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Finalmente un calo dopo mesi di continui aumenti, ma le vittime restano sempre tante, troppe: cento morti in due mesi. Il 30 marzo l’Inail ha pubblicato i dati relativi agli infortuni sul lavoro aggiornati al mese di febbraio 2023, da cui emerge che le denunce presentate all’istituto nel primo bimestre dell’anno sono state 86.483, in calo del 29,1% rispetto alle 121.994 dei primi due mesi del 2022 (ma in aumento del +4,7% rispetto alle 82.634 del 2021): sul numero, tuttavia, incide anche il notevole minor peso attuale dei casi di contagio da Covid-19.

 

Nel primo bimestre 2023 oltre 86mila infortuni sul lavoro

A livello nazionale i dati rilevati al 28 febbraio di ciascun anno evidenziano, per il primo bimestre del 2023 rispetto all’analogo periodo del 2022, un decremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 111.975 del 2022 ai 74.916 del 2023 (-33,1%), mentre quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, hanno fatto registrare un aumento del 15,5%, passando da 10.019 a 11.567.

La dinamica per settori, territori, sesso, nazionalità ed età

Nel febbraio di quest’anno il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un -36,4% nella gestione Industria e servizi (dai 103.661 casi del 2022 ai 65.941 del 2023), mentre ha fatto registrare +4,2% in Agricoltura (da 3.435 a 3.579) e un +13,9% nel Conto Stato (da 14.898 a 16.963).  L’istituto, al riguardo, segnala alcuni decrementi significativi degli infortuni in occasione di lavoro in alcuni settori produttivi come la Sanità e assistenza sociale (-78,9%), l’Amministrazione pubblica (-71,8%), e il Trasporto e magazzinaggio (-65,0%).

L’analisi territoriale evidenzia un calo delle denunce in tutte le aree del Paese. La flessione maggiore è nel Nord-Ovest (-36,3%), seguito da Sud (-32,1%), Isole (-31,5%), Centro (-27,3%) e Nord-Est (-19,5%). Tra le regioni con i maggiori decrementi percentuali si segnalano Campania, Liguria, Lazio e Piemonte.

Il calo che emerge dal confronto dei primi bimestri del 2022 e del 2023 è legato sia alla componente femminile, che registra un -45,1% (da 58.004 a 31.867 casi denunciati), sia a quella maschile, che presenta un -14,6% (da 63.990 a 54.616). Il decremento ha interessato sia i lavoratori italiani (-32,1%) sia quelli comunitari (-26,0%) ed extracomunitari (-8,7%). Dall’analisi per classi di età, infine, emergono decrementi generalizzati in tutte le fasce, tranne – ed è un aspetto che fa riflettere – tra gli under 20 (+36,6%) e, in minor misura, tra gli over 69 anni (+7,9%).

 

I casi mortali, cento in due mesi

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nel primo bimestre 2023 sono risultate 100, 14 in meno rispetto alle 114 registrate nel primo bimestre 2022. A livello nazionale, pur nella provvisorietà dei numeri, i dati rilevati al 28 febbraio di ciascun anno evidenziano per il primo bimestre 2023, rispetto al pari periodo 2022, un decremento sia dei casi mortali in itinere, scesi da 29 a 27, sia di quelli avvenuti in occasione di lavoro, passati da 85 a 73. Il calo ha riguardato l’Industria e servizi (da 100 a 87 denunce) e il Conto Stato (da cinque a due), mentre l’Agricoltura sale da nove a 11 decessi.

Dall’analisi territoriale emerge però un incremento nel Nord-Ovest (da 29 a 35 casi), mentre il dato è in calo al Sud (da 23 a 14), nelle Isole (da 12 a 6), al Centro (da 27 a 23) e nel Nord-Est (da 23 a 22). Tra le regioni con i maggiori decrementi si segnalano la Sicilia e il Lazio (-6 decessi per entrambe), la Lombardia (-5) e la Campania (-4), mentre per gli aumenti più evidenti il Piemonte (+9) e il Veneto (+3).

La diminuzione rilevata nel confronto del bimestre gennaio-febbraio 2022 e 2023 è legata sia alla componente femminile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 13 a 7, sia a quella maschile da 101 a 93. In calo le denunce dei lavoratori italiani (da 97 a 84) e comunitari (da quattro a due), mentre aumentano quelle dei lavoratori extracomunitari (da 13 a 14).

Dall’analisi per classi di età, si registrano aumenti tra i 20-24enni (da quattro a sette casi) e tra i 55-59enni (da 22 a 26). Le diminuzioni, invece, riguardano soprattutto la fascia 35-39 anni (da 12 a tre) e quella 45-49 anni (da 15 a nove).

 

In aumento invece le denunce di malattia professionale, oltre diecimila nei primi due mesi 2023

Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nel primo bimestre del 2023, infine, sono state 10.399, 2.319 in più rispetto allo stesso periodo del 2022 (+28,7%). L’incremento è del 33,3% rispetto al 2021 e del 4,6% sul 2019, mentre il dato è in calo dell’1,4% rispetto al 2020.

I dati rilevati al 28 febbraio di ciascun anno mostrano un aumento del 28,9% nella gestione Industria e servizi (da 6.681 a 8.611 casi), del 25,8% in Agricoltura (da 1.347 a 1.695) e del 78,8% nel Conto Stato (da 52 a 93). L’aumento delle denunce interessa tutte le aree del Paese: Nord-Ovest (+37,8%), Centro (+33,2%), Sud (+29,7%), Nord-Est (+25,7%) e Isole (+9,2%).

In ottica di genere si rilevano 1.578 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 5.966 a 7.544 (+26,4%), e 741 in più per le lavoratrici, da 2.114 a 2.855 (+35,1%). L’incremento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani, passate da 7.477 a 9.563 (+27,9%), sia quelle dei comunitari, da 221 a 243 (+10,0%), e degli extracomunitari, da 382 a 593 (+55,2%).

Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nel primo bimestre del 2023, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dalle patologie del sistema respiratorio e dai tumori.

 

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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Categoria:

Infortuni sul Lavoro

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