
Gli ingegneri hanno effettuato rilievi in tre sezioni diverse sul Ponte della Libertà e hanno misurato un sopralzo della rotaia mediamente di 7 millimetri rispetto all’allineamento della piattaforma. Il Mit aveva dichiarato che rotaia e piattaforma dovevano essere sullo stesso piano, mentre la Commissione locale sicurezza ha approvato il progetto con uno scarto della rotaia fino a 15 millimetri.
Infine nella relazione del pubblico ministero è stato sottolineato come la Commissione locale sicurezza si sia preoccupata “solo della circolazione dei ciclisti trascurando gli analoghi problemi per gli altri veicoli a due ruote anche se motorizzati..Quando il Mit aveva espressamente vietato la circolazione proprio delle moto sul Ponte della Libertà”.
Scritto da:
Dott. Nicola De Rossi
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Categoria:
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