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Casi di malpractice medica purtroppo se ne verificano tanti, ma ha del clamoroso quello, per fortuna non fatale, vissuto da un bimbo toscano, oggi divenuto adulto, e dalla sua famiglia: per diversi anni si era ritenuto che il bambino avesse problemi psichici e come tale era stato gestito, in realtà era “semplicemente” sordo ma ben due strutture specialistiche, nonostante la madre ve l’avesse condotto in più occasioni proprio per verificarne l’udito, non avevano ravvisato problemi in tal senso.

Oggi finalmente, a distanza di vent’anni, il Tribunale di Firenze ha disposto un importante risarcimento a favore dei danneggiati per la ritardata diagnosi di sordità e il conseguente danno morale.

Bimbo lamenta problemi di linguaggio, ma due strutture certificano che non dipende dall’udito

L’origine della vicenda risale, come detto, ad oltre venti anni fa, quando il piccolo, che allora aveva dodici mesi, aveva cominciato a manifestare i primi problemi di linguaggio. La pediatra che lo seguiva aveva consigliato ai genitori degli esami di approfondimento sulla capacità uditive del piccolo a seguito di un Boel Test dubbio e quindi i suoi genitori, seguendo le indicazioni, avevano provveduto a far effettuare sul loro figlioletto accertamenti audiologici presso il Cro, Centro di Rieducazione Ortofonica di Firenze, dove però i medici, dopo averlo sottoposto a test uditivi, avevano escluso qualsiasi difficoltà e patologie concludendo: “Boel test buone risposte a giochi sonori. Udito nella norma“.

Il bambino però, crescendo, continuava a presentare evidenti difficoltà nel linguaggio tanto da determinare i genitori a sollecitare l’Azienda sanitaria di competenza, l’ex Usl 11 di Empoli, all’esame del caso del proprio figlio, ma anche in questo caso i dottori non si accorsero che il bimbo era affetto da sordità. Pensavano tutti che il suo disturbo, che lo portava ad avere impedimenti nel parlare, fosse di natura mentale, laddove invece era semplicemente legato al fatto che non ci sentiva. 

 

Dopo anni di calvario, in cui gli ascrivono deficit mentali, finalmente si scopre che è “solo” sordo

Finalmente, dopo sei lunghi anni di diagnosi e terapie sbagliate, di esami genetici e di ogni natura, di visite dallo psicologo e dallo psichiatra, dopo essere stato “incasellato” come affetto da un ritardo psichico, grazie alla tenacia della madre che lo ha condotto all’ospedale delle Scotte di Siena, è stato finalmente accertato che il bambino soffriva di ipoacusia bilaterale grave, cioè non sentiva da entrambi gli orecchi: un problema risolvibile con un apparecchio acustico. Quelli che oggi l’ormai più che ventenne protagonista del caso utilizza abitualmente, conducendo una vita praticamente normale: con il tempo è riuscito a recuperare la parola e si è anche iscritto all’università.

I genitori citano per danni le strutture che hanno sbagliato la diagnosi

I suoi genitori anche per conto del figlio, tuttavia, hanno giustamente chiesto i danni per gli anni terribili che hanno dovuto passare citando in giudizio le due strutture che avevano clamorosamente sbagliato la diagnosi non diagnosticando quell’evidente problema all’udito risolvibile con una semplice protesi.

Il tribunale di Firenze riconosce loro un giusto risarcimento

E anche qui finalmente, dopo una lunga battaglia legale, i giudici della seconda sezione Civile del Tribunale di Firenze, con sentenza del 30 dicembre 2023, le hanno ritenute responsabili condannandole in solido a versare ai genitori del bambino oltre 72mila euro come ristoro economico per il danno causato dalla ritardata diagnosi di sordità più ulteriori 20mila euro per il danno morale ed esistenziale per i tanti patemi d’animo patiti, in particolare, dalla madre del bambino.

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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Categoria:

Malasanità

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