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Il riprovevole fatto è successo il 31 luglio, vittime madre e figlia di Mira di ritorno dal mare. Presentata querela contro la proprietaria della macchina investitrice 

Non bastava la fuga, c’hanno aggiunto pure gesti beffardi, pur sapendo bene che sarebbero stati presto individuati. Pomeriggio di ordinaria follia, domenica 31 luglio, sulle strade di Chioggia, dove, a Isola Verde per la precisione, una cinquantaquattrenne di Mira e la figlia avevano deciso di trascorrere qualche ora di mare assieme. 

Poco dopo le 17 le due donne hanno preso la via del ritorno sulla loro Fiat 500 condotta dalla madre e stavano percorrendo via delle Nazioni, con direzione Chioggia, a velocità molto ridotta per via della colonna di auto di rientro dalla spiaggia, quando, all’altezza del camping Ismar, una Citroen C1 condotta (si presume) da una giovanissima, e con altri due coetanei a bordo, ha tentato di superarle. Per evitare un veicolo che sopraggiungeva dalla direzione opposta, tuttavia, la conducente è rientrata in tutta fretta sulla propria corsia di marcia, ma così facendo è finita contro la fiancata anteriore sinistra della 500, nella parte compresa tra la portiera, il parafango e il paraurti. 

Non bastasse la scriteriata manovra, la guidatrice ha tirato diritto e a nulla sono valsi i tentativi di madre e figlia, con strombazzate di clacson, lampeggianti e anche urla dall’abitacolo, di fare sì che i tre ragazzi si fermassero. Anzi, per tutta risposta la guidatrice della Citroen, tra un sorpasso e un zig zag e l’altro per allontanarsi il più in fretta possibile dal “luogo del misfatto”,  ha trovato persino il modo (e il “coraggio”) di fare “ciao ciao” con la mano tesa fuori dal finestrino alle due malcapitate, con il chiaro intento di prenderle pure per i fondelli. Le due donne, oltre ad essere “ammaccate” pure loro, come la macchina, per il botto subito, sono rimaste esterrefatte da tale comportamento ma non si sono perse d’animo: la figlia ha fotografato e anche ripreso con il telefonino l’auto pirata che si dileguava, immortalandone anche il numero di targa. Ci sarebbe poi voluto poco a risalire alla proprietaria del mezzo, risultato puntualmente intestato ad una chioggiotta, che adesso dovrà rispondere di un bel po’ di cosucce, tra cui dei reati di lesioni personali stradali e fuga. 

La conducente della 500, che ha avuto la peggio nell’urto materializzatosi proprio dal suo lato (la figlia per fortuna se l’è cavata con ferite lievi), ha infatti avuto bisogno di cure mediche e si è quindi recata al Pronto soccorso dell’ospedale di Dolo, dove le hanno riscontrato una cervicalgia post-traumatica per una prognosi di sette giorni salvo complicazioni. Senza poi contare i danni materiali all’auto: la proprietaria ha già acquisito un preventivo di riparazione da un carrozziere di fiducia, che ha prospettato un costo di 1.323 euro. 

La donna, per essere seguita e assistita, attraverso l’area manager e responsabile della sede di Dolo, Riccardo Vizzi, si è dunque rivolta a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, ed è stata presentata ai carabinieri della tenenza di Mira una formale e circostanziata denuncia querela, fornendo tutta la documentazione probatoria acquisita, tra cui foto e video dell’auto pirata, e chiedendo ai militari di rintracciare e perseguire chi era effettivamente alla guida della C1 in quel momento. La quale, alla vista delle forze dell’ordine, forse ci troverà un po’ meno da scherzare in questa disarmante vicenda. 

Caso seguito da:

Dott. Riccardo Vizzi

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Categoria:

Incidenti da Circolazione Stradale Press

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