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Il noto ristoratore di Grosseto, uno dei tre cicloamatori uccisi da un’auto impazzita sull’Aurelia a luglio, aveva stipulato una polizza infortuni, ma l’istituto non la onora

Non bastava aver perso il padre in modo così assurdo e tragico, un dramma che ha sconvolto tutta Grosseto: sono anche vittime di un riprovevole caso di mala assicurazione. Com’è tristemente noto, il 14 luglio dello scorso anno l’incolpevole Antonio Panico, 56 anni, noto e compianto ristoratore che gestiva la pizzeria “La Golosa” a Marina di Grosseto, è stato falciato da un’auto impazzita, una Fiat Panda condotta da un anziano che ne ha perso il controllo abbattendosi su un gruppo di una ventina di cicloamatori che stavano tranquillamente pedalando a bordo strada lungo l’Aurelia: oltre a Panico, ne sono morti altri due e sei sono rimasti feriti, uno dei quali in modo grave. “La strage dei ciclisti” com’è stata subito chiamata.

I familiari di Panico, che ha lasciato in primis tre figli, per essere assistiti, attraverso il consulente Matteo Cesarini, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei cittadini, che sta seguendo anche tutto l’iter risarcitorio. Nello specifico, non si tratta del risarcimento collegato all’incidente stradale, ma semplicemente di una polizza infortuni che il cinquantaseienne, anche in virtù dell’attività commerciale che svolgeva, con le relative implicazioni economiche, aveva con previdenza stipulato a favore dei propri eredi e che prevedeva un indennizzo, di centomila euro, anche nell’eventualità di un decesso, come purtroppo è accaduto.

Ma nonostante il premio sia stato regolarmente pagato, e quindi la polizza sia attiva, e nonostante Studio3A abbia da tempo trasmesso all’assicuratore tutta ma proprio tutta la documentazione necessaria per chiudere la pratica, Banca Intesa non risponde. L’istituto non può in alcun modo denegare il dovuto, ma non riscontra i solleciti e neppure i reclami che sono stati presentati formalmente all’apposito ufficio: i tre figli di Panico ormai da mesi non hanno ricevuto alcun indennizzo. Un atteggiamento inqualificabile, quello di Banca Intesa, tanto più nei confronti di una famiglia che ha già sofferto tanto per l’improvvisa e prematura perdita del proprio caro e che, con la sua scomparsa, si è trovata a dover fare fronte anche a tutta una serie di altre problematiche.

Caso seguito da:

Matteo Cesarini

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Categoria:

Incidenti da Circolazione Stradale

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